Accordo Ue-Usa sui dazi: opportunità e incognite per l’agricoltura e l’agromeccanica
Un’intesa di massima tra Stati Uniti e Unione Europea fissa un nuovo scenario commerciale globale. L’accordo prevede dazi calmierati e investimenti strategici. Ma cosa cambia per il comparto agricolo e l’industria agromeccanica europea?
Nel cuore della Scozia, tra le buche perfette del resort golfistico di Donald Trump a Turnberry, è stato siglato un accordo che promette di ridisegnare i rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea.
Protagonisti: l’ex presidente americano e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Oggetto: una nuova cornice tariffaria che, pur lasciando irrisolti numerosi dettagli, introduce dazi uniformi al 15% sull’export europeo negli Stati Uniti. Un’intesa che si riflette anche sull’agricoltura e sulla filiera agromeccanica, settori nevralgici per la competitività europea.
Il patto: 15% di dazi generalizzati, settori strategici esenti
L’accordo prevede che le esportazioni europee verso gli USA – comprese auto, semiconduttori, prodotti farmaceutici e alcune categorie agricole – siano soggette a un dazio massimo del 15%. Una cifra ben più contenuta rispetto al 27,5% precedentemente applicato all’automotive e ai picchi del 30% che incombevano su altri settori chiave, agricoltura compresa.
accordo prevede che le esportazioni europee verso gli USA – comprese auto, semiconduttori, prodotti farmaceutici e alcune categorie agricole – siano soggette a un dazio massimo del 15%
Foto di: OmniTrattore.it
Von der Leyen ha sottolineato che per una serie di “prodotti strategici”, tra cui figurano “alcuni prodotti agricoli, apparecchiature, semiconduttori e farmaci generici”, è previsto l’azzeramento reciproco dei dazi.
Tuttavia, l’elenco completo è ancora in fase di definizione. In parallelo, l’Unione Europea si è impegnata in acquisti energetici dagli Stati Uniti per 750 miliardi di dollari in tre anni, e in un piano d’investimento per 600 miliardi di dollari.
Reazioni positive, ma prudenza su settori sensibili
Il primo commento positivo è arrivato dalla Germania, per bocca del cancelliere Friedrich Merz:
Evitata un’escalation commerciale che avrebbe colpito duramente l’industria tedesca, in particolare quella automobilistica.
Merz ha anche auspicato una futura riduzione delle barriere su altri fronti, come l’accordo Mercosur, e ha confermato il pieno supporto tedesco alla Commissione Ue.
Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo, ha parlato di “priorità alla cooperazione e certezza per le imprese”, sottolineando la necessità di sfruttare questo risultato per rafforzare la competitività globale dell’Unione. Più cauta Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo:
L’Eurocamera analizzerà l’intesa per garantire che risponda davvero agli interessi di imprese e consumatori.
Agricoltura: tra rischi e opportunità
L’impatto sull’agricoltura è potenzialmente profondo. Trump ha definito il settore agricolo “strategico” e ha lasciato intendere che potrebbe rimanere soggetto a dazi significativi o addirittura aumentati. Le dichiarazioni della Casa Bianca, che prepara tariffe fino al 200% su alcuni prodotti farmaceutici e agroalimentari, alimentano preoccupazioni.
Tuttavia, Bruxelles ha ribadito che l’intesa include zero dazi su una selezione di prodotti agroalimentari, aprendo uno spiraglio importante per le esportazioni europee di alta qualità – come vino, latticini, carne e trasformati – particolarmente penalizzate dalle precedenti tensioni commerciali.
Ma la questione resta aperta: Francia e Polonia, grandi esportatori agricoli, temono che le nuove regole possano danneggiare i loro interessi, soprattutto se gli Stati Uniti useranno lo strumento tariffario per proteggere la loro produzione interna o per fare leva su questioni legate alla sicurezza nazionale.
Agromeccanica: più export e accesso ai mercati?
Per il settore agromeccanico – che include la produzione di trattori, macchine per la lavorazione del suolo, irroratrici e tecnologie di precisione – l’accordo rappresenta una finestra strategica. Gli USA, infatti, sono uno dei principali mercati di sbocco per l’industria europea del settore, guidata da Italia e Germania.
La riduzione dei dazi doganali potrebbe tradursi in una maggiore competitività delle aziende europee rispetto ai concorrenti statunitensi e asiatici. Von der Leyen ha assicurato che le imprese USA avranno un accesso più ampio al mercato Ue, ma l’assenza di dettagli specifici su macchinari agricoli lascia spazio a interpretazioni diverse.
Inoltre, resta da capire se le componenti tecnologiche importate dagli USA, spesso fondamentali per l’assemblaggio delle macchine europee, saranno soggette a esenzioni tariffarie o meno. La presidente della Commissione ha parlato di cooperazione rafforzata su semiconduttori e risorse critiche, due asset strategici anche per l’innovazione agricola e la digitalizzazione del settore.
L’intesa tra Ue e Usa rappresenta una tregua nella guerra commerciale che negli ultimi anni aveva minacciato i settori più strategici dell’economia europea
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Sfide aperte per l’agri e non
L’intesa raggiunta è, per ora, un accordo quadro, con molte incognite da chiarire. Il Parlamento europeo dovrà esaminarlo in dettaglio, valutandone gli impatti a livello nazionale e settoriale. Gli Stati membri, a partire da quelli con forti interessi agricoli e industriali, chiederanno garanzie concrete.
Intanto, l’accordo ha avuto un immediato effetto rassicurante sui mercati finanziari e sulle borse internazionali, con lo S&P 500 e il Nasdaq in rialzo. Una boccata d’ossigeno anche per i settori agromeccanici, che in un clima commerciale più stabile potrebbero vedere riattivati investimenti e commesse oggi frenati dall’incertezza.
Stabilità, ma solo potenziale
L’intesa tra Ue e Usa rappresenta una tregua nella guerra commerciale che negli ultimi anni aveva minacciato i settori più strategici dell’economia europea. Per l’agricoltura e l’agromeccanica si apre una fase di transizione: da un lato, più prevedibilità e meno rischi di dazi punitivi; dall’altro, l’esigenza di tutelare gli interessi produttivi e tecnologici europei, evitando che l’accesso al mercato si trasformi in una corsa al ribasso.
L’Europa è chiamata ora a rafforzare la sua rete commerciale, a investire in innovazione e a definire regole chiare per difendere la qualità e la competitività delle sue eccellenze agricole e industriali. L’agromeccanica, crocevia tra tecnologia e produzione agricola, può e deve essere uno dei motori di questa rinascita.
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