L’obiettivo è quello di rendere più competitive le imprese sul territorio. L’assessore allo Sviluppo economico: «È una buona versione, sono soddisfatto»
Nel bel mezzo delle trattative per l’assestamento di bilancio, si è raggiunta l’intesa sul testo del patto dei salari. Ieri, 24 luglio, le categorie economiche e i sindacati hanno dato il loro via libera alla bozza e la prossima settimana si arriverà alla firma ufficiale. «È una buona versione ed esprimo la mia soddisfazione», ha dichiarato Achille Spinelli, assessore provinciale allo Sviluppo economico.
Contrattazione collettiva
Secondo alcune indiscrezioni, dopo un altro ping pong tra le richieste dei sindacati e quelle delle categorie economiche, il testo approvato è al «99%» identico a quello redatto una decina di giorni fa. I sindacati, il 16 luglio scorso, avevano deciso di non firmare perché volevano più tempo per implementare i contenuti su alcuni punti per loro significativi. Ad esempio, impegni più stringenti sul piano della contrattazione collettiva di secondo livello per gli addetti dei servizi esternalizzati. Alla fine si è deciso per la firma e le tre sigle faranno una conferenza stampa per spiegare le motivazioni che li hanno portati a firmare il testo.
Trattative durate oltre un anno
Si è così arrivati alla fine di trattative che andavano avanti da oltre un anno, con svariate fumate nere. Alla fine di maggio 2024 il governatore Maurizio Fugatti aveva dichiarato che durante l’estate avrebbe sentito i sindacati e gli imprenditori. Salvo poi non convocare i rappresentanti dei lavoratori. Lo scorso dicembre l’ennesima fumata nera al testo proposto da Piazza Dante perché frutto solo della contrattazione con le categorie economiche. A gennaio si sbloccano le trattative e i sindacati stabiliscono tre punti cardine: sgravi fiscali, welfare dei lavoratori e agevolazioni per sostenere la produttività.
La firma non è ancora ufficiale
E così si è arrivati alla firma, seppur non ancora ufficiale, del «Patto per la crescita delle imprese e politiche salariali». Ma in cosa consiste? L’obiettivo principale è sostenere lo sviluppo economico per rendere più competitive le imprese, anche attraverso incentivi. Ma con il patto si vogliono anche stimolare le aziende a promuovere più solide relazioni sindacali e, in generale, la contrattazione di secondo livello. Per aumentare la produttività, nel testo si sottolinea che è necessario l’impegno congiunto della Provincia, delle autonomie locali, delle imprese, dei lavoratori e dei centri universitari e di ricerca. Nel concreto, sul piatto Piazza Dante mette 638 milioni di euro per il prossimo triennio (la durata complessiva del patto), di cui: 290 milioni sono incentivi a fondo perduto agli investimenti aziendali a sostegno della produttività dei diversi settori economici, mentre altri 348 milioni sono di investimenti immobiliari e in impianti (il tutto gestito da Trentino sviluppo).
Ma oltre ai soldi messi in gioco, la Provincia, tra le varie iniziative, si impegna a sviluppare incentivi per favorire la nascita — o l’insediamento — di attività imprenditoriali in settori ad alta produttività.
Anche sul tema del welfare, uno dei punti fondamentali per le sigle sindacali, Piazza Dante ha dichiarato che punterà a creare un sistema virtuoso con obblighi all’applicazione dei contratti collettivi comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale e all’applicazione dei contratti integrativi territoriali. Inoltre, ci si impegnerà per imporre obblighi di condizioni economiche migliorative o all’introduzione di sistemi di welfare a favore dei lavoratori. Oltre a degli sgravi fiscali, con l’introduzione di meccanismi premiali nell’aliquota Irap, verranno pubblicati anche bandi per la qualificazione della forza lavoro.
Migliorare la situazione dell’economia trentina
Ma il patto impegna anche le imprese e i sindacati ad attivarsi per migliorare la situazione dell’economia trentina. Le categorie economiche, tra le varie dichiarazioni d’impegno, hanno promesso di porre maggiore attenzione ai temi della produttività, di contribuire alla crescita dei territori e di incentivare lo sviluppo virtuoso della contrattazione di secondo livello. «Noi abbiamo firmato con grande senso di responsabilità nei confronti dell’economia e delle nostre aziende — ha detto il presidente degli artigiani Andrea De Zordo —. Firmare un accordo impone scendere a compromessi, però bisogna considerare l’economia come qualcosa di circolare che contempla più sfaccettature e dove serve assecondare le esigenze di crescita che ha il Trentino».
Dal punto di vista sindacale, Cgil, Cisl e Uil si impegnano ad avviare una stagione di trattative per la stipula di nuovi contratti collettivi e per il rinnovo di quelli in scadenza. Infine, tra i vari punti, c’è anche quello di promuovere, nella contrattazione collettiva di secondo livello, anche istituti che rafforzino la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Le parti, una volta che il testo sarà firmato, si incontreranno almeno una volta all’anno per valutare i risultati raggiunti e discutere di eventuali modifiche.
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