Al vertice Onu sui sistemi alimentari di Addis Abeba, co-organizzato da Italia ed Etiopia, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha lanciato un messaggio chiaro: la sicurezza alimentare è una priorità globale, con profonde implicazioni politiche, economiche e sociali.
Un vertice nel cuore dell’Africa
Per la prima volta, il summit Onu sui sistemi alimentari si è tenuto in Africa. «Abbiamo scelto di co-organizzare questo evento ad Addis Abeba con il governo etiope non solo perché l’Italia ha un rapporto speciale con l’Etiopia e una cooperazione pragmatica basata su progetti e iniziative concrete, ma anche perché crediamo sia fondamentale coinvolgere il continente africano come protagonista nelle scelte e nelle azioni della comunità internazionale», ha affermato Meloni.
L’impegno dell’Etiopia
Ad aprire i lavori, il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha sottolineato le responsabilità storiche e le attuali fragilità del continente: «L’Africa è il continente meno responsabile ma più colpito dai cambiamenti climatici. Non abbiamo più il tempo di aspettare che gli aiuti arrivino. Siamo aperti a investimenti su tecnologie e a collaborazioni per potenziare i piccoli agricoltori che danno da mangiare alla stragrande maggioranza del continente». Ahmed ha ricordato l’importanza della cooperazione multilivello: «È un grande onore ospitare il secondo vertice Onu con l’Italia. Un’occasione di bilancio e di impegno per la costruzione di sistemi resilienti e giusti per tutti. In Etiopia abbiamo fatto scelte audaci: lavorare in cooperazione su scala globale oltre che al livello locale. Stiamo costruendo sistemi resilienti per ridurre anche la nostra dipendenza, con una road map incentrata su riforme economiche, microcredito, formazione per un accesso inclusivo al cibo con più di 700 interventi nel settore».
La sicurezza alimentare come priorità globale
«La sicurezza alimentare è una sfida epocale, di assoluta priorità», ha dichiarato la presidente del Consiglio. Ha ricordato che, sebbene l’insicurezza alimentare globale sia diminuita negli ultimi settant’anni, colpisce ancora circa il 10% della popolazione mondiale, con una forte concentrazione in Africa. «Una persona su cinque soffre la fame e non ha accesso a cibo sufficiente, sicuro e nutriente per condurre una vita sana».
Crisi globali e conseguenze locali
Meloni ha evidenziato come le recenti crisi globali, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, abbiano aggravato la situazione: «Hanno interrotto flussi economici e commerciali, destabilizzato i mercati e alimentato ondate di inflazione che hanno colpito duramente le nazioni più fragili, soprattutto nel Sud del mondo e in Africa». Ha poi avvertito: «Quando le persone non hanno accesso al cibo o perdono i mezzi per produrlo, le conseguenze possono essere catastrofiche: la povertà peggiora, i conflitti si intensificano e le comunità diventano più vulnerabili alla violenza, al terrorismo e alle migrazioni forzate».
Il cibo come motore di sviluppo
Nel suo intervento, Meloni ha insistito sulla necessità di superare una visione meramente emergenziale. «L’insicurezza alimentare è, in ogni suo aspetto, una questione politica. Ma non solo. È anche, e soprattutto, una questione economica», ha ribadito. «I sistemi alimentari sono un motore di crescita e sviluppo, sia per le nazioni più fragili che per quelle economicamente più solide. Al centro della nostra azione deve esserci lo sviluppo delle comunità su cui scegliamo di concentrare i nostri sforzi».
Il Piano Mattei e l’agroalimentare come strategia
Meloni ha delineato i pilastri del Piano Mattei per l’Africa, sottolineando il ruolo strategico del settore agroalimentare: «Un settore in cui l’Italia vanta un know-how unico che coniuga tradizione e innovazione». L’Italia ha avviato partenariati pubblico-privati con diversi Paesi africani, tra cui Algeria, Senegal, Ghana, Congo, e in futuro anche Costa d’Avorio e Kenya. Tra i progetti più significativi, la bonifica di oltre 36.000 ettari di deserto in Algeria, destinati alla produzione di cereali e legumi, con un impatto stimato su oltre 600.000 persone.
Formazione, acqua e filiere resilienti
Accanto agli investimenti produttivi, il governo italiano punta su formazione e gestione sostenibile delle risorse: «La formazione tecnico-scientifica è cruciale per fare la differenza e deve essere integrata in un approccio di filiera, dalle sementi alla distribuzione del prodotto». In questo contesto, Meloni ha annunciato la nascita di un centro di formazione professionale agricola in Algeria, intitolato a Enrico Mattei. Altro ambito fondamentale è la gestione dell’acqua: «Una risorsa attorno alla quale si profila una crescente sfida geopolitica e di sovranità».
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