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Economia da “Baviera” del Nord, ma cresce la popolazione anziana


Una Baviera del Nord Ovest, con risultati che confermano il «Modello Cuneo» ai vertici regionali e nazionali, trainato dalla produzione industriale e dall’export. Il tessuto imprenditoriale ha dimostrato solidità, tenuta e resilienza ai venti di crisi internazionali. Ottimi i riscontri sul mercato del lavoro, ma la provincia si scopre sempre più vecchia e iniziano a farsi sentire i primi segnali di rallentamento, dovuti alle tensioni geopolitiche e ai dazi americani, con prospettive incerte e poco incoraggianti sul lungo periodo. È quanto emerso ieri, alla Camera di commercio di Cuneo, alla presentazione del «Rapporto Cuneo 2025» elaborato dall’Ufficio Studi dell’ente, una «fotografia» dell’economia reale della Granda riferita al 2024. L’incontro, moderato dalla giornalista Alessandra Perera, è stato aperto dai saluti istituzionali di Patrizia Mellano (segretario generale Camera di Commercio) e dalla sindaca Patrizia Manassero, con gli interventi dei parlamentari Chiara Gribaudo (Pd) e Giorgio Bergesio (Lega) e del presidente regionale di Confartigianato, Giorgio Felici. «Il futuro nasce dalla forza della nostra comunità e dalla visione condivisa – l’introduzione di Luca Crosetto, da poco riconfermato presidente dell’ente camerale -. Dobbiamo avere il coraggio di mettere i giovani al centro dell’economia civile, creare contesti che li accompagnino nella crescita, restituiscano fiducia per immaginare, innovare, agire. Le sfide sono tante, ma Cuneo ha la capacità di reagire, affrontarle e vincerle». (La Stampa)

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E via con i numeri, illustrati da Sara Bovini, responsabile Ufficio Studi e statistica di Unioncamere Piemonte. Nonostante un contesto globale estremamente incerto, lo scenario socio-economico 2024 della Granda è stato positivo. In leggera flessione il tasso di crescita delle imprese, con 64.840 sedi (-0,3%), crescono le società di capitale (+392 unità) a discapito delle aziende minori, per un tessuto imprenditoriale più solido, strutturato e con un forte tasso di sopravvivenza (74% a tre anni dall’iscrizione). Si rafforza l’artigianato (+0,2%), scendono la componente femminile (-1%) e le imprese guidate da giovani (-1,5%), aumentano quelle condotte da stranieri (+7,4%). Gli altri indicatori economici: 23,4 miliardi di prodotto interno lordo (+1,7%), pari al 14,7% della ricchezza regionale e l’1,1% di quella nazionale; 35.943 euro di valore aggiunto pro-capite (primo posto in Piemonte, scavalcata Torino); mercato del lavoro sano, con un tasso di occupazione al 70,5% (superiore al 69% regionale e 62,2% nazionale) con 263 mila occupati, di cui il 56,3% uomini. E un tasso di disoccupazione al 2,8%: «Come non si vedeva da anni, più basso di quello della Baviera» ha osservato la Bovini, aprendo una parentesi sulla situazione demografica. Cuneo è ancora la provincia piemontese con l’età media più bassa (46,8 anni), ma si contano oltre 206 anziani ogni 100 giovani (nel 2023, gli over 65 erano 199 su 100 under 15). Negli ultimi vent’anni, la fascia più numerosa è passata da 40-44 a 55-59 anni e solo gli stranieri contribuiscono a ringiovanire la popolazione, anche sul fronte lavorativo, grazie a una fascia preponderante tra 35-39 anni.

Il primato di 11,2 miliardi di export e gli eccellenti dati del turismo con oltre 2,1 milioni di presenze (+5%) e 898.120 arrivi (+4,6%), l’incontro è stata anche l’occasione per volgere uno sguardo alle previsioni, con l’analisi di Livia Simongini della società di ricerca Prometeia: «Lo scenario internazionale non aiuta, a inizio 2025 sono peggiorati gli indicatori con una contrazione dell’export. Non possiamo attenderci le performance a cui Cuneo ci ha sempre abituati. Nel medio periodo è attesa una crescita del Pil attorno allo 0,3%, trainato dall’export e dai principali settori, agroalimentare e metalmeccanica. Il tessuto economico ha le potenzialità per rispondere alle nuove incertezze, puntando su specializzazione e innovazione, sviluppo sostenibile e competitivo».



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