Firmato un accordo storico tra Europa e Sud America per far crescere imprese, tecnologie verdi e scambi sostenibili tra PMI transatlantiche
L’accordo di libero scambio tra i Paesi EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e i membri del MERCOSUR (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) rompe oggi nuovi argini per l’innovazione applicata al commercio e alla crescita delle piccole e medie impresa.
L’intesa, varata a Palacio San Martin di Buenos Aires tra il 2 e il 3 luglio 2025, crea un mercato comune che include quasi 300 milioni di consumatori, generando un Prodotto Interno Lordo aggregato di oltre 4,3 trilioni di dollari.
Sinergie tecnologiche ed esportazioni digitalizzate
La portata innovativa dell’accordo non risiede soltanto nell’eliminazione progressiva dei dazi su oltre il 97 per cento delle esportazioni, ma nella modernizzazione delle procedure doganali, nella facilitazione di regole d’origine e nel rafforzamento di un contesto giuridico stabile per i servizi cross border e gli investimenti.
Secondo Reynaldo Rubem Ferreira Junior, docente dell’Universidade Federal de Alagoas, l’accesso facilitato al credito e ai mercati internazionali è la vera linfa per le PMI brasiliane, cruciali per la crescita economica e l’innovazione locale:
“Le imprese medie soffrono oggi una carenza di fondi per ricerca e sviluppo, ostacolando lo sviluppo di prodotti competitivi sui mercati globali”.
L’accordo favorisce inoltre il know how tecnologico: i processi di scambio includono tutela della proprietà intellettuale e acquisti governativi. Questo significa, per un’azienda svizzera del biotech, poter vendere vaccini o farmaci in Sud America con procedure certificate, o per una startup argentina affacciarsi all’Europa per servizi digitali avanzati.
Il fatto che il capitolo “Trade and Sustainable Development” sia parte integrata del FTA garantisce inoltre rispetto di standard ambientali e sociali: un driver strategico per l’innovazione sostenibile.
Un focus sulla sostenibilità e l’innovazione verde
Il capitolo sulla sostenibilità nell’accordo EFTA–MERCOSUR, accompagnato da un preciso “Record of Understanding”, definisce standard condivisi su salute animale, forestazione ed emissioni GHG, con impatti concreti sull’innovazione nei settori agroalimentare, forestale e chimico. Il report della rivista “Environmental Sciences Europe” sottolinea come accordi internazionali possano causare effetti non previsti su biodiversità, alterando le emissioni di gas serra, inquinamento chimico e deforestazione, senza un monitoring costante.
Per evitarli, l’intesa prevede meccanismi di monitoraggio adattivo, consultazioni continue e clausole di revisione per evitare “accordi ciechi”: è una logica che incoraggia investimenti in tecnologie verdi per agricoltura di precisione, bio fertilizzanti e servizi ambientali certificati.
Un genuino strumento di internazionalizzazione
Per PMI e startup, non è più soltanto questione di esportare beni e servizi, ma di diventare attori globali dell’innovazione. In Brasile, l’ecosistema delle startup tecnologiche, dalla fintech all’agritech, già beneficia della spinta istituzionale suggerita da studi come quello del cattedratico menzionato, grazie a politiche fiscali, incubatori e accesso a fondi europei, oggi potenziati dalla stipula dell’accordo di libero scambio.
Dall’altro lato, i Paesi EFTA, con la solidità delle loro infrastrutture legali e l’accesso al single market UE, aiutano le PMI sudamericane a convergere verso mercati di nicchia ad alta crescita. La rimozione di barriere su servizi e investimenti favorisce partnership transcontinentali, joint venture e trasferimenti tecnologici.
La diplomatica scandinava Cecilie Myrseth, già citata da Reuters, definisce l’accordo con MERCOSUR
“una priorità per la Norvegia” e spera in una conclusione rapida per iniziare “un percorso pragmatico e sostenibile di cooperazione commerciale”.
A livello locale, imprenditori dell’agrifood argentino come Federico Alvarez (presidente di una cooperativa di Oliveti) raccontano come l’accesso a tecnologie di certificazione europea e alla distribuzione continentale stia trasformando il loro business.
