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Bologna, sequestro GdF da 36 milioni a imprenditrice emiliana


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Maxi operazione della Guardia di Finanza di Bologna, che ha eseguito un sequestro preventivo di beni per un valore complessivo di oltre 36,5 milioni di euro nei confronti di una imprenditrice emiliana. Il provvedimento, disposto dal Tribunale di Bologna – Sezione Misure di Prevenzione, arriva al termine di una lunga indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia.

La donna, ritenuta socialmente pericolosa per la sua condotta di “delinquenza economica”, è stata in passato condannata in via definitiva per diversi reati commessi in più aree del territorio nazionale.

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Società di copertura e fondi pubblici usati per spese personali

Secondo quanto emerso dalle indagini, l’imprenditrice avrebbe utilizzato una rete di società intestate fittiziamente a soggetti compiacenti – ma di fatto da lei controllate, insieme ai figli – per ottenere finanziamenti bancari, anche con garanzia pubblica, poi destinati a soddisfare esclusivamente bisogni personali e familiari.

L’attività investigativa ha accertato che i beni sequestrati risultano sproporzionati rispetto ai redditi ufficiali dichiarati dalla donna, confermando l’origine illecita delle sue disponibilità patrimoniali.

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I numeri del sequestro: immobili, conti, gioielli e orologi di lusso

Il sequestro ha coinvolto una vasta gamma di beni mobili e immobili dislocati su tutto il territorio nazionale. In particolare, la Guardia di Finanza ha messo sotto sequestro 38 immobili tra fabbricati e terreni nelle province di Reggio Emilia, Modena, Rimini, Milano, Lodi e Padova, 5 auto, 94 rapporti bancari attivi, 12 quote di partecipazione societaria, 147.200 euro in contanti e 19 orologi di altissimo pregio e gioielli di lusso.

Il totale stimato supera i 36,5 milioni di euro, a conferma della rilevanza economica dell’operazione.

Operazione interforze: coinvolti 14 comandi provinciali

Il blitz ha visto il coinvolgimento di numerosi reparti del Corpo. Oltre al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bologna, hanno partecipato le unità operative dei comandi di Roma, Milano, Firenze, Venezia, Verona, Ravenna, Padova, Treviso, Como, Novara, Lodi, Terni e Potenza, a dimostrazione della dimensione nazionale della rete di società riconducibili all’imprenditrice.

Le indagini si sono sviluppate nell’ambito dello screening antimafia per l’individuazione di soggetti potenzialmente destinatari di misure di prevenzione patrimoniali, secondo quanto previsto dal Codice delle leggi antimafia.

Obiettivo: colpire i patrimoni illeciti per tutelare la concorrenza

“La nostra attività – fa sapere il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna – è finalizzata a colpire l’accumulazione illecita di ricchezze, a proteggere l’economia legale e a garantire la libera concorrenza tra le imprese sane”.

Questa operazione si inserisce nel quadro delle iniziative volte a contrastare l’inquinamento del mercato da parte di soggetti che operano con modalità illecite, sfruttando strumenti finanziari e societari per fini personali e in danno del sistema economico.

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