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«Siamo ripartiti da nuove collaborazioni strutturali con le imprese»


VENEZIA – Meno aiuti, cibo in ritardo, trappole della burocrazia. Ma tante, tantissime bocche da sfamare, anche a Nordest. Non è stato un anno facile, quello appena trascorso, per il Banco Alimentare del Veneto, che ha visto scendere i volumi degli alimenti donati dalle 5.423 tonnellate del 2023 alle 4.660 del 2024, registrando una flessione del 14 per cento. Eppure, nonostante fattori esterni decisamente sfavorevoli, l’associazione veneta no-profit è riuscita ad assistere 82.773 persone. Un vero miracolo – senza nulla togliere alla evangelica moltiplicazione dei pani e dei pesci – realizzato grazie ad un possente investimento sulla rete delle aziende. In sostanza, il Banco Alimentare del Veneto è riuscito a mettere in piedi collaborazioni strutturate, che vanno ben oltre la semplice donazione. 

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Se il buongiorno…

Se il buon giorno si vede dal mattino, l’inizio del 2024 ha assunto un colore plumbeo. La ragione? Al Banco Alimentare, che recupera e redistribuisce alimenti ed eccedenze, nei primi mesi dello scorso anno il cibo proprio non arrivava, bloccato dalla burocrazia. «Abbiamo affrontato sfide rilevanti – spiega la presidente, Adele Biondani – prima fra tutte la forte contrazione dei volumi alimentari derivanti dal programma Fead (il Fondo di aiuti europei agli indigenti), che a causa di rallentamenti strutturali ha comportato una significativa riduzione degli alimenti disponibili».

Per comprendere la genesi dei «rallentamenti strutturali», è necessario fare un passo indietro. Il Banco Alimentare del Veneto è accreditato presso Agea, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, che gli consente di ricevere e a sua volta redistribuire gli alimenti provenienti da Fn (il Fondo nazionale per gli indigenti) e dal programma europeo Fead (il Fondo di aiuti europei agli indigenti). Un pilastro centrale, quest’ultimo, nell’ambito dell’assistenza alimentare, che però l’anno scorso ha vacillato. Soprattutto nel primo semestre, quando le gare d’appalto indette dall’Italia e dall’Europa, e rivolte alle aziende alimentari, hanno subito pesanti rallentamenti dovuti alla burocrazia. La situazione si è fortunatamente sbloccata nella seconda parte dell’anno, quando ingenti derrate sono arrivate tutte insieme. Mettendo, tra l’altro, a dura prova l’efficiente sistema logistico del Banco Alimentare Veneto, che si sviluppa nella sede centrale di Verona, nel magazzino di Pianiga, nel Veneziano, e nei due centri di smistamento a Verona e Vicenza. Da questi siti, i prodotti alimentari vengono distribuiti ad una rete di 454 organizzazioni, tra mense solidali, associazioni caritative, empori e botteghe sociali, parrocchie, cooperative e centri d’accoglienza.

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Ma se i volumi persi nel primo semestre sono stati recuperati nel secondo, a cosa è dovuto quel 14 per cento in meno di tonnellate di cibo? La risposta sta, ancora una volta, nell’Agea e nell’erogazione dei fondi pubblici, il cui importo, nel corso di un anno, è sceso del 41 per cento (-1.200 tonnellate, in termini assoluti). «Questa riduzione – spiegano dal Banco Alimentare del Veneto – rappresenta la componente principale del calo complessivo e suggerisce una minor disponibilità di fondi comunitari e nazionali e una diversa modalità di allocazione degli stessi». Meno aiuti, dunque, e un nuovo criterio di utilizzarli, con una parte che sarà destinata alle misure di accompagnamento alla persona. 

Fondi pubblici a parte, a completare il quadro dei soggetti coinvolti nella filiera dell’associazione, si aggiungono gli alimenti provenienti da supermercati, produttori e distributori, e le donazioni di privati cittadini attraverso la Giornata nazionale della colletta alimentare. Ma l’aiuto più consistente, in un anno così complesso, è arrivato dalle imprese, attraverso la costruzione di un rapporto più solido tra no-profit e profit. «Abbiamo rafforzato il progetto aziende (22 le new entry, ndr) – conclude la presidente Biondani – per costruire collaborazioni che andassero oltre la semplice donazione. E insieme abbiamo creato valore». 
 

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