Secondo la fondazione, “nessuna azienda è immune alla disinformazione” che oggi è “diventata un’arma potente per prendere di mira le imprese”. Se fino a pochi anni fa il costo a livello globale era vicino agli 80 miliardi di dollari, la diffusione dei contenuti generati dall’intelligenza artificiale ha ulteriormente amplificato i rischi
La disinformazione è capace di causare danni economici al mondo per miliardi di dollari: a dirlo è il World Economic Forum, che ha analizzato i rischi che corrono le aziende a causa di contenuti come le fake news e i deepfake. “Nessuna azienda è immune alla disinformazione”: secondo Matthew Blake, a capo del Centre for Financial and Monetary Systems del World Economic Forum, se “un tempo la disinformazione veniva usata per influenzare le elezioni e indebolire i personaggi pubblici”, oggi è anche “diventata un’arma potente per prendere di mira le imprese a livello globale”. E “che si tratti di una grande azienda oppure una a conduzione familiare, le false narrative hanno causato seri danni alla reputazione e alle finanze” di queste imprese.
Quanto costa la disinformazione
I numeri citati dall’analisi del WEF sono considerevoli: secondo uno studio realizzato nel 2019, il costo finanziario complessivo della disinformazione a livello globale si aggirava intorno ai 78 miliardi di dollari. Di questi, 17 miliardi sarebbero andati perduti a causa di “cattive decisioni finanziarie” derivanti dalle false narrative. E tuttavia la situazione è mutata rispetto a 6 anni fa: viene infatti sottolineato come “la portata e la velocità della disinformazione sono diventate una minaccia economica significativa. Oggi, le falsità alimentate dall’intelligenza artificiale si diffondono più rapidamente e ampiamente che mai”, tanto che il World Economic Forum ha indicato la disinformazione come la più seria minaccia globale nel 2025.
Del resto, spiega ancora il WEF, la disinformazione ha la capacità di erodere la fiducia nelle imprese e scoraggiare i clienti. E se uno studio di Trustpilot del 2020 ha mostrato che l’89% degli incassi dell’e-commerce a livello globale è influenzato dalle recensioni, quelle false o manipolate secondo un altro studio del 2021 costano alle aziende 152 miliardi di dollari a livello globale.
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L’impatto dell’intelligenza artificiale
A questo scenario, si aggiunge la recente enorme diffusione dell’intelligenza artificiale: questa sta non solo cambiando il modo in cui le aziende operano, ma anche amplificando i rischi che affrontano. In particolare i contenuti generati dall’IA rischiano di portare i danni alla reputazione a livelli senza precedenti, impattando non solo sulla credibilità dell’azienda stessa ma anche sul suo valore di mercato. Non è un caso che, secondo un report del 2024, 8 manager su 10 si sono detti preoccupati dall’impatto che la disinformazione spinta dall’intelligenza artificiale può avere sulla reputazione della loro azienda. E, dato ancor più sinistro, oltre un terzo ha ammesso che la loro società non è adeguatamente preparata ad affrontare questo pericolo. “In un mondo in cui il valore di un’azienda si basa in gran parte sulla fiducia che i suoi clienti ripongono in essa, la necessità di proteggere la propria reputazione non è mai stata così grande”, ha detto Julian Payne, presidente di Edelman Crisis & Risk, che ha redatto il report.
I pericoli dei deepfake
Il livello della sfida per le aziende sta crescendo, secondo il WEF, per via della diffusione dei deepfake. Quasi possono essere usati anche per colpire la reputazione di individui e/o aziende, per diffondere disinformazione e perfino per sottrarre denaro da imprese in giro per il mondo. Un sondaggio condotto dalla società Regula ha mostrato come per il 42% delle aziende il rischio più grande associato ai deepfake è quello del furto di identità. E solo nel 2024 la stima indica che fino a metà delle imprese sia stata vittima di attacchi condotti con i deepfake: l’impatto stimato per ogni incidente è arrivato vicino a quota 500mila dollari.
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I consigli per proteggersi dalla disinformazione
Il World Economic Forum fornisce infine consigli per proteggersi dai rischi legati alle false narrative. Nell’approfondimento si legge infatti che “la compagnia che sottostima i pericoli della disinformazione si espongono a rischi finanziari e di reputazione”, sottolineando come “quando la fiducia è un asset, le aziende devono prendere decisioni strategiche per proteggerla”. Nel dettaglio, viene sottolineato come non esista una singola soluzione per sradicare la disinformazione, ma muoversi il prima possibile è cruciale: tra le mosse consigliate c’è il lavorare insieme a fact-checkers, comunicare rapidamente e usare tool di monitoraggio basati sull’intelligenza artificiale. Queste misure, secondo il WEF, possono aiutare a tenere traccia della disinformazione e contrastarne la diffusione prima che finisca fuori controllo.
Il progetto AI4TRUST
Il contrasto alla disinformazione è al centro del progetto AI4TRUST, finanziato dal programma Horizon Europe dell’Unione Europea e di cui Sky TG24 è partner. L’obiettivo è quello di sviluppare una piattaforma contro la disinformazione che combini l’apporto dell’intelligenza artificiale con le verifiche di giornalisti e fact-checker. E di questo si è parlato domenica 23 marzo nel corso di “Progress”, il programma di approfondimento di Sky TG24 condotto da Alberto Giuffrè. Ospiti: Riccardo Gallotti (Fondazione Bruno Kessler e coordinatore del progetto AI4TRUST) e l’esperto di cultura digitale Nicola Bruno.
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