Le imprese italiane, il mismacht, i settori dove si assume.
Le micro e piccole imprese si confermano motore della crescita occupazionale. E’ quanto emerge dal primo report sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro in Italia frutto della collaborazione tra Cnel e Unioncamere volta per approfondire il tema del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro nel territorio nazionale
Nel primo semestre del 2025 a trainare l’occupazione è il settore dei servizi, che assorbe oltre il 72% delle entrate complessive previste (2,94 milioni di contratti).
I comparti più tradizionali, turismo, alloggio, ristorazione e commercio registrano una forte crescita rispetto al primo semestre 2024, al contrario, una contrazione significativa risulta nei comparti più innovativi: ICT (-13,4% rispetto all’anno precedente) e servizi avanzati di supporto alle imprese (-8,8%).
La domanda di lavoro si sta spostando verso le professioni legate ai servizi, soprattutto a bassa o media qualificazione. Permane la richiesta di operai specializzati ma con una crescita più contenuta rispetto al 2024.
Nei prossimi cinque anni le imprese italiane e la Pubblica amministrazione avranno necessita’ di assumere tra 3,3 e 3,7 milioni di persone di cui il 74% nei servizi. Il fabbisogno piu’ elevato lo registrano i servizi alle persone (757-826mila) che da soli superano la richiesta dell’intero settore industriale in senso stretto.
Emerge sempre dal primo Report sul mismatch tra domanda e offerta di lavoro. I servizi avanzati di supporto alle imprese superano il 10% della domanda di lavoro nel settore dei servizi, mentre quelli a piu’ alta intensita’ di conoscenza (Ict) restano marginali (circa il 3%).
Almeno il 37% dei fabbisogni riguardera’ laureati, soprattutto in ambito Stem e diplomati da istituti ad alta specializzazione tecnologica.
Quasi la meta’ dei posti di lavoro stimati saranno occupati da diplomati degli istituti tecnico-professionali.
Per quanto riguarda la situazione attuale, secondo il rapporto, le imprese fanno fatica a reperire personale (nel 48% dei casi a livello nazionale), in particolare nei settori metalmeccanico ed elettronico (59,7%) e nei servizi informatici e delle telecomunicazioni (49,5%). Le maggiori criticita’ riguardano ruoli tecnico-scientifici altamente specializzati.
In questa prima parte del 2025 si sta assistendo a uno spostamento della domanda di lavoro verso le professioni legate ai servizi, soprattutto a bassa o media qualificazione.
Nel dettaglio: a livello professionale, la maggiore crescita si registra nelle professioni qualificate nei servizi e nel commercio (+9,2%) e tra le professioni non qualificate (+7,9%). Al contrario, calano le richieste per dirigenti (-16,7%) e professioni tecniche e impiegatizie (-5,4% e -3,1%). Permane la richiesta di operai specializzati ma con una crescita piu’ contenuta rispetto al 2024.
Il Report fotografa anche la situazione del primo semestre 2025, durante il quale a trainare l’occupazione e’ il settore dei servizi, che assorbe oltre il 72% delle entrate complessive previste (2,94 milioni di contratti).
I comparti piu’ tradizionali, turismo, alloggio, ristorazione e commercio registrano una forte crescita rispetto al primo semestre 2024, al contrario, una contrazione significativa risulta nei comparti piu’ innovativi: Ict (-13,4% rispetto all’anno precedente) e servizi avanzati di supporto alle imprese (-8,8%). Le micro e piccole imprese si confermano motore della crescita occupazionale.
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