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Difesa UE-Ucraina: nuovo tassello insieme 


Tre anni e mezzo di invasione russa su vasta scala hanno insegnato molte cose all’Ucraina e all’Europa, tra cui la certezza che Kiev non stia difendendo solo il proprio territorio, ma l’Europa intera. Per questo gli interessi di Ucraina e UE sono più che mai sovrapposti. 

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La Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina tenutasi a Roma gli scorsi 10 e 11 luglio 2025 ha segnato una nuova fase nella cooperazione tra Kiev e UE. Tra i risultati più significativi emersi dalle due giornate rientra senza dubbio l’annuncio dell’iniziativa congiunta BraveTech EU per creare nuove opportunità per l’industria della difesa europea e valorizzare l’esperienza maturata dall’Ucraina sul campo di battaglia, in particolare nel settore dei droni. Più che un semplice strumento di supporto tecnico, BraveTech EU si innesta in un quadro più ampio: rafforzare la resilienza del Paese invaso grazie alle sue innovazioni in campo militare, ma anche consolidare la proiezione tecnologica e industriale del blocco comunitario in una regione cruciale per i nuovi equilibri geopolitici. 

Struttura e implementazione 

BraveTech EU si collega alla piattaforma tecnologica BRAVE1, la piattaforma tecnologica lanciata nel 2023 dal ministero ucraino per la Trasformazione digitale per accelerare lo sviluppo di soluzioni militari e dual-use, e ai programmi europei come ilFondo europeo per la difesa (EDF) e lo European Defence Innovation Scheme (EUDIS).  Rispettivamente, EDF finanzia ricerca e sviluppo congiunto tra Stati membri e industrie per rafforzare la base tecnologica e industriale europea della difesa; EUDIS, promosso dalla DG DEFIS – la Direzione generale per l’industria di difesa e lo spazio della Commissione europea –, sostiene innovazioni dirompenti nel settore attraverso hackathon, acceleratori e incubatori, collegando ecosistemi civili e militari. La nuova iniziativa nasce come sforzo congiunto per accelerare l’innovazione a livello militare attraverso una più stretta cooperazione tra UE e Kiev. Entrambe le parti puntano a mettere sul piatto 50 milioni di euro ciascuna. 

BraveTech EU si fonda sull’esperienza tecnologica accumulata dall’Ucraina durante il conflitto, valorizzando le innovazioni sviluppate e testate in scenari reali per rafforzare le capacità di difesa sia europee che ucraine. L’obiettivo è favorire una maggiore integrazione tra gli ecosistemi industriali dei due blocchi, attraverso l’allineamento di pratiche regolatorie, l’accelerazione nell’adozione di nuove tecnologie e il coinvolgimento attivo di PMI e start-up nel ciclo dell’innovazione per la sicurezza e la difesa. Tra le principali attività previste figurano: hackathon tematici sull’Ucraina, programmi di matchmaking tra imprese e investitori, supporto finanziario per start-up e scale-up tecnologiche, nonché ambienti di test per la sperimentazione rapida di soluzioni dual-use. Secondo la Commissione europea, dal 2022 l’Ucraina ha incrementato di 35 volte la propria produzione nel settore della difesa, dando vita a un ecosistema flessibile e innovativo, in grado di convertire prototipi in applicazioni operative in tempi rapidi. 

L’iniziativa sostiene anche gli obiettivi del Libro bianco sulla difesa europea – Readiness 2030 e si inserisce nel lavoro della nuova task force UE-Ucraina sulla cooperazione industriale nel settore. Contribuirà, inoltre, alla Roadmap per l’accelerazione della trasformazione della difesa, attesa entro fine 2025. 

L’attuazione di BraveTech EU seguirà una struttura in due fasi. La prima, denominata “Seed” e prevista per l’autunno 2025, si concentrerà sul consolidamento delle iniziative già in corso nell’ambito dell’EDF, avviando una cooperazione più sistematica con l’ecosistema ucraino dell’innovazione. Successivamente, la fase “Scale Up” estenderà tali attività, attingendo anche alle risorse del nuovo Ukraine Support Instrument (USI) e integrandosi con il futuro Programma industriale europeo per la difesa (EDIP), entrambi in via di definizione. A guidare l’implementazione operativa sarà l’Ufficio europeo per l’innovazione nella difesa (EUDIO), la cui apertura a Kiev mira a rafforzare la presenza istituzionale dell’UE nel Paese.  

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L’iniziativa si coordinerà con il nuovo strumento SAFE (Security Action for Europe), uno strumento finanziario da 150 miliardi di euro pensato per incrementare la produzione di sistemi d’arma e attrezzature militari entro i confini europei. Il Regolamento ha come finalità principale il consolidamento dell’industria europea di difesa, per cui almeno il 65% del costo delle componenti delle piattaforme oggetto di acquisizione deve essere realizzato nell’Unione europea, negli Stati EFTA-SEE o in Ucraina. Come sottolineato dal commissario europeo per la Difesa, Andrius Kubilius, l’integrazione tra le industrie della difesa europee e ucraine è una priorità strategica: le capacità militari sperimentate sul campo e il dinamismo tecnologico dell’Ucraina costituiscono un asset cruciale per la sicurezza collettiva del continente. 

