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Per Pimco l’asset class è cambiata. E l’attuale maturità del mercato offre numerose occasioni per i gestori attivi orientati al relative value. I settori più attraenti
Da selvaggio west della finanza a mercato maturo e complesso, in cui adottare un approccio elettivo e agile è più importate che arrivare per primi. L’universo del credito privato è cambiato radicalmente negli ultimi anni e offre numerose opportunità, soprattutto nell’asset-based finance e in alcuni settori dell’immobiliare. Parola di Jason Steiner, portfolio manager Private lending and Opportunistic Strategies di Pimco, secondo cui è però necessario avere un occhio attento al valore e strategie di gestione attiva collaudate nel tempo per sbloccare davvero il pieno potenziale di questa asset class.
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Un mercato sempre più affollato
Nato come conseguenza dei precedenti boom dei junk bond ma anche dei leveraged buyout e del private equity, il credito privato si è evoluto come nicchia di finanziatori non bancari che concedono prestiti a tasso variabile negoziati privatamente a società altamente indebitate. Poi, come ricostruisce Steiner, la crisi finanziaria globale ha innescato una rara convergenza di forze che ne ha accelerato la crescita. “I massicci stimoli fiscali dei governi, una politica monetaria accomodante, le normative bancarie più severe e un aumento dei capitali alla ricerca di rendimenti hanno incoraggiato un’attività creditizia aggressiva al di fuori del sistema bancario tradizionale. E gli investitori si sono precipitati a caccia di questi eccezionali rendimenti”, spiega. Come per tutte le nuove frontiere, il credito diretto alle imprese è però diventato sempre più affollato e meno differenziato nel tempo. “L’era del denaro facile è tramontata con l’aumento dei tassi di interesse e l’afflusso di capitali in risposta ai solidi rendimenti storici ha raggiunto il livello delle opportunità disponibili”, mette quindi in guardia l’esperto.
Il passaggio cruciale dall’accesso alla gestione attiva
Il credito diretto alle imprese, che rimane il settore più ampio dell’asset class, secondo Steiner assomiglia ora molto più al mercato dei prestiti bancari sindacati e meno all’opportunità relativamente esclusiva di rendimenti elevati com’era percepito anni fa. Pur continuando a presentare commissioni più elevate, minore liquidità e meno vie d’uscita per gli investitori. “Il vecchio modello dell’era post-crisi finanziaria globale non sembra più sufficiente”, chiarisce, facendo riferimento, alla possibilità di ottenere finanziamenti diretti tramite veicoli semi-liquidi da parte delle imprese. La vera novità, a suo parere, è quindi il passaggio alla gestione attiva. “Il nuovo modello consiste nello sbloccare potenziali opportunità attraverso strategie attive e di valore relativo”, rimarca, “confrontando il rischio e il rendimento tra i sotto-settori o persino tra interi mercati per poi allocare il capitale di conseguenza”.
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L’importanza di un approccio basato sul valore relativo
Nell’attuale contesto, in cui le banche si stanno adeguando all’aumento dei tassi così come all’evoluzione delle normative e alle tensioni nel settore immobiliare, il credito privato è quindi sbocciato oltre il prestito alle imprese si è trasformato in un ecosistema che tocca quasi ogni angolo dell’economia. “I mercati del credito privato sono ora sufficientemente ampi e diversificati da offrire una vasta gamma di profili di rischio e valutazioni e incoraggiare strategie di valore relativo”, assicura Steiner. Dal suo punto di vista, l’area a maggior crescita è l’asset-based finance: si tratta di finanziamenti all’economia globale attraverso crediti ipotecari residenziali, crediti al consumo e prestiti non al consumo spesso garantiti da asset reali. Non solo, però. Per l’esperto, anche il credito immobiliare è un settore sempre più dinamico. Per questo è convinto che un approccio basato sul valore relativo sia ancora più importante in un momento di crescente interazione tra pubblico e privato, evidente sia nella sovrapposizione delle tipologie di asset disponibili in ciascun mercato sia nelle dinamiche dei flussi di fondi. “C’è che pensa che il private credit potrebbe sottrarre quote ai titoli negoziati ma noi abbiamo una visione più ampia”, afferma. Poi chiarisce: “Oggi più che mai, gli investitori possono scegliere tra l’intero spettro del segmento per trovare gli investimenti che ritengono offrire il miglior potenziale di rendimento corretto per il rischio”.
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La gestione attiva può fare la differenza
Per Steiner, mercati pubblici e privati non quindi sono rivali ma vanno visti come strumenti complementari nella cassetta degli attrezzi di un investitore. “I gestori che operano esclusivamente nell’uno o nell’altro contesto tendono a promuovere solo il proprio approccio mentre chi ha accesso a entrambi può offrire opinioni imparziali e perseguire opportunità in base alla loro attrattiva relativa in un dato momento”, sottolinea.
Dall’asset-based finance all’immobiliare: le opportunità
Tra gli ambiti più appetibili, il portfolio manager di Pimco annovera soprattutto l’asset-based finance e alcuni settori del credito immobiliare. “Preferiamo un mix di asset a tasso fisso e variabile”, precisa, aggiungendo che il credito privato di alta qualità legato al consumo è più interessante della maggior parte di quello societario: un risultato merito della combinazione di standard più rigorosi, livelli di leva finanziaria iniziali più bassi e valutazioni favorevoli. Per Steiner, insomma, i giorni dell’esposizione passiva al ‘selvaggio west’ sono davvero finiti. “In un mercato maturo e complesso come quello attuale”, afferma, “è importante essere selettivi e agili”. Poi conclude: “Avere un occhio attento al valore e strategie di gestione attiva collaudate nel tempo può aiutare a sbloccarne il pieno potenziale”.
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