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Aumenti delle tasse e inflazione nel Regno Unito: l’allarme delle imprese retail


Nel Regno Unito, il settore del commercio al dettaglio si trova ad affrontare una sfida senza precedenti: l’effetto combinato di aumenti delle tasse e inflazione rischia di colpire duramente imprese, lavoratori e famiglie. Secondo le principali associazioni di categoria, ulteriori pressioni fiscali previste per l’autunno potrebbero innescare un’ulteriore spirale al rialzo dei prezzi al consumo, alimentando l’instabilità in un momento già critico per l’economia nazionale.

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L’impatto degli aumenti delle tasse e inflazione sul settore retail

L’85% dei CFO del settore retail ha già ritoccato i listini a causa dei costi introdotti nel bilancio 2024, come l’incremento del National Living Wage e l’aumento del National Insurance. Secondo il British Retail Consortium (BRC), questi aumenti hanno aggiunto circa 7 miliardi di sterline di oneri annuali. A lanciare l’allarme sono anche numerose catene, tra cui Iceland e Poundland, che hanno ridotto la loro rete vendita a causa dell’impossibilità di sostenere i costi operativi.

Il monitoraggio dei prezzi di BRC-NielsenIQ ha mostrato che i prezzi al dettaglio sono saliti dello 0,7% a luglio, mentre l’inflazione alimentare ha raggiunto il 4%, con proiezioni fino al 6% entro la fine del 2025. A confermare la tendenza è anche Reuters, che sottolinea come i costi per il personale e le nuove tasse ambientali stiano riducendo i margini di guadagno delle imprese.

Preoccupazioni macroeconomiche e occupazionali

Il 56% dei CFO britannici si dichiara pessimista sul futuro economico, secondo una survey di Retail Economics. Il risultato? Tagli all’occupazione nel 38% delle imprese e congelamento delle assunzioni per un altro 40%. Anche leader del settore, come Alex Baldock (Currys) e Simon Roberts (Sainsbury’s), hanno espresso pubblicamente timori sulle prospettive di investimento e stabilità del settore, chiedendo al governo di evitare ulteriori pressioni fiscali.

Secondo The Guardian, l’autumn budget della Cancelliera Rachel Reeves rischia di aggravare le disuguaglianze sociali e ostacolare la ripresa dei consumi. Anche il Fondo Monetario Internazionale ha messo in guardia contro l’eccessiva tassazione delle imprese nei momenti di contrazione economica.

Soluzioni possibili: incentivi, sgravi e politiche di sostegno

Il BRC ha presentato una serie di proposte: riduzione temporanea dell’IVA sui beni essenziali, crediti d’imposta per investimenti digitali e transizione verde, e sgravi mirati per le PMI. Anche il sindacato Usdaw ha chiesto una moratoria fiscale di 12 mesi per garantire la tenuta del comparto occupazionale.

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A livello europeo, la situazione viene seguita con attenzione: il Regno Unito mira a mantenere la propria attrattività commerciale post-Brexit, ma un regime fiscale eccessivamente rigido potrebbe allontanare investimenti e talenti. Il centro di ricerca Resolution Foundation stima che un aumento di un punto percentuale delle imposte sul retail riduce lo 0,4% del PIL nazionale.


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