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Lottomatica traccia le giocate e monitora il rischio. «Usiamo l’Ai per battere la ludopatia»


di
Fabio Sottocornola

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Con l’uscita del fondo Apollo il gruppo è diventato ad azionariato diffuso. Il ceo Angelozzi: «Consideriamo l’opportunità di acquisizioni internazionali senza rinunciare alla disciplina dei conti»

La data da segnare sul calendario è lunedì 22 settembre. Quel giorno, la revisione dell’indice di Borsa potrebbe aprire le porte dell’Ftse Mib a Lottomatica. L’azienda, attiva nel mercato del gioco e delle scommesse autorizzate, è a un passo dall’ingresso nel più prestigioso paniere dei titoli italiani per valore di mercato. Basta guardare la corsa della capitalizzazione, a quota 2,46 miliardi di euro alla fine del 2023 poi salita a 3,23 miliardi lo scorso anno fino a sfiorare i 6 nel giugno scorso. Ma non c’è solo il rally del gruppo guidato dall’ad Guglielmo Angelozzi tra le novità recenti. Sempre a giugno, l’uscita del fondo Apollo global management che controllava Lottomatica, ha reso la società un’autentica public company dove player come Fidelity, Morgan Stanley, Norge Bank detengono quote sotto il 10%. Dunque, si apre una fase nuova per la ex Gamenet, protagonista negli ultimi dieci anni di campagne di shopping, fusioni, addirittura due Ipo.
Alla guida è sempre rimasto Angelozzi che con L’Economia ragiona sul futuro del gruppo ad azionariato diffuso. «Sul piano della gestione non cambierà molto, perché l’azienda era già organizzata con processi chiari e un ruolo definito dei comitati nel board. La strategia è condivisa a ogni livello. Continuiamo ad avere la stessa lettura del mercato. Nel cda sono entrate due persone del management team per dare un messaggio forte agli investitori e stiamo cercando due indipendenti per avere una maggioranza di consiglieri appunto indipendenti».

Catalizzatore di investimenti

In Italia il gruppo Lottomatica si muove su tre ambiti di attività, a partire dall’online con le scommesse sportive e i giochi del web e brand come Goldbet e Betflag: la quota di mercato è attorno al 30%. Ci sono poi gli Sports Franchise, sempre le scommesse sportive e i giochi sulla rete fisica oltre ai Gaming Franchise, gli apparecchi da intrattenimento e scommessa. Appartiene al gruppo la più ampia rete di punti vendita operativi (17.597) mentre alla fine dello scorso anno la raccolta è stata di 36 miliardi di euro (nel 2019 prima del Covid era di 9,5 miliardi), con ricavi per 2 miliardi.
«Per noi le prospettive di crescita sono di lungo termine e il settore è ben regolato. Questo è stato un catalizzatore verso gli investitori internazionali. In Italia c’è ancora spazio di crescita organica. Stiamo considerando l’opportunità di andare all’estero attraverso operazioni di m&a ma senza fretta e mantenendo una rigorosa disciplina di allocazione del capitale, in particolare su voci come il prezzo e l’investimento. Guardiamo nuovi mercati dove c’è possibilità di integrazione con un asset che ci dia una crescita con ritorni interessanti. Le sinergie migliori sono sul lato tech».
Quest’ultima è una voce a cui crede molto Angelozzi tanto da avere
, nel corso degli anni, riportato all’interno del gruppo capacità e competenze per creare una rete di supporto che era partita da software e tool per arrivare all’intelligenza artificiale. La piattaforma proprietaria Lamp (Lottomatica analitycs mesh platform) integra diverse aree di business dalla logistica al customer care fino ai controlli utili a contrastare fenomeni di ludopatia. «Sono aspetti giustamente richiesti dalla nuova normativa che impone agli operatori un’attenzione all’aspetto socio-sanitario e una dotazione tecnologica capace di monitorare il rischio. Con l’Ai abbiamo una visione in tempo reale dell’intera filiera del gioco». E così scattano gli alert.




















































Standard elevati

Angelozzi saluta con favore la legge che dalla primavera del 2024 sta riordinando l’intero settore dei giochi, fino alle gare in corso per l’affidamento di nuove concessioni. Tra online, Lotto (a cui il gruppo non partecipa) e gioco fisico, lo Stato punta a raccogliere almeno cinque miliardi a fronte di concessioni per nove anni. Oltre, naturalmente, agli incassi dalla raccolta sulla scommesse legali. «Lo Stato chiede requisiti particolari, maggiori livelli qualitativi e di compliance da rispettare. Chi vince diventa concessionario e deve mantenere i requisiti anche con fidejussioni o elevati standard sulle tecnologie. Il periodo di affidamento consente agli operatori di sviluppare un piano industriale. La stabilità normativa è una chiave di accesso anche per gli investitori nel nostro Paese». Rilevante la crescita dei dipendenti che sono passati da 750 nel 2019 agli attuali 2.800 a cui si aggiungono 18 mila partner nella rete distributiva. Da anni è attiva la People Strategy che punta a investire nello sviluppo dei potenziali (Enable), promuove performance coerenti con la missione aziendale (Empower) e alimenta lo spirito di squadra (Engage). Ottenuta nel luglio 2023 la certificazione sulla parità di genere che è stata confermata l’anno dopo, l’azienda è impegnata ad azzerare entro il 2030 la differenza di retribuzione tra i generi. «Corriamo la maratona, non i cento metri», afferma Angelozzi, «la scelta è creare valore nel medio e lungo termine». E intanto, lo scorso anno il gender pay gap è sceso del 3,5% verso l’obiettivo della piena equità salariale.

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