Nella fattispecie parliamo di 120 milioni di euro PNRR sui 293 necessari per la realizzazione dell’intera tratta, che sarebbero stati spesi per la prima tratta costruttiva Giureconsulti-Porta Cavalleggeri.
A ritardare la realizzazione dell’opera una serie di problemi gravi, ben raccontati dal portale Cityrailways: prima le carenze del progetto preliminare hanno portato ad una ridefinizione dell’intera opera, fortunatamente molto migliorata nel tavolo partecipativo, e poi la recalcitranza del Sindaco hanno portato alla situazione attuale.
Nonostante l’appalto sia stato assegnato da dicembre 2023 non vi è traccia neanche di un cantiere preparatorio.
Sta di fatto che l’opera ha perso il finanziamento PNRR per la tratta Termini – Argentina (2,1 km) dirottando i finanziamenti sulla tramvia Togliatti (altro cantiere con qualche, sic, ritardo) e coprendo l’ammanco con fondi ordinari del Fondo infrastrutture: l’Amministrazione tira un sospiro di sollievo per aver eliminato il vincolo del giugno 2026 […] ma non c’è alcun pronunciamento ufficiale su quale sarebbero le tempistiche per la TVA a questo punto.
Così tra Giubileo ’25 e campagna elettorale per le elezioni del ’27 i lavori rischiano di sovrapporsi ed entrare in conflitto con quelli della tratta T1 della linea C della metro ma anche con i preparativi dei Giubileo del ’33 (quello dei 2.000 anni dalla nascita di Cristo). A proposito di sacri festeggiamenti, non resta che attendere un miracolo perché si apra almeno un cantiere (vero) del piano tram commissariato dal Governo.
Spiega Cityrailways.
Nel frattempo un raggruppamento di 10 comitati di peso, guidate dall’associazione XRoma che nel 2017 fu protagonista del rilancio della TVA, hanno scritto diverse missive a Gualtieri senza ricevere risposta.
Non c’è ancora un progetto definitivo che rispetti l’obiettivo di collegare i tre previsti punti nevralgici della città, men che meno c’è un “cronoprogramma” cui legare finanziamenti dedicati, anzi, ulteriori ritardi si aggiungono a quelli già accumulati. E non si capisce bene se l’opera – qualora dovesse una buona volta incominciare – verrà mai completata interamente. Con l’azzeramento, in tal caso, dei benefici previsti, lo spreco dei lavori parzialmente realizzati e una sola certezza: disagi e danni per i cittadini delle zone coinvolte dai lavori. Senza considerare le onerose penali che legittimamente le imprese interessate potranno richiedere.
Eppure Gualtieri aveva indicato la TVA come opera prioritaria del proprio programma elettorale, promettendone la realizzazione entro il 2024 e in tempo per il Giubileo: il 2024 è abbondantemente passato, l’anno giubilare è trascorso per oltre metà ma del nuovo tram non c’è nemmeno l’ombra.
Purtroppo gli ulteriori atti preparatori, quali l’acquisizione dell’area per il futuro deposito di Cardinal Micara e la convenzione per lo spostamento dei sottoservizi, si sono rivelati fumo negli occhi di chi fino all’ultimo ha sperato che la TVA fosse realizzata: in questo contesto l’assessore Patané risulta essere completamente in balia delle politiche dissennate del Sindaco. Il mantra è sempre lo stesso: prendere tempo e attendere le elezioni del 2026.
In questo quadro di asfissiante silenzio, dove anche le opposizioni politiche accolgono con favore l’addio alla TVA, la tanto decantata rinascita della mobilità di Roma si ridurrà solo ad un sussulto post-giubilare di autobus nuovi e qualche nuova linea tramviaria periferica.
La TVA doveva essere il simbolo di una nuova era, è diventata l’emblema di un fallimento annunciato. Un progetto dimenticato da chi l’aveva promesso, ignorato da chi avrebbe dovuto difenderlo. Restano solo fondi persi, cantieri mai aperti e una città che continua a restare bloccata nel suo traffico, inchiodata nell’immobilismo di chi governa senza visione e coraggio.
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