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Mercato del lavoro: numeri stabili, ma domanda e offerta spesso distanti


Nelle province di Lecco e Como il mercato del lavoro resta stabile ma con criticità: micro e piccole imprese centrali, contratti a termine dominanti e competenze introvabili.

A luglio 2025 l’offerta di lavoro nelle province di Lecco e Como si conferma stabile, in linea con le previsioni dello scorso anno. Secondo i dati Excelsior, il sistema informativo realizzato da Unioncamere in accordo con Anpal, le imprese lariane hanno programmato 6670 nuove entrate: 2260 a Lecco e 4410 a Como, con una variazione modesta rispetto a luglio 2024 (+10 nel Lecchese, +140 nel Comasco).

Il mercato del lavoro lombardo mostra una dinamica simile: 90090 assunzioni previste, in crescita di 2600 unità rispetto a un anno fa. Nelle province di Lecco e Como si conferma la centralità delle micro e piccole imprese, che concentrano oltre il 60% dei contratti attivati: 61,5% nel Lecchese e 67,1% nel Comasco.

Le assunzioni a tempo determinato si confermano la formula dominante: 76% a Lecco, 75% a Como, in linea con la media lombarda del 73%. Solo un quinto dei contratti sarà a tempo indeterminato (20% a Lecco, 21% a Como), mentre l’apprendistato resta marginale (4%). La composizione settoriale evidenzia la differenza storica tra i due territori. A Lecco l’industria incide per il 40,7% delle nuove attivazioni, con 920 ingressi previsti, di cui 760 nella manifattura e 170 nelle costruzioni.

Nel Lecchese crescono le attivazioni nei settori a basso valore aggiunto: turismo (420 ingressi), servizi alle imprese (330), servizi alla persona (290) e commercio (260). Sul fronte industriale, l’occupazione stabile si concentra soprattutto nella manifattura (42% delle assunzioni a tempo indeterminato), seguita da costruzioni (34%) e servizi alle imprese (29%).La quota di imprese che fatica a trovare i profili richiesti raggiunge il 50% sia a Como che a Lecco, superando la media lombarda (47%). Il mismatch tra domanda e offerta si accentua in presenza di titoli specifici o competenze tecniche. A Lecco l’80% delle aziende segnala difficoltà a reperire profili con qualifica elettrica, il 76,9% per quelli con diploma elettronico-elettrotecnico, il 64,4% per i diplomati Its.

Tra i titoli più richiesti, spiccano la formazione professionale (870 ingressi nel Lecchese, soprattutto indirizzo meccanico), il diploma secondario (560 attivazioni, di cui 110 in ambito amministrazione-finanza-marketing) e il titolo universitario (240, in prevalenza economia). Resta marginale ma in crescita la richiesta di diplomati Its: 60 a Lecco, 90 a Como. A Lecco, i profili under 29 sono particolarmente richiesti in settori operativi: operai delle rifiniture edili (60,3%), personale non qualificato nell’agricoltura e manutenzione del verde (60%), saldatori e carpentieri (59,2%).

”L’apparente tenuta del mercato del lavoro nasconde criticità strutturali”, osserva Dario Esposito, segretario generale Uil Lario. “Oltre il 70% dei contratti resta a termine, aumentano le difficoltà di reperimento e molte microfilere – dalla meccanica artigiana ai servizi alla persona – restano ai margini. È urgente rafforzare il ruolo dei Tavoli di crisi territoriale per costruire strategie di medio periodo”. La proposta della Uil è chiara: una cabina di regia territoriale in cui istituzioni, sindacati, imprese e sistema formativo collaborino per valorizzare le competenze esistenti, promuovere percorsi di formazione e favorire l’inclusione, anche sfruttando appieno i fondi europei Fse+ e Fesr. “Serve visione, serve gioco di squadra. E nessuno deve restare fuori”, conclude Esposito.

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