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la Dichiarazione e le Revisioni nazionali volontarie


Si è chiuso il 23 luglio l’High-level political forum (Hlpf), il vertice Onu che fa il punto sullo sviluppo sostenibile. Nella dichiarazione ministeriale adottata – “Advancing sustainable, inclusive, science- and evidence-based solutions for the 2030 Agenda and its SDGs for leaving no one behind” – gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno ribadito l’intenzione di aumentare gli sforzi per raggiungere i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs). Nel corso di due settimane, il Forum ha riunito oltre 6mila partecipanti in presenza, tra cui governi, giovani, società civile, scienziati e settore privato.

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Cosa contiene il documento finale

In un contesto di crescente disuguaglianza e minacce legate alla crisi climatica, fatto di nuove e vecchie forme di povertà e da un divario digitale sempre più ampio, i leader globali provano a rilanciare: “lo sviluppo sostenibile rimane decisamente fuori strada, come dimostra un divario di finanziamento annuo di ben 4mila miliardi di dollari”. Il Forum politico di alto livello, tenutosi sotto gli auspici dell’Ecosoc (Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite), come spiegato nell’articolo di Maddalena Binda, quest’anno si è concentrato sull’analisi delle performance di cinque Obiettivi: Goal 3 “Salute e benessere”, Goal 5 “Parità di genere”, Goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica”, Goal 14 “Vita sott’acqua” e Goal 17 “Partnership per gli Obiettivi”.

La dichiarazione conclusiva, che contiene un richiamo urgente alla pace e al multilateralismo quale elemento fondamentale per il progresso sostenibile, è stata approvata da 154 Paesi. Solo Stati Uniti e Israele hanno votato contro, mentre Iran e Paraguay hanno scelto di astenersi.

Con l’avvicinarsi del 2030, anno in cui dovremmo portare a compimento gli SDGs, il documento sottolinea che serve un’azione condivisa, tempestiva e fondata sulla scienza per centrare per costruire un futuro più equo, giusto e resiliente.

In materia di salute e benessere, si rinnova l’impegno globale per garantire la copertura sanitaria universale e un accesso paritario ai vaccini. Le recenti crisi sanitarie ed economiche hanno colpito con maggiore intensità le fasce più vulnerabili, evidenziando l’urgenza di politiche sanitarie più robuste e inclusive.

Sul fronte della parità di genere, i governi hanno ribadito che si tratta di un tema cardine per la sostenibilità. Tra le priorità indicate troviamo: contrastare ogni forma di violenza e discriminazione nei confronti di donne e ragazze, ridurre il divario digitale, rafforzare i servizi di cura e promuovere una piena partecipazione femminile nei processi decisionali.

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Per quanto riguarda lavoro dignitoso e crescita economica, i Paesi firmatari hanno espresso la volontà di promuovere salari equi e migliori opportunità occupazionali, da realizzare attraverso politiche inclusive e un’innovazione sostenibile.

Il documento si concentra poi sulla tutela degli ecosistemi marini, sottolineando la necessità di “accelerare azioni trasformative per la conservazione e il ripristino degli oceani”, puntando su una governance più equa, una gestione sostenibile della pesca e lo sviluppo di economie blu. I firmatari, inoltre, manifestano “profonda preoccupazione” per la crisi del settore, riconoscendone il ruolo in termini di sicurezza alimentare.

Infine, sul capitolo dei partenariati globali, la Dichiarazione richiama la necessità di riformare l’architettura finanziaria internazionale e rafforzare la cooperazione allo sviluppo. A tal proposito viene dato seguito all’impegno di Siviglia: servono sistemi fiscali più equi, una governance economica globale più efficace e un uso più ampio delle “Voluntary national review” (Vnr), utili anche a monitorare i progressi e a valorizzare le buone pratiche su scala locale e sovranazionale.

Le Revisioni nazionali volontarie e il Patto sul futuro

Per il Forum di quest’anno, 35 Paesi hanno presentato le loro Vnr, cioè le Revisioni nazionali volontarie: documenti elaborati dai Paesi per descrivere quanto hanno fatto finora e per fornire informazioni su come intendono alimentare nuove politiche votate alla sostenibilità (l’Italia ha presentato la seconda edizione della sua Vnr nel 2022).

Per fare qualche esempio, il Bangladesh ha illustrato la piattaforma “Future nation”, pensata per connettere migliaia di giovani in modo da generare opportunità di formazione, imprenditorialità e lavoro. La Finlandia ha segnalato progressi significativi nella protezione dell’ambiente marino, raggiungendo l’obiettivo del 10% di superficie marina tutelata. La Germania ha invece puntato sull’uguaglianza di genere con una legge che impone una quota femminile del 30% nei consigli di sorveglianza di alcune imprese, con l’obiettivo di salire al 40% entro il 2030. La Nigeria ha avviato investimenti per favorire l’innovazione, mentre in Giappone il sistema “SDGs award” ha svolto un ruolo determinante nel sensibilizzare l’opinione pubblica: la consapevolezza sugli SDGs è passata dal 50% nel 2021 a circa il 90% nel 2023.

Nel quadro dell’agenda multilaterale per lo sviluppo sostenibile, la comunità internazionale ha infine ribadito la necessità di attuare i “rilevanti impegni” assunti nel Patto sul Futuro, nel corso del Summit del futuro dello scorso anno. Il Patto, definito “l’architrave del rilancio dell’agenda globale per il 2030 e oltre”, include due strumenti per la governance globale del 21esimo secolo: il Global digital compact, volto a garantire un uso inclusivo e sicuro delle tecnologie digitali, e la Dichiarazione sulle generazioni future, che mira a integrare la dimensione intergenerazionale nelle decisioni politiche.

 

di Ivan Manzo

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Copertina: IISD/ENB – Kiara Worth



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