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Terna scommette su startup e nuovi hub. La ceo Di Foggia: «Così guidiamo la transizione energetica»


di
Tiziana Tripepi

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Il gruppo punta su «Innovation Zone» e sostenibilità con 70 progetti attivi, nuove zone hi-tech in Italia e all’estero e una rete di collaborazioni

Settanta progetti di innovazione aperti, 200 idee arrivate dalla community, 15 open call lanciate, 500 startup coinvolte: il futuro per il Gruppo Terna si costruisce con l’open innovation, il modello di innovazione aperto che si alimenta con i contributi esterni di startup, università, centri di ricerca, partner industriali, istituzioni. Un modello che permette la continua sperimentazione di soluzioni innovative.
«L’innovazione è uno degli abilitatori della nostra visione di duplice transizione, energetica e digitale, che dev’essere equa e inclusiva — spiega Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato e direttore generale —. Con il nostro modello di open innovation ci proponiamo come guida dell’evoluzione del sistema elettrico e validatore industriale di tecnologie».

Cluster tecnologici

Terna gestisce la rete di trasmissione italiana dell’elettricità in alta e altissima tensione ed è uno dei principali Transmission System Operator (TSO) in Europa. Le sue sfide riguardano l’efficienza dei sistemi, la sicurezza, i costi, la sostenibilità. I suoi progetti di innovazione si concentrano su cinque cluster tecnologici: digitalizzazione a supporto della rete elettrica (Digital), tecnologie per garantire l’integrazione delle risorse rinnovabili, di quelle distribuite e dei servizi di flessibilità (Energy System Tech), tecnologie per una gestione efficace delle infrastrutture di rete (Grid Tech), intelligenza artificiale e robotica a supporto delle attività di manutenzione (AI-Botics Tech), attività di ricerca di nuovi materiali eco-compatibili (Advanced Materials).
Il Gruppo fa innovazione in modo strutturato. Il fabbisogno di innovazione può provenire dall’interno, da esigenze aziendali raccolte dalle diverse business line. Oppure dall’esterno, grazie all’attività di scouting «tecnologico» realizzato da una struttura dedicata che presidia gli ecosistemi e viene a contatto con startup e Pmi innovative. In entrambi i casi la soluzione scelta viene sperimentata attraverso un processo a stadi che, se concluso con successo, porta alla sua adozione.
Se non viene trovata una soluzione a una specifica esigenza, si pubblica una challenge aperta a tutti. 




















































Impatto

Un processo basato sulla contaminazione. Come il caso della collaborazione tra Terna, Red Eléctrica (il gestore della rete di trasmissione elettrica spagnola) e Unusuals, startup spagnola che costruisce algoritmi di intelligenza artificiale per la rilevazione automatica dei «punti caldi» lungo le linee di trasmissione, che possono creare malfunzionamenti alla rete. Ma l’open innovation può concretizzarsi anche su territori specifici, ed essere uno strumento per creare un impatto sociale. Ed è per questo che Terna sta individuando in tutto il mondo delle aree in cui creare i suoi «Terna Innovation Zone». «Si tratta di hub per la ricerca, lo sviluppo e la sperimentazione di soluzioni innovative nel settore energetico — continua Di Foggia —. Puntano ad attrarre investimenti, a generare soluzioni inedite per soddisfare specifiche esigenze operative della nostra azienda ma anche a contribuire allo sviluppo degli ecosistemi di innovazione del territorio e valorizzare le eccellenze locali». Questo spiega l’apertura, dopo l’hub di San Francisco nel 2024, dedicato allo scouting di soluzioni tecnologiche, di un Terna Innovation Zone a Tunisi, a gennaio di quest’anno, e di uno ad Ascoli Piceno (il primo in Italia) a giugno.

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Ecosistemi dell’innovazione

La scelta delle zone non è casuale, risponde al principio di contrastare l’eccessiva polarizzazione degli ecosistemi di innovazione. Tra i fattori che portano all’individuazione di un hub, la presenza di un’opera infrastrutturale strategica per Terna (a Tunisi il collegamento elettrico in corrente continua tra la Sicilia e la Tunisia, ad Ascoli Piceno il cosiddetto Adriatic Link, il nuovo cavo di trasmissione elettrica che unirà Marche e l’Abruzzo). Ma anche l’esistenza di un ecosistema dell’innovazione interessante, con un alto numero di startup, la presenza di università e un sostegno istituzionale all’innovazione.
Il Terna Innovation Zone di Tunisi, in particolare, formerà ingegneri e tecnici in campo energetico e ospiterà programmi di open innovation e di accelerazione di startup locali, che potranno accedere a risorse e competenze derivanti dal network di collaborazioni di Terna in diversi ecosistemi internazionali. «Vogliamo creare nuove opportunità per startup e piccole e medie imprese, professionisti e studenti», conclude Di Foggia. 

Alleanza europea

In questo contesto il 2 luglio ha preso il via la «TSO Innovation Alliance», piattaforma di collaborazione tra otto dei maggiori operatori europei di rete elettrica per promuovere iniziative di open innovation. Una volta definite sfide e priorità comuni, lanceranno iniziative di innovazione, mettendo a fattor comune competenze e risorse. Tra le attività, il lancio di open call rivolte alle startup europee, con l’obiettivo di identificare, testare e validare soluzioni innovative attraverso proof-of-concept condotti congiuntamente. 


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29 luglio 2025

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