Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
26 luglio 2025
Angola, Ghana, Mauritania, Senegal e Tanzania sono gli altri cinque Paesi aggiunti al Piano Mattei per l’Africa nel 2025. Accompagnano i nove già presenti nel 2024: Algeria, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico, Repubblica del Congo (Congo-B) e Tunisia.
I cinque ultimi appaiono ufficialmente nella seconda relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano Mattei per l’Africa, aggiornata al 30 giugno scorso.
Rispetto al report precedente c’è maggiore attenzione al rafforzamento del partenariato internazionale oltre a una estensione progettuale. Purtroppo non esistono le schede dei progetti presenti nella relazione precedente che, anche se piuttosto povere, davano alcuni dettagli.
Il punto più importante del vertice di Roma dello scorso 20 giugno è la collaborazione tra il Piano Mattei per l’Africa e il Global Gateway. Quest’ultimo è un progetto dell’Unione Europea voluto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Meloni e von del Leyen hanno sottoscritto 11 intese. Hanno annunciato impegni congiunti per 1,2 miliardi di euro, destinati a infrastrutture energetiche, digitali e agroalimentari.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato l’intenzione di utilizzare circa 235 milioni di euro di crediti bilaterali in progetti di cooperazione allo sviluppo. Un particolare sostegno ai Paesi africani a basso o medio reddito.
Gli ambiti di intervento
Sono cinque gli ambiti di intervento previsti con 64 progetti: energia, agroalimentare, sanità, istruzione e formazione, infrastrutture e digitale.
La transizione energetica riguarda il Nord Africa e il Kenya. L’Egitto avrà il sostegno per gli impianti fotovoltaici mentre la Tunisia è interessata all’idrogeno verde. Il Kenya avrà, invece, il sostegno nei progetti geotermici.
Nell’agroalimentare Bonifiche Ferraresi e Leonardo sono già presenti in Algeria per rafforzare le filiere agricole. In Senegal, Ghana e Mozambico è prevista la creazione di centri agroindustriali e formazione tecnica per i giovani. I progetti intendono promuovere l’innovazione sostenibile e la sovranità alimentare.
Progetti sanitari
Etiopia e Costa d’Avorio sono i Paesi nei quali sono previsti progetti sanitari. Gli interventi riguardano il miglioramento di strutture sanitarie in aree rurali e periferiche con la fornitura di attrezzature, soprattutto a vantaggio della salute materno-infantile.
Istruzione e formazione contemplano la realizzazione di una Scuola superiore universitaria non statale dedicata all’agricoltura. Dovrebbero includere corsi professionali, bandi di ricerca e programmi di alta formazione. La Scuola nazionale dell’Amministrazione prevede invece percorsi di formazione per oltre 1.500 funzionari del continente africano.
SACE, gruppo assicurativo-finanziario italiano, controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ha creato l’Africa Champion Program. Il progetto ha l’obiettivo di potenziare le competenze delle piccole e medie imprese italiane (PMI) che operano in Africa.
Corridoio di Lobito
Per il Corridoio ferroviario di Lobito sono già stanziati 250 milioni di euro. La linea ferroviaria, strategica per Angola, Repubblica Democratica del Congo (Congo-K) e Zambia e per i finanziatori è una delle infrastrutture di punta.
L’AI Hub for Sustainable Development è il programma digitale, in corso, che prevede l’estensione dei cavi in fibra della linea Blue&Raman. È un progetto che parte dall’Italia per arrivare fino all’India portato avanti in collaborazione con UNDP e con il supporto del Ministero delle Imprese. Chiamato il “cavo della pace” si è arenato a causa della guerra a Gaza.
Sicuramente la cooperazione tra governo Meloni e Unione Europea porta maggiore visibilità al Piano Mattei per l’Africa. Per il momento ha coinvolto solo quattro privati italiani: Bonifiche Ferraresi, Leonardo, Eni e Coldiretti . “Lasciando poi fuori tutto il resto del nostro Paese”, così ha commentato uno dei lettori di Africa ExPress.
Sandro Pintus
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