Ad oggi le imprese di Puglia, Basilicata, Molise e Campania dispongono di un arsenale di strumenti di sostegno robusto e poliedrico. Dalla spinta verso l’innovazione tecnologica e sostenibile all’abbattimento del cuneo fiscale, le opportunità sono concrete. Ecco come coglierle.
Dal credito d’imposta per gli investimenti agli sgravi per le assunzioni, passando per i fondi regionali. Una guida completa alle principali agevolazioni per le aziende di Puglia, Basilicata, Molise e Campania che vogliono crescere e creare occupazione in un Mezzogiorno sempre più strategico per l’economia nazionale.
Dalla