Il sostegno militare dell’UE all’Ucraina: iniziative chiave  

BraveTech EU si inserisce in un più ampio quadro di iniziative europee per rafforzare le capacità militari e di difesa dell’Ucraina. A partire dal 2022, l’UE ha adottato un approccio integrato che combina supporto finanziario, addestramento e cooperazione industriale. Il principale strumento rimane la European Peace Facility (EPF), strumento off-budget dell’UE, che, in aggiunta agli iniziali 6,1 miliardi, ha mobilitato oltre cinque miliardi di euro, con la creazione dello Ukraine Assistance Fund, per fornire equipaggiamenti letali e non letali, munizioni e sistemi difensivi. Parallelamente, la EU Military Assistance Mission (EUMAM Ukraine), con una dotazione di bilancio di quasi 409 milioni di euro, ha formato più di 60.000 soldati ucraini in tattiche avanzate, difesa aerea e utilizzo di sistemi d’arma occidentali, dimostrando la volontà dell’UE di diventare un attore strategico nella dimensione militare del conflitto. 

Inoltre, la Commissione ha attivato piani straordinari per rispondere alle esigenze di breve periodo date dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Nell’ottobre del 2023 viene adottato l’Act in Support of Ammunition Production (ASAP) per aumentare la capacità produttiva interna di armi e proiettili, con l’obiettivo di garantire forniture stabili sia agli Stati membri sia a Kiev e una dotazione finanziaria di circa 500 milioni di euro. L’altra iniziativa è lo European Defence Industry Reinforcement through Common Procurement Act (EDIRPA), programma dell’UE volto a incentivare la cooperazione tra Stati membri nell’approvvigionamento congiunto di prodotti per la difesa, in particolare quelli ritenuti urgenti e strategici a seguito dell’aggressione russa contro l’Ucraina. Con un budget complessivo di 310 milioni di euro, lo strumento mira a facilitare l’accesso rapido a tali capacità, riducendo le complessità legate agli acquisti comuni e promuovendo una maggiore integrazione industriale nel settore della difesa europea.  

BraveTech EU non è un’iniziativa isolata, ma si colloca nel quadro più ampio delle misure adottate dall’UE a sostegno della resilienza e delle capacità difensive ucraine. In particolare, il patto punta a valorizzare tecnologie dual-use già sviluppate sul campo, con un’attenzione specifica al settore dei droni, che si è rivelato cruciale nell’attuale conflitto. Le innovazioni ucraine in questo ambito – dai droni one-way-attack (OWA) e first-person-view (FPV) a quelli con funzioni di intelligence, sorveglianza e riconoscimento (ISR), sempre più integrati con sistemi di intelligenza artificiale – rappresentano un terreno privilegiato di cooperazione industriale e di sperimentazione congiunta tra start-up locali e aziende europee. 

Droni: l’innovazione tecnologica al servizio della difesa 

L’Ucraina è diventata così un laboratorio strategico per l’impiego innovativo dei droni, che hanno assunto un ruolo cruciale nelle operazioni di ricognizione, targeting e logistica. Dal 2022 il Paese ha incrementato esponenzialmente la produzione di droni – nel 2024 l’obiettivo di produzione è passato dal milione iniziale ai quattro milioni attuali – sviluppando sia modelli commerciali adattati agli scenari di guerra sia droni kamikaze e ricognitivi di nuova generazione. In questo contesto l’UE ha avviato collaborazioni con aziende europee e start-up ucraine per il trasferimento di know-how, il finanziamento di piattaforme unmanned e la creazione di centri di test per droni dual-use

Alcune iniziative si basano su fondi dell’EDF dello schema EUDIS, che supportano la prototipazione di sistemi a pilotaggio remoto dotati di capacità avanzate di analisi dati e IA. Inoltre, il progetto Drone Coalition, un’iniziativa proposta dalla Lituania in coordinamento congiunto con il Regno Unito, prevede la fornitura di migliaia di droni tattici e logistici a Kiev, molti dei quali prodotti da aziende europee come Quantum Systems (Germania) e DeltaQuad (Paesi Bassi). Il sostegno complessivo da parte di tutti gli Stati membri della Drone Coalition alle capacità di droni dell’Ucraina ha raggiunto 1,8 miliardi di euro nel 2024. 

Un elemento di innovazione è rappresentato dall’integrazione di software di intelligenza artificiale per l’elaborazione rapida di immagini e informazioni raccolte dai droni, che consente alle forze ucraine di identificare obiettivi e prevedere movimenti nemici con tempi di risposta significativamente ridotti. Questa capacità, unita alla flessibilità della produzione nazionale, ha reso l’Ucraina un punto di riferimento per la guerra tecnologica contemporanea, con implicazioni dirette per la cooperazione futura con l’UE. 

Conclusioni: vantaggi e sfide 

BraveTechEU non è soltanto un piano di supporto alla ricostruzione ucraina, ma un’iniziativa strategica che rafforza la cooperazione tecnologica e industriale tra Kiev e UE a vantaggio di entrambe le parti. Attraverso l’integrazione di capacità innovative e filiere critiche, il progetto contribuisce alla resilienza ucraina e, al contempo, al rafforzamento della competitività e della sicurezza europea. La combinazione di sostegno militare, cooperazione industriale e investimenti tecnologici segna un’ulteriore conferma dell’integrazione euro-ucraina, con implicazioni che vanno oltre il conflitto attuale. 

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La centralità di strumenti come l’EPF, l’EUMAM e i programmi per la produzione di droni dimostra come l’UE stia sperimentando una politica industriale della difesa orientata all’innovazione, dove tecnologie dual-use, start-up e intelligenza artificiale diventano leve decisive per la resilienza europea. 

La sfida sarà garantire che queste iniziative non si esauriscano in una risposta emergenziale, ma che contribuiscano a costruire un ecosistema di sicurezza condiviso e sostenibile. In questo quadro l’esperienza ucraina, fatta di rapidità nell’innovazione e adattamento sul campo, può offrire all’UE una lezione fondamentale su come integrare difesa, tecnologia e sovranità digitale in un’unica strategia. 



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