/ pavia
Senza infamia e senza lode. È il piazzamento di Pavia e provincia in termini di presenza di startup, secondo l’ultimo report di Unioncamere che riporta i dati desunti del Registro imprese.
A giugno queste società (imprese nate da poco e in genere con una forte componente di innovazione) erano 63 sul nostro territorio, un numero lontano dalle prime venti province (Milano in testa con 2.463, a chiudere Avellino con 120) e d’altra parte ben al di sopra delle ultime venti (Lodi con 18, in coda Verbano Cusio Ossola a quota zero).
Eppure se da un lato a Pavia la diffusione risulta superiore ad altre province lombarde come Mantova, Lecco, Cremona, Lodi appunto, e Sondrio (ma distante dai numeri di territori più sviluppate della regione), ci si aspetterebbe di più considerando che Pavia città è sede di una importante Università, fucina di attività innovative (molte startup nascono in ambiente accademico per poi svilupparsi al di fuori). Rispetto a un anno fa, inoltre, si registra una lieve riduzione (erano 66), in controtendenza con quanto accade a livello nazionale (+1,42% nel secondo trimestre dell’anno a confronto con il precedente).
le più strutturate
Tra le startup come è noto c’è un’alta mortalità (circa il 90% a 18 mesi dalla nascita: pochissime riescono a raggiungere un livello di fatturato adeguato a garantirgli la sopravvivenza e lo sviluppo), e quanto a dimensione e consistenza anche quelle pavesi presentano un sostanziale debolezza, con poche eccezioni.
Soltanto in quattro, ad esempio, risultano avere un numero di addetti compreso tra 5 e 9: le vigevanesi Quantix digital, che produce macchine per stampa digitale di oggetti tridimensionali rivolti al packaging, e Atom Lab, che si occupa di big data e piattaforme hardware e software; la Bright system di Cura Carpignano che progetta laser innovativi per applicazioni industrtiali; la pavese Saturnalia, che sviluppa software che sfrutta il telerilevamento satellitare per aziende agricole. Le prime tre sono anche quelle più strutturate in termini di capitale e con un valore della produzione che supera almeno la soglia dei 500mila euro (a queste si aggiungono Prokardia, che si occupa di telemonitoraggio cardiovascolare e modelli previsionali di eventi clinici con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, e Ora Energy solutions, che sviluppa servizi innovativi nel settore energetico). Ben 28 startup, al contrario, non superano i 100mila euro di fatturato annuo.
Alle startup si aggiungono le piccole e medie imprese innovative, aziende in generale più solide e di meno recente costituzione: sono quindici in provincia.
il confronto col dato nazionale
I dati nazionali riportati da Unioncamere indicano che il valore della produzione medio per impresa nell’esercizio 2023 è stato di 208mila euro. Le startup innovative con una prevalenza femminile sono il 13,7% del totale, con una leggera diminuzione rispetto al primo trimestre dell’anno.
Le startup innovative a prevalenza giovanile (under 35) sono invece il 16,1% del totale, in questo caso il dato è in aumento rispetto al trimestre precedente, mentre quelle con una compagine sociale a prevalenza straniera sono il 4,2%.
Sotto il profilo dell’occupazione, il numero di startup con dipendenti – 4.705 su 12.342, sempre a livello nazionale – è in controtendenza rispetto al trimestre precedente e risulta in diminuzione, con una media di 3,48 addetti a impresa. —
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link