Il Nuovo Quadro Finanziario Pluriennale dell’Unione Europea: Sfide e Controversie
La Commissione europea ha recentemente rivelato il suo piano per il nuovo Quadro finanziario pluriennale per il periodo 2028-34, suscitando reazioni di malcontento. Con un incremento del budget a 2.000 miliardi di euro, reso possibile anche dall’introduzione di nuove tasse europee – tra cui una tassa mirata alle grandi aziende con un fatturato annuo superiore a 100 milioni di euro – il piano ha sollevato critiche. In particolare, il portavoce del governo tedesco ha definito l’aumento “inaccettabile”, mentre gli agricoltori si sono lamentati dei tagli ai fondi che metterebbero a rischio la Politica Agricola Comune (PAC). Anche i membri del Parlamento europeo hanno espresso insoddisfazione riguardo alla proposta di bilancio per i prossimi sette anni.
Analisi Contestuale della Proposta
Secondo Gustavo Piga, professore di Economia politica presso l’Università di Tor Vergata a Roma, per comprendere a fondo la proposta della Commissione è essenziale considerare il contesto geopolitico attuale, dominato dalle pressioni economiche degli Stati Uniti. Gli USA, infatti, stanno spingendo l’Europa a conformarsi alle proprie esigenze economiche, che includono l’accettazione di dazi doganali e un incremento delle spese per la difesa. Queste richieste sono motivate dalla necessità di bilanciare il deficit commerciale americano e di riallocare risorse finanziarie in linea con le promesse elettorali dell’amministrazione Trump. Questa strategia mira a ricondurre lo sviluppo economico all’interno dei confini nazionali, trasformando gli Stati Uniti da consumatori a produttori globali.
Implicazioni per l’Europa e Possibili Soluzioni
Di fronte a queste pressioni, l’Europa si trova in una posizione delicata. Il rilancio dell’economia europea, secondo Piga, potrebbe passare attraverso il potenziamento della domanda interna, che è stata penalizzata da anni di politiche di austerità. Nonostante il nuovo imponente bilancio proposto, la verità è che l’incremento netto annuo sarebbe di soli 100 miliardi di euro, circa lo 0,5% del PIL dell’UE, un aumento minimo se confrontato con le reali necessità dell’Unione. Inoltre, circa 30 miliardi di euro annui verrebbero destinati al solo servizio del debito derivante dal piano Next Generation EU.
Opposizioni e Critiche alla Proposta
La proposta di bilancio ha incontrato resistenze non solo da parte della Germania, ma anche da diversi settori produttivi e alcuni membri del Parlamento europeo. Nonostante le rassicurazioni della Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha sottolineato la presenza di salvaguardie per l’agricoltura e la pesca, e malgrado l’introduzione di nuove tasse per le grandi imprese, vi è una preoccupazione diffusa riguardo al potenziale aumento dei poteri della Commissione. La proposta di passare a un modello di finanziamento simile a quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede riforme in cambio di risorse, potrebbe non essere ben accetta dagli Stati membri.
Possibili Sviluppi Futuri
Le trattative per apportare modifiche alla proposta della Commissione potrebbero estendersi per circa due anni. Tuttavia, è improbabile che le risorse disponibili aumentino significativamente. Se questo è il massimo che l’Unione Europea può sperare di ottenere da Bruxelles, di fronte alle strategie a largo raggio degli Stati Uniti, la strada dell’UE appare incerta. La sfida principale rimane definire il tipo di federalismo desiderato dall’Europa e il livello di autonomia fiscale che gli Stati membri dovrebbero mantenere per affrontare efficacemente le future crisi economiche.
(Riscritto da Lorenzo Torrisi)
— — — —
Articoli simili
Alessandro Conti ha conseguito una laurea in ingegneria finanziaria presso il Politecnico di Torino, con una specializzazione in tecnologie finanziarie. Ha lavorato come consulente per diverse start-up fintech e istituzioni bancarie. La sua specializzazione riguarda la regolamentazione dei servizi di pagamento e l’implementazione di soluzioni conformi alle nuove normative europee, in particolare PSD2. Su ComplianceJournal.it, Alessandro condivide le sue conoscenze sulla digitalizzazione dei servizi finanziari e sui rischi emergenti legati alle innovazioni tecnologiche nel settore bancario.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link