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l’Africa come nuovo orizzonte di prosperità condivisa nel Salma Dialogue Business Forum


I legami tra Tunisia e Italia sono sempre più stretti, “grazie a gesti concreti e alla crescente condivisione di strategie nel campo della cooperazione industriale e degli scambi commerciali”. Lo ha detto ad “Agenzia NovaSandro Fratini, presidente del Comitato degli italiani all’estero (Comites) Tunisia, sottolineando che “in un momento storico in cui è fondamentale rafforzare le alleanze economiche euro-mediterranee è essenziale dare spazio a occasioni di dialogo operativo tra imprese e istituzioni”. In occasione del Salma Dialogue Business Forum conclusosi oggi sul Lago di Como, il presidente del Comites Fratini ha rivolto un ringraziamento alla direttrice esecutiva dell’iniziativa, Amina Magouri, per l’invito a partecipare al consesso internazionale. Fratini ha inoltre ribadito a “Nova” il ruolo attivo del Comites di Tunisi, “che non rappresenta soltanto i cittadini italiani residenti in Tunisia, ma vuole essere anche un punto di riferimento per gli imprenditori italiani che investono e operano in questo Paese, favorendo l’integrazione economica e la costruzione di ponti tra i due sistemi produttivi”.

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A tal proposito, Sandro Fratini ha indicato che “dal 25 al 27 settembre si terrà a Tunisi un evento di rilievo internazionale Investment Africa 2025 organizzato da Confimprese Italia, Conect, Confimprese Tunisia e da Delta Center, centro d’affari di Tunisi che mi onoro di presiedere”. L’iniziativa vedrà la partecipazione di imprese italiane impegnate in incontri commerciali bilaterali con realtà industriali e finanziarie della Tunisia e di altri Paesi africani. “L’Africa, non è più il futuro del mondo: è il suo presente”, ha avvertito Fratini. Non a caso, la Tunisia si sta affermando sempre più come un hub strategico per le aziende italiane, che nel biennio 2024-2025 hanno intensificato la loro presenza o annunciato piani di espansione significativi in Africa. Le opportunità offerte dal mercato locale, le profonde riforme varate dall’esecutivo tunisino, unite a una maggiore percezione di sicurezza e una rinnovata spinta alla cooperazione bilaterale, stanno trasformando il Paese nordafricano in una destinazione privilegiata per gli investimenti italiani in settori chiave come l’automotive, il tessile, l’energia e la tecnologia. Il settore automotive e manifatturiero vede un rafforzamento notevole dell’impronta italiana.

Tra i vantaggi offerti alle aziende che producono in Tunisia, si segnala che il Paese ha già rilasciato oltre 300 certificati di origine per l’esportazione di prodotti locali verso vari Paesi africani nel quadro dell’accordo sulla Zona di libero scambio continentale africana (Zlecaf). Tali certificazioni permettono alle aziende esportatrici di beneficiare della riduzione dei dazi doganali, la cui soppressione è prevista a partire dal primo gennaio 2026. La Zlecaf, operativa dal maggio 2019 e ratificata dalla Tunisia nell’agosto 2020, è un progetto chiave dell’Unione africana (Ua) volto a promuovere la cooperazione Sud-Sud per un’Africa integrata, prospera e pacifica, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2063 dell’Ua. L’accordo mira a rafforzare le relazioni commerciali tra i 55 Stati membri, che rappresentano un mercato di oltre 300 milioni di consumatori e un volume di scambi annuo stimato in 3,4 miliardi di dollari, eliminando le barriere doganali alla libera circolazione di beni e servizi. Secondo i dati del Centro di promozione delle esportazioni tunisino (Cepex), il potenziale inesplorato della Tunisia in Africa è stimato a circa 1,2 miliardi di dollari, con opportunità maggiori nel Nord Africa (754 milioni di dollari).

Rimuovere le barriere al commercio e agli investimenti fra tre continenti è stato il tema discusso durante la conferenza di due giorni organizzata da Salma Dialogue e dalla Fondazione Konrad Adenauer a Cadenabbia, sul Lago di Como. All’evento ha partecipato anche l’ambasciata argentina in Tunisia attraverso i suoi rappresentanti. “Rafforzare e ampliare una catena del valore affidabile rappresenta un fattore cruciale per affrontare le sfide della competitività in un momento di transizione dell’economia mondiale”, ha spiegato a “Nova” Magouri. Secondo la direttrice esecutiva di Salma Dialogue, “sostenere le imprese nell’espansione delle loro attività e nella creazione di posti di lavoro è fondamentale per la crescita economica, la coesione sociale e la stabilità politica. Identificare i colli di bottiglia e proporre soluzioni concrete — come accelerare le procedure burocratiche o incentivare il networking imprenditoriale — può sbloccare opportunità inaspettate in mercati in forte crescita come quelli africani e latinoamericani”. Imprenditori, economisti, rappresentanti di agenzie di cooperazione e diplomatici provenienti da Germania, Tunisia, Argentina, Senegal, Svizzera, Nazioni Unite e Libia hanno riflettuto sulle sfide attuali in settori specifici: automotive, farmaceutico, biotecnologie, tra gli altri. Questa iniziativa, nata in Tunisia nel 2017 e ospitata quest’anno in Italia, continuerà a febbraio 2026 in Senegal con un’agenda ampliata volta a presentare proposte concrete ai governi.

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