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Il governo spera di frenare la fuga dai monti con tasse scontate, incentivi e investimenti sul digitale


di
Federico Murzio

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Tutte le misure messe in campo: agevolazioni a Comuni, insegnanti, medici

Aiutare chi abita nei piccoli borghi e non vuole o non può andarsene, far cambiare idea a coloro che pensano di abbandonarli. L’obiettivo del governo è frenare lo spopolamento della montagna. E nel computo degli strumenti c’è anche la deroga al numero minimo di alunni necessari per mantenere le classi, o la leva del credito d’imposta a insegnanti e medici, per esempio. E poi, in quello che a leggere il disegno di legge Montagna appare un lavoro sartoriale, c’è la forbice sull’elenco dei Comuni definiti «montani», i destinatari delle agevolazioni.
  
«I fondi riservati a queste comunità, circa 200 milioni, sono pochi e servono per tutto il Paese. Se poi sono distribuiti anche a quei capoluoghi di Provincia o ai Comuni che hanno solo una parte infinitesimale di territorio montano c’è un problema di equità, perché per alcuni sono poche migliaia di euro ininfluenti sui bilanci ma per le realtà autenticamente montane gli stessi soldi possono fare la differenza». La voce è del senatore Paolo Tosato (Lega) e il riferimento alla stretta sui destinatari è il potenziale casus belli che in nome della difesa della territorialità poteva far affondare il provvedimento in modo bipartisan. «Finora non ci sono state difficoltà» sorride Tosato. A palazzo Madama il parlamentare veronese è relatore del disegno di legge Montagna, approvato su input del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli in Consiglio dei ministri nel 2024 e approdato pochi giorni fa in Senato per la terza lettura. Sui tempi dell’ok definitivo c’è incertezza. «Mi piacerebbe che il via libera arrivasse prima della pausa estiva – dice Tosato -. I tempi sono stretti». Non è escluso si vada in aula a settembre.

Dalla Lessinia a tutto l’arco Bellunese, passando per l’Altopiano di Asiago il provvedimento, in attesa dell’approvazione e dei successivi decreti attuativi, sembra essere destinato a irrorare effetti positivi sulla pedemontana e sulle aree montane del Veneto. La fotografia oggi descrive una montagna inospitale per viverci stabilmente ma non per trascorrerci le vacanze o i giorni di smart working (fenomeni incrementati nel post pandemia). A questo si aggiungono problemi nazionali: denatalità e invecchiamento della popolazione, su tutto, che nei paesi di montagna amplificano l’eco della loro gravità. Il governo punta soprattutto sull’ampliamento dei servizi ad ampio spettro. «L’aspetto più importante – osserva Tosato – è la famiglia e l’esigenza di evitare migrazioni. Abbiamo visto che una delle cause di questo fenomeno è anche la possibilità di mandare i figli nella scuola del proprio paese. Da qui la deroga al numero minimo di studenti nelle classi». Ma in tema scuola il Ddl specifica anche «crediti d’imposta per gli insegnanti che affittano un’abitazione nel paese in cui svolgono il servizio o un punteggio maggiore nella valutazione dei titoli di carriera». E ciò che vale per gli insegnanti vale anche per i medici, siano essi di base, veterinari, pediatri e per i dipendenti pubblici, Poste comprese.




















































La leva fiscale è utilizzata anche per le riqualificazioni di immobili come prima casa o sull’acquisto di abitazioni, sempre come prima abitazione. «Non è un invito a costruire – precisa Tosato -. Tutto nel Ddl è nell’ottica di preservare ciò che c’è, ambiente compreso. Non ci saranno sponde alla speculazione». Un passo va anche in direzione della tecnologia e infrastrutture. Il provvedimento punta infatti a incrementare «la continuità dei servizi di telefonia mobile e delle connessioni digitali, la copertura dell’accesso alla rete internet e l’eliminazione delle barriere che lo limitano nonché il sostegno alla digitalizzazione della popolazione attraverso il contrasto del divario digitale e culturale» si legge nel Ddl. E questo anche nella prospettiva di un incremento dell’utilizzo del digitale nell’erogazione dei servizi sanitari. Il mantenimento della popolazione in montagna passa infatti anche dal web, dalla presenza di una connessione stabile con consenta non solo, per l’appunto, di scaricare un referto o sottoporsi ad una visita in telemedicina ma anche di prendere parte ad una riunione online o di inviare e ricevere un progetto «pesante» svariati gigabyte in tempi accettabili. Così da poter lavorare, senza rinunciare alla vista sulle vette.

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