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Quantum computing: tutti gli assi italiani per battere i giganti


In un momento storico in cui la competizione globale sulle tecnologie di frontiera è sempre più intensa, il quantum computing si sta delineando come un campo in cui l’Europa e l’Italia possono giocare da protagoniste, finalmente non di rimessa. A differenza di altre tecnologie digitali su cui esiste già un divario strutturale rispetto alle potenze globali, sul quantum la partita è ancora aperta.

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La strategia europea per la leadership nel quantum computing

È una tecnologia complementare – non alternativa – all’HPC: una sinergia di calcolo in grado di generare nuove applicazioni industriali, modelli predittivi avanzati e sistemi di cybersecurity.

È significativo che, pochi giorni fa, la Commissione Europea abbia adottato la sua prima Quantum Europe Strategy, con l’obiettivo di affermarsi come leader globale entro il 2030. La strategia si articola in cinque linee di azione: potenziare ricerca e innovazione; sviluppare infrastrutture quantistiche; consolidare l’ecosistema industriale (startup e scaleup); estendere le tecnologie a usi spaziali, di difesa e dual use; potenziare le competenze in ambito quantistico. Un’attenzione centrale è rivolta alla raccolta di capitali privati e alla protezione delle startup europee, per evitare che vengano acquisite o si trasferiscano all’estero: l’UE ha stanziato oltre 11 miliardi di € pubblici negli ultimi anni, ma l’obiettivo è alzare il livello di investimenti privati, attualmente solo il 5 % del totale mondiale.

La strategia nazionale italiana per il quantum computing: quattro pilastri strategici

Contemporaneamente, anche l’Italia ha fatto la sua mossa, approvando la Strategia Nazionale per le Tecnologie Quantistiche, promossa dal MUR insieme a MIMIT, Difesa, ACN e altri soggetti istituzionali, con l’obiettivo di consolidare i laboratori nazionali, sostenere l’adozione industriale, formare competenze specializzate e sviluppare collaborazioni internazionali.

La strategia verte su quattro pilastri principali:

  • ricerca e sviluppo;
  • formazione;
  • diffusione industriale;
  • cooperazione estera.

Anche qui emerge un elemento fondamentale: l’investimento congiunto, a testimonianza del fatto che il quantum riguarda tanto la ricerca quanto l’industria e la sicurezza nazionale.

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Le risorse italiane per il quantum computing

Questi documenti dimostrano che il quantum computing è ormai una priorità strategica su scala continentale e nazionale. Oggi, non si tratta più di progettualità isolate, ma di una roadmap condivisa nei centri decisionali europei e italiani. Ha senso quindi chiedersi: come può l’Italia sfruttare queste opportunità nel nostro territorio?

L’Italia dispone di risorse uniche: la Data Valley Emiliana, il supercalcolo attorno al Tecnopolo di Bologna – oggi DAMA, il Distretto per l’Alta Meccanica e l’Alta tecnologia – e il supercomputer Leonardo, uno degli hub HPC più potenti d’Europa. DAMA è il centro di un ecosistema ampio che mette a sistema e in rete risorse di calcolo e competenze umane distribuite su tutto il territorio nazionale. Queste infrastrutture costituiscono un terreno fertile su cui coltivare la transizione verso un ecosistema quantistico solido.

IFAB e CINECA: attori chiave dell’innovazione quantistica

In questo scenario, il ruolo di IFAB e CINECA è fondamentale. Come elementi di raccordo tra mondi diversi – università, centri di ricerca, imprese e pubbliche amministrazioni – le nostre organizzazioni agiscono da hub di competenze e filtro strategico tra ricerca e applicazione. Grazie alla sinergia tra le infrastrutture HPC di CINECA e la capacità di networking e trasferimento di IFAB, stiamo sviluppando il progetto Cybersecurity and Combinatorial Optimization, che mira a sperimentare algoritmi quantum-safe insieme a end-user industriali, finanziari ed energetici.

Spazi condivisi per potenziare l’adozione industriale

Le AI Factory, un asset strategico finanziato per il 50% dalla UE e per il 50% dall’Italia, tramite in particolare MUR, ACN ed Ai4Industry, servono come spazi di sviluppo per PMI, startup e corporate, per “allenare” modelli, costruire database e condividere potenza di calcolo. Qui le tecnologie HPC e quantistiche si incontrano in uno spazio di eccellenza condivisa, supportata da team di data scientist e partner accademici. È un investimento di squadra, che valorizza la pervasività delle tecnologie emergenti.

Attraverso IFAB, il Tecnopolo di Bologna si apre ad aziende di tutto il territorio nazionale e internazionale. IFAB ha tra i propri soci oltre 30 imprese locali, nazionali e globali, tra cui IBM, pioniere del quantum computing, e più recentemente Visa, Mondadori, Fastweb-Vodafone. Si tratta di creare una vera e propria comunità di innovazione, dove competenze ed esperienze si sommano per affrontare insieme una sfida comune. Perché, anche nel quantum e nell’AI, se si vuole andare lontano è meglio cooperare, fare sinergie e lavorare in squadra.

Nuove catene del valore grazie a quantum e HPC

Il quantum computing, insieme all’HPC, consente di costruire nuove catene del valore, sviluppare modelli predittivi avanzati e affrontare sfide globali come mobilità sostenibile, transizione energetica e salute di precisione. Ora più che mai serve investire in infrastrutture, progetti collaborativi e formazione, per creare un ciclo virtuoso in cui ricerca, imprese e istituzioni agiscano insieme.

Una sfida collettiva per la leadership tecnologica

Il messaggio è chiaro: la leadership tecnologica europea è alla portata. Un binomio HPC–quantum, supportato da strategie europee e nazionali, può fare dell’Italia un hub di eccellenza nella rivoluzione tecnologica quantistica. Se riusciremo a mantenere la coesione tra competenze, infrastrutture e opportunità, lavorando insieme, non saremo spettatori, ma protagonisti attivi di questa trasformazione.

È questa la nostra sfida: accompagnare imprese, startup, enti pubblici e cittadini verso un futuro in cui la tecnologia sia davvero al servizio dello sviluppo umano, e costruire un’avventura quantistica collettiva di cui essere orgogliosi.

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