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LA GRANDE PROMESSA DEL PD LUCANO


La grande promessa del Partito democratico lucano si era prefigurata in tutta la sua dimensione al teatro Don Bosco di Potenza. Il luogo mitico delle grandi adunate del partito-regione. Una volta sale stracolme. Bandiere e grandi uomini sul palco ed in platea. Professori, studenti, operai ed anche attori e cantanti. Emilio Colombo da non iscritto non rinunciava a volte a manifestare il suo sostegno alle nuove e vittoriose imprese di quel tempo.

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IL FIATO DI TROMBE DEL SENATORE MANCA

Oggi il fiato di trombe suonato da un solido amministratore emiliano, Daniele Manca, ha raccolto qualche reduce non combattente. Florilegi di vecchie filiere con i soliti un po’ appannati un po’ defilati. I pochi resti di quelle gloriose stagioni erano ai bordi.

DE FILIPPO, MARGIOTTA E GLI ALTRI

Si notavano in jeans, ci dicono, Margiotta e De Filippo, notoriamente sempre ben curati, con Santarsiero in dress code non descrivibile e poi il resto delle armate dismesse. Sul palco con Manca un mite Arduino e Bruna Gagliardi. Riappare, in sala, un giovane e colto La Regina.

TREGUA FRA GUERRA E PACE

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Toni di pace e di riconciliazione da più parti. Anche il più prolifico tessitore di aree interne, moderato. Dai resoconti si direbbe che la prevalente consapevolezza era chiara. Di questo passo i prossimi appuntamenti sono già scritti. Sconfitte ed autoanalisi. Benziodiazepine e psichiatria per altri decenni.

QUELLO CHE CRONACHE INDOVINA DA TEMPO

Deflagrava un tono di rassegnazione? O le cose che dice “Cronache” cominciano a diventare patrimonio comune di quel gruppo dirigente? Quindi più che retroscena stiamo descrivendo le scene. Un pezzo introduttivo del senatore Manca serio e ragionato e carico di in- formazioni sui fatti lucani.

MATERA E CIFARELLI

Matera innanzitutto. È apparsa in tutta la sua gravità questa camminata librata sul precipizio di Cifarelli. Nessuna difesa nemmeno degli aedi di quei giorni.

LA BASILICATA FRA CICALA E CUPPARO

La Basilicata in mano ai patrioti, come ci dice ogni giorno magistralmente il collega “Tacco e spillo”, va malissimo… il rischio spegnimento di una storia millenaria è reale. Resiste un articolato di micro potere, molto micro, che alcune volte appare sbalorditivo nella sua piccolezza ed altresì nella sua capacità di resilienza. Le cronache territoriali dei Fratelli Cicala o di Cupparo susciterebbero riso in qualsiasi degno contesto politico. Eppure resistono. Non c’è una pur minima opera di sfondamento come sarebbe facile organizzare, da parte delle opposizioni.

RIGENERAZIONE

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La parola più usata al Don Bosco è stata rigenerazione. Si rigenerazione. Qualche intemerata riflessione è arrivata da Lauria ancora una volta. Bruna Gagliardi nuova capa delle donne piddine non perde mai il tono. Forse perché è una questione di sangue? Le donne nella politica di sinistra hanno qualche vantaggio. Nono- stante le apparenze. Ma insomma il viaggio e’ lungo e periglioso. La guida del Commissario è apparsa saggia. Poche botte fra di loro questa volta fra gli astanti. Ci vuole tempo per capire se è la solita dissimulazione oppure un grammo di buon senso è aleggiato sugli sparuti presenti. Anche le stagioni migliori allevano risultati duraturi, in fondo. Sul palco ben allestito di Marateale, ad esempio, si animavano idee e vittorie future ma ben piantate sulla storia a molti noti. Da dove cominciamo? Da tre ha detto Troisi e Antonello Molinari al Don Bosco. Noi siamo qui a misurare questi numeri. Nei prossimi anni.

Fausto Devoti




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