Vuoi bloccare la procedura esecutiva?

richiedi il saldo e stralcio

 

Dazi, il presidente di Confindustria: «Abbiamo evitato il disastro»


di
Alessandro Rigamonti

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Le ricadute dell’accordo Trump-Ue. Resta l’incertezza su vino e formaggi. La paura adesso è lo sbarco di prodotti made in Usa

Poteva andare peggio, di sicuro non va bene, ma almeno adesso si può iniziare a programmare. Sempre che Donald Trump non cambi idea nei prossimi giorni. Questa l’aria che tira dentro il mondo imprenditoriale trentino e altoatesino dopo l’annuncio dell’accordo firmato tra Trump e Ursula von der Leyen in Scozia. Un’aria pesante, soprattutto dopo le continue minacce arrivate dall’altra sponda dell’Atlantico, ma forse adesso si può aprire la finestra e far entrare una ventata di ottimismo che contraddistingue gli imprenditori delle due province autonome.

«Evitato il disastro»

Il 15% di dazio pattuito sulle merci europee che arriveranno in America, in vigore dal primo di agosto, è più basso del 30% minacciato, ma è comunque il triplo rispetto alla media dell’era pre-Trump. «Abbiamo evitato il disastro», va dritto al punto Lorenzo Delladio, presidente di Confindustria Trento, nel commentare l’accordo tra Bruxelles e Washington: «Possiamo dire di essere contenti — continua —. Poteva andare anche meglio, però il primo di agosto c’era il rischio che entrasse in vigore il 30% e a quel punto sarebbe crollato un po’ il tutto». Anche a Bolzano si è tirato un sospiro di sollievo, soprattutto perché i dazi sull’automotive, settore cruciale per l’Alto Adige e per la Germania, sono scesi dal 25% al 15%: «Nelle trattative alla fine si è giunti ad un compromesso, e questo vuol dire anche cedere qualcosa. Però è sempre meglio di una guerra commerciale dove non ci sono vincitori, ma solo perdenti», dice Alexander Rieper, presidente di Confindustria Alto Adige. E aggiunge: «Il compromesso è buono e specialmente ci dà un po’ di sicurezza di pianificabilità».




















































La programmazione aziendale

Nei mesi scorsi la minaccia dei dazi è stata la spada di Damocle sopra alla testa di ogni azienda italiana. Anzi, era quasi peggio la minaccia che i dazi stessi perché non si poteva fare una programmazione aziendale. Adesso si può, anche se i presidenti degli industriali restano cauti da questo punto di vista. «L’attuale amministrazione Trump non è che dia l’impressione di dare stabilità o linearità — dice Rieper — Però almeno per il primo di agosto le nostre aziende sanno cosa devono aspettarsi». E Delladio aggiunge: «Con un dato preciso e una data certa questo porterà a una certa stabilità e ritroveremo la serenità di pianificare meglio gli investimenti che prima erano stati bloccati».

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Ancora bisogna definire i dettagli dell’accordo. Servirà aspettare ancora qualche giorno per capire effettivamente quali saranno i prodotti esenti dalla scure di Trump. C’è grande attesa per quanto riguarda i prodotti agricoli, mentre i dazi per alluminio e acciaio resteranno al 50%. Intanto, le prime stime prevedono una perdita per l’export nazionale di circa 23 miliardi di euro, anche perché l’imposta prevista dagli accordi scozzesi bisogna sommarla alla svalutazione del dollaro. Una combo che rischia di mettere in ginocchio il commercio con gli Usa di alcune imprese. «Il calo di potere d’acquisto del cliente americano porterà a una grande distinzione fra azienda e azienda — spiega Delladio —. Ci sarà chi potrà assorbire in parte questo surplus e chi non potrà più rendere il prodotto appetibile al massimo e dovrà riversare il costo aggiuntivo sul cliente. Questo porterà ad un calo di appetibilità dei prodotti». In più bisogna considerare che l’Ue si è resa disponibile ad aprire i mercati dei ventisette membri ai prodotti a Stelle e Strisce «senza dazi», un rischio che per ora non è ancora calcolabile per le aziende. Nota positiva è l’accordo sull’automotive, il quale, secondo Rieper, potrebbe aiutare la Germania — il principale partner commerciale dell’Alto Adige — a ripartire.

«Servono altri mercati»

Fine (forse) del braccio di ferro tra Europa e Usa, ma il pericolo, vista anche l’imprevedibilità di Trump, non è rientrato. Le politiche di diversificazione del mercato non si fermano, «non si rallentano — dice Delladio — e dobbiamo insistere su questa strada». Anche perché «non si sa mai cosa potrebbe succedere tra una settimana, magari sveglia con la luna storta e ritratta la firma di qualche giorno prima», continua Delladio. Per questi motivi servono altri mercati — come l’Arabia Saudita, il Marocco, la Corea del Sud, il Sudamerica — e rafforzare i legami con i partner europei, per cercare di arginare l’imprevedibilità americana. Forse anche nella speranza che fra tre anni si ritorni ad una situazione di stabilità commerciale, antitesi dell’amministrazione guidata da Trump. «È stato un colpo che ci ha scosso un po’ tutti quanti, ci ha svegliati e siamo partiti alla ricerca di altri mercati — ricorda il numero uno di Confindustria Trento —. Non sono un’alternativa a quello Usa, ma in qualche maniera si attenua l’impatto».

Listini prezzi

E quindi adesso cosa si fa? In primis, gli imprenditori potranno aggiornare i listini prezzi e parlare con i loro clienti oltreoceano per cercare di arginare l’effetto dazi e svalutazione. Ma poi le imprese chiedono anche un supporto per poter andare avanti. In Trentino la richiesta non è per Piazza Dante, la quale ha il merito, secondo le aziende, di aver aiutate il mondo imprenditoriale tra il «Patto dei salari» e l’assestamento di bilancio appena approvato. La richiesta è per Roma e Bruxelles: «Bisogna sempre ricordarsi che, alla fine, chi veramente deve far quadrare i conti e chi deve trovare le soluzioni è l’imprenditore — afferma Andrea De Zordo, presidente della Camera di Commercio di Trento —. In questo momento abbiamo bisogno che la politica nazionale e comunitaria sia vicina ai nostri imprenditori e immagini uno strumento specifico che sia veramente efficace per controbilanciare i costi aggiuntivi». Gli fa eco Delladio: «Probabilmente l’Italia e l’Europa potranno intervenire per attutire questo impatto sulle aziende».

In Alto Adige gli industriali vorrebbero che le aziende venissero aiutate con degli aiuti alla competitività e non con delle sovvenzioni. Questo vuol dire «non avere troppe tasse» e «avere un’amministrazione veloce», poi le aziende pensano al plus di competitività, dice Rieper.
Adesso, nei prossimi giorni si potrà meglio definire l’impatto che avranno i dazi sul mercato europeo e su quello americano. Il 2025 delle aziende «inizia» il primo agosto, paradossalmente nel mese in cui solitamente si va in ferie. Sempre che Trump non cambi idea prima e decida di scompigliare di nuovo le carte nel mazzo

Iscriviti alla newsletter del Corriere del Trentino

Investi nel futuro

scopri le aste immobiliari

 

29 luglio 2025

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Trasforma il tuo sogno in realtà

partecipa alle aste immobiliari.

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio