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UROBO BIOTECH NEL GOTHA DELL’HULT PRIZE


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Urobo Biotech – start up che nasce dalla ricerca sviluppata tra l’Italia ed il Sudafrica e che vede il coinvolgimento del Dott. Wessel Myburgh, CEO post-doc dell’Università di Padova e della Stellenbosch University, della Dott.ssa Dominique Rocher, COO e dottoranda dell’Università di Padova insieme al Professor Lorenzo Favaro dell’Università di Padova e ai Professori Marinda Viljoen-Bloom e Willem van Zyl della Stellenbosch University –  in questi giorni è stata selezionata tra le 22 migliori startup studentesche per partecipare – dal 6 agosto al 4 settembre all’iconica Ashridge House vicino a Londra – al Global Accelerator dell’Hult Prize.

Entrando nella terza fase dell’Hult Prize Incubator, Urobo Biotech, si è aggiudicata 4 dei 5 pitching contest. Non solo, si è piazzata tra i migliori 5 team “fast-tracked” in quella che è ritenuta la più grande competizione al mondo tra start-up proposte da studenti che generano con le loro idee un impatto sociale, economico ed ambientale misurabile.

Nella competizione legata all’Hult Prize, dopo essere stata selezionata tra oltre 188.000 pretendenti da 131 paesi, Urobo Biotech, attraverso cinque passi successivi, affinerà la sua idea di business, le sarà assegnata a una guida scientifica e competerà per vincere 1 milione di dollari.

Davvero un grande traguardo quello raggiunto dai giovani talenti Wessel Myburgh, Dominique Rocher e Daniele Vezzini, dottorando in Crop Science dell’Università di Padova in co-tutela, come Rocher lo è con la Stellenbosch University. Il team vincitore di Hult Prize riceverà 1 milione di dollari da investire nella propria attività e portarla ad un livello superiore. La finale si terrà il 5 settembre alla Tate Modern di Londra.

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Urobo Biotech aveva già nel 2023 partecipato al Prototypes for Humanity, il più grande raduno al mondo di talenti ed innovazione – nell’ambito della categoria “Energia, efficienza e rifiuti” – alla COP28 di Dubai.

«Al centro del progetto di Urobo Biotech – commenta Lorenzo Favaro del Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente Professore e professore straordinario di Microbiologia alla Stellenbosch University – c’è lo sviluppo di processi enzimatici e microbiologici per convertire le bioplastiche a fine vita in bioprodotti come fine chemicals e biocombustibili di alto valore aggiunto. Questa tecnologia consente la depolimerizzazione selettiva delle bioplastiche sia nei flussi di rifiuti plastici fossili ai fini del riciclo sia nell’ambito della gestione della frazione organica dei rifiuti solidi urbani chiamata FORSU. Le soluzioni biotecnologiche sviluppate possono, ad esempio, aumentare la produzione di energia rinnovabile dalle bioplastiche a fine vita, creando un valore aggiunto per gli impianti di gestione della FORSU».

Urobo Biotech si propone come key player innovativo per affrontare il problema globale della gestione end-of-life delle bioplastiche, con l’obiettivo di definire nuove soluzioni per il riciclo e la valorizzazione delle bioplastiche in un contesto di economia circolare..

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Ada Rizzo, 28 Luglio 2025, Jesolo


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