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“Aspettiamo di vedere cosa succede a Taranto”


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Qual è la posizione della giunta di Genova sull’ipotesi di un forno elettrico all’ex Ilva? Dopo il “terremoto” a Taranto, con le dimissioni del sindaco Piero Bitetti, la prima cittadina Silvia Salis prende tempo: “Questa evoluzione repentina degli eventi rimanda a più avanti qualsiasi tipo di ragionamento”.

I tecnici del ministero a Genova dopo il periodo delle ferie estive

Tra l’altro lunedì mattina Salis aveva sentito per telefono il ministro delle Imprese Adolfo Urso proprio per discutere del forno elettrico: “Gli avevo confermato la mia disponibilità a esprimersi su questo tema – rimarca la sindaca – dopo una condivisione con la città e lui si era detto disponibile a mandare i tecnici del ministero a Genova tra fine agosto e inizio settembre”.

VIDEO | Oltre 200 persone all’assemblea sul forno elettrico a Cornigliano: “Sindaca, non firmi l’accordo”

Poi in serata l’evoluzione con le dimissioni del sindaco di Taranto: il passo indietro del primo cittadino, a capo di una coalizione di centrosinistra ed eletto neppure due mesi fa, è arrivato dopo le forti contestazioni da parte di cittadini e associazioni ambientaliste, al termine di un incontro sul futuro dell’ex Ilva che anticipava il consiglio comunale monotematico del 30 luglio sull’accordo di decarbonizzazione proposto dal governo (che però prevede la realizzazione di forni elettrici e di una grande quantità di gas per sostituire l’alimentazione a carbone).

Salis: “Poco serio esprimersi senza avere elementi chiari”

La sindaca ha preso la parola dopo le sollecitazioni dell’opposizione che voleva discutere del tema chiedendo all’amministrazione di dare una risposta sulla prospettiva del forno elettrico – sì o no – nei tempi chiesti dal Mimit, ovvero i primi giorni di agosto, ma l’ordine del giorno straordinario è stato rimandato alla prossima settimana. “Credo che sarebbe poco serio esprimersi senza avere elementi su che tipo di investimento verrà fatto, chi investe e quanto, qual è il piano industriale”.

Insomma, difficile per la giunta genovese prendere posizione tra l’altro con una situazione in continuo divenire a Taranto: “Bisogna vedere inizialmente intanto cosa succede lì – conclude Salis – e aspettare a pronunciarsi in maniera definitiva, perché serve un piano di investimento e soprattutto una condivisione con la città che il ministero ci ha garantito. Per questo secondo me è utile rimandare, occorre approfondire maggiormente gli sviluppi di questo piano industriale che ancora non sono chiari, ancor meno dopo ieri sera”.

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Le proteste del centrodestra: “La giunta abbia il coraggio di esprimersi sul forno elettrico”

Salis, come detto, ha preso la parola sollecitata dall’opposizione di centrodestra che voleva discutere dell’argomento: “La città deve sapere se si vuole procedere oppure no con il forno elettrico” sono le parole della consigliera Alessandra Bianchi, FdI.

Per Mario Mascia, Forza Italia, bisogna avere “il coraggio di assumere delle decisioni, o quantomeno di valutarle. Il futuro per i lavoratori dell’ex Ilva non può essere la prospettiva dei lavori socialmente utili: il modo per garantirlo è collocare Genova nell’ambito di uno scenario economico internazionale e di attribuire alla città un ruolo centrale anche nell’ambito della filiera dell’acciaio. Certo, ci sono preoccupazioni da parte della comunità di Cornigliano che ha pagato un prezzo salatissimo in passato, ma se c’è la possibilità di riuscire a garantire uno sviluppo industriale a Genova in maniera sostenibile bisogna perseguirla con coraggio”.

“Quello che è accaduto a Taranto – sottolinea Ilaria Cavo, Orgoglio Genova – non deve rimandare una discussione sulle prospettive di Genova. Non ci potrà essere un piano industriale se prima non ci sarà una gara aggiornata”. “Non vogliamo – continua Sergio Gambino, gruppo misto – che quella che potrebbe essere un’opportunità di rilancio per la siderurgia sia bloccata dalla discussione con un approccio ideologico. Che la discussione sia funzionale ad arrivare a una sintesi di sviluppo, occupazione e tutela della salute”.

Alla fine la minoranza, in una nota congiunta, attacca l’amministrazione: “Oggi ci siamo trovati di fronte all’ennesimo rinvio da parte della maggioranza. Trattare il tema ex Ilva la prossima settimana, non assumersi un impegno neppure sulle tempistiche della risposta, significa arrivare fuori tempo massimo e non avere il coraggio di prendersi responsabilità chiare. Le argomentazioni usate dai capigruppo di maggioranza si avvitano su se stesse: non vogliono trattare oggi il tema ex Ilva perché non si conoscono i dettagli del piano industriale ma il piano industriale non si conoscerà mai finché non sarà aggiornata e chiusa la gara. Solo allora, quando la gara avrà un aggiudicatario, si potranno avere queste informazioni. È un cane che si morde la coda”.



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