Negli ultimi anni, il panorama formativo italiano ha subito un’importante trasformazione con l’evoluzione degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy). Considerati un’opzione alternativa alla laurea universitaria, questi istituti stanno acquisendo un ruolo sempre più centrale grazie a nuove modifiche normative e contributi economici che ne rafforzano l’attrattività e la competitività. Oggi, gli ITS non solo offrono percorsi formativi professionalizzanti, ma garantiscono anche un inserimento lavorativo rapido, spesso superiore a quello delle università tradizionali.
Due riforme fondamentali hanno rafforzato il valore degli ITS. Il primo cambiamento riguarda il riconoscimento ufficiale degli ITS come istituzioni statali, con conseguente ampliamento delle risorse e delle agevolazioni per gli iscritti. Il secondo prevede nuovi incentivi economici e contributi per studenti e aziende.
Gli ITS diventano istituzioni statali
Uno dei passi nella riforma degli ITS è stato il loro riconoscimento ufficiale come istituzioni statali. In passato, questi istituti erano gestiti come fondazioni pubblico-private, senza una regolamentazione chiara e uniforme su scala nazionale. Con la riforma, gli ITS hanno ottenuto una maggiore stabilità e riconoscimento giuridico, al pari delle università pubbliche.
Questo passaggio ha permesso agli ITS di consolidare il proprio ruolo nel sistema dell’istruzione italiana. Il riconoscimento ufficiale ha inoltre avuto un impatto diretto sulla validità dei titoli rilasciati, che ora sono equiparati a certificazioni di livello terziario riconosciute anche a livello europeo.
Uno degli effetti più immediati di questa riforma è l’accesso agli stessi benefici riservati agli studenti universitari. I frequentanti degli ITS ora possono usufruire di borse di studio, alloggi convenzionati e agevolazioni fiscali che prima erano disponibili solo per gli iscritti alle università. Questo cambiamento ha reso la scelta degli ITS ancora più competitiva rispetto alla laurea triennale, soprattutto per chi desidera un percorso più breve e spendibile nel mondo del lavoro.
Contributi e incentivi per studenti e aziende
In parallelo al riconoscimento statale, è stato introdotto un piano di finanziamenti mirati per sostenere l’espansione e l’attrattività degli ITS. Il governo ha stanziato oltre un miliardo di euro per il potenziamento di queste istituzioni, con l’obiettivo di ampliare l’offerta formativa e migliorare le infrastrutture didattiche.
Uno degli aspetti più innovativi di questo piano riguarda gli incentivi economici diretti agli studenti. A partire dal 2024, chi si iscrive a un ITS può beneficiare di contributi economici per coprire le tasse d’iscrizione, oltre a voucher per l’acquisto di materiale didattico e strumenti digitali. Questa misura è vantaggiosa per le famiglie, poiché riduce i costi di formazione.
Un altro elemento chiave è l’introduzione di incentivi fiscali per le aziende che collaborano con gli ITS. Le imprese che offrono tirocini, apprendistati o che assumono diplomati ITS possono accedere a crediti d’imposta e sgravi contributivi. Questo sistema incentiva le imprese a investire nella formazione tecnica e a creare un ponte diretto tra scuola e lavoro.
Le aziende giocano un ruolo centrale nei percorsi ITS, poiché contribuiscono alla definizione dei programmi di studio e alla formazione degli studenti. Grazie a queste agevolazioni, le imprese sono sempre più coinvolte nella creazione di percorsi personalizzati, che rispondono alle esigenze del mercato del lavoro. In questo modo, gli ITS diventano un laboratorio di innovazione e specializzazione, capace di formare professionisti con competenze richieste nei settori tecnologici, manifatturieri e digitali.
ITS e università, confronto più competitivo
La crescita degli ITS sta riducendo il divario con i percorsi universitari, tanto che oggi rappresentano una valida alternativa alla laurea triennale. Il sistema universitario italiano è stato visto come la principale via per accedere a posizioni qualificate, ma negli ultimi anni i tassi di occupazione degli ITS hanno superato quelli dei laureati triennali in molti settori.
Uno dei principali vantaggi degli ITS è la loro durata più breve. Mentre una laurea triennale richiede almeno tre anni di studio, un percorso ITS si completa in due anni, con una componente pratica molto più elevata. La didattica è strutturata per essere orientata al lavoro: oltre il 50% del monte ore è dedicato a stage e tirocini in azienda.
Un altro punto di forza degli ITS è la loro capacità di adattarsi alle esigenze del mercato. Le università, per natura, seguono programmi accademici più generali, spesso meno aggiornati rispetto alle dinamiche industriali. Gli ITS, invece, collaborano con le aziende per aggiornare i loro programmi formativi. Questo approccio garantisce che i diplomati ITS abbiano skill richieste.
Nonostante questi vantaggi, la scelta tra ITS e università dipende dalle ambizioni e dagli obiettivi professionali dello studente. Chi desidera una formazione accademica più teorica e vuole accedere a posizioni manageriali di alto livello potrebbe preferire un percorso universitario, mentre chi punta a un inserimento rapido nel mondo del lavoro e a ruoli tecnici specializzati troverà negli ITS un’opportunità più efficace e concreta.
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