Dopo l’accordo tra Usa e Ue sui dazi al 15%, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha annunciato l’istituzione di una task force permanente alla Farnesina. L’obiettivo? Dare sostegno alle imprese e prepararsi a quelli che saranno i prossimi passi dei negoziati con le controparti statunitensi previsti nei prossimi giorni. Si punta definire meglio i dettagli in alcuni settori, tra cui alcuni di specifico interesse per l’Italia, come quello viti-vinicolo. A livello generale, come scrive Repubblica, la linea del governo Meloni sulla questione sarebbe quella di avere le mani libere sugli aiuti di Stato per sostenere i settori più colpiti, con soldi europei, e fino a 25 miliardi, pescando anche dal Pnrr.
La task force
L’atto iniziale passa dal confronto con le imprese. Per questo Tajani, ieri, 28 luglio, ha convocato subito una riunione alla Farnesina con le associazioni più rappresentative. Ai presenti ha spiegato che si è evitato lo scenario peggiore, quello dei dazi al 30%. Intanto, si attende la finalizzazione dell’accordo, entro il primo agosto. Poi ci sarà la trattativa sull’intesa relativa al commercio reciproco che è vincolante a livello giuridico. Proprio per queste ragioni, Tajani ha annunciato l’attivazione della task force permanente sui dazi che aiuterà le imprese a mettere a fuoco le priorità durante i negoziati. Per oggi poi è fissato un nuovo appuntamento al ministero delle Imprese: il ministro Urso, affiancato proprio da Tajani, tiene la riunione del Comitato attrazione investimenti esteri (Caie) dedicata all’impatto delle nuove tariffe.
Il piano del governo
Il governo, secondo quanto trapela, è comunque intenzionato ad avviare uno schema di ristori alle imprese che, però, ha bisogno del via libera della Ue. L’idea allo studio è quella di dirottare 25 miliardi dal Pnrr e i fondi di coesione verso le attività che saranno più danneggiate dai dazi. In cima alla lista ci sono le aziende della meccanica e dell’agroalimentare, insieme a quelle della farmaceutica. Ma le risorse, una volta liberate, non saranno utilizzabili per gli indennizzi in modo automatico perché occorre comunque avere il via libera di Bruxelles che vigila sugli aiuti diretti alle imprese da parte degli Stati.
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L’ipotesi di una manovra correttiva
E l’ipotesi di una manovra correttiva a causa dei dazi? “Ancora non sappiamo l’effetto reale…”, ha chiarito Tajani su questo scenario. A suo avviso, ora “bisogna parlare del rapporto euro-dollaro. Questo è il nodo da affrontare e continuo a chiedere un intervento della Bce” per “ridurre ancora il costo del denaro. Siamo al 2% si può arrivare anche a zero. E si può pensare al quantitative easing” per “avere più denaro in circolazione”. Ad ogni modo, qualsiasi aiuto alle imprese potrà essere definito concretamente – si ragiona a livelli ministeriali – solo quando si conosceranno i contorni esatti dell’intesa e le sue declinazioni, tutti dati di cui al momento non si dispone.
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