I rischi e le prospettive future di due continenti
I rischi principali riguardano squilibri tra competitività e standard ecologici. Gli studi LSE/UPLIFT citati analizzano come simili accordi abbiano stimolato deforestazione e piazze agrarie in Sud America senza clausole efficaci. Con la ratifica prevista in ciascun Paese firmatario entro la fine del 2025, i Governi devono integrare l’innovazione normativa: implementare “contingenti tariffari ambientali”, incentivi fiscali per agricoltura rigenerativa, standard armonizzati per i bio prodotti.
Nel lungo periodo, l’accordo EFTA MERCOSUR potrebbe diventare modello per trattati basati sul combinato disposto “trade + tech + green”, con la digitalizzazione doganale, la blockchain per tracciabilità, certificati con AI e governance incrociata.
Molti visionari protagonisti sulle rive all’Atlantico
Tra i principali protagonisti istituzionali coinvolti nell’accordo vi è Cecilie Myrseth, Ministra norvegese del Commercio, che ha seguito da vicino i negoziati più recenti e ne ha sottolineato il valore geopolitico:
“Abbiamo lavorato a questo accordo per anni, con l’obiettivo di costruire una cooperazione commerciale che sia pragmatica, sostenibile e capace di durare nel tempo. L’EFTA–MERCOSUR è oggi una priorità strategica per la Norvegia e per l’intera area nordica”.
La sua visione, condivisa dalla Þorgerður Katrín Gunnarsdóttir, Ministra degli Affari Esteri dell’Islanda, Sabine Monauni, VicePresidente del Governo e Ministra del Principato del Liechtenstein, e Guy Parmelin, Vicepresidente e Consigliere Federale della Svizzera, abbraccia tanto l’espansione dell’export quanto la promozione di standard ambientali condivisi.
Dal versante sudamericano, Reynaldo Rubem Ferreira Junior, docente dell’Universidade Federal de Alagoas e studioso delle politiche industriali in Brasile, ha evidenziato l’impatto concreto del trattato sulle PMI locali:
“L’accesso facilitato al credito internazionale non basta. Bisogna garantire anche una formazione solida in ricerca e sviluppo, soprattutto per le aziende di media dimensione che oggi costituiscono l’ossatura del nostro sistema produttivo”.
Egli sostiene che solo un ecosistema innovativo integrato con l’Europa potrà ridurre la dipendenza da export a basso valore aggiunto.
Emblematica anche la voce di Federico Alvarez, imprenditore argentino e presidente di una cooperativa di olivicoltori della provincia di La Rioja. Alvarez racconta:
“Grazie all’intesa con l’EFTA, stiamo avviando partnership per la certificazione biologica dei nostri prodotti secondo standard europei. Questo ci permette non solo di entrare in nuovi mercati, ma anche di alzare la qualità della produzione locale, rendendola più sostenibile e competitiva”.
Il suo caso testimonia come l’accordo possa trasformarsi in un volano per l’innovazione agricola regionale, promuovendo tecnologie per certificazioni agro biologiche in un contesto globale.
Qualità ambientale, benessere sociale, resilienza
L’accordo EFTA MERCOSUR offre un bancomat di opportunità legate all’innovazione tecnologica, alla sostenibilità e alle PMI. Ma il successo dipenderà dal mix tra regole ambientali efficaci, incentivi concreti e monitoraggi robusti.
Nel 2025, entrando nella fase di firma e ratifica, è necessario che i Governi e gli stakeholder girino verso una cultura dell’innovazione responsabile, in cui la crescita si misura non soltanto in export e PIL, ma anche in qualità ambientale, benessere sociale e resilienza.
Un modello che, se riuscirà, potrà ispirare futuri trattati EFTA resto del mondo e rappresentare un esempio virtuoso di come il commercio globale possa sposarsi all’innovazione sostenibile.
Katrín Gunnarsdóttir (Islanda) sull’Accordo di Libero Scambio EFTA-MERCOSUR
Sabine Monauni (Liechtenstein) sull’Accordo di Libero Scambio EFTA-MERCOSUR
Cecilie Myrseth (Norvegia) sull’Accordo di Libero Scambio EFTA-MERCOSUR
Guy Parmelin (Svizzera) sull’Accordo di Libero Scambio EFTA- MERCOSUR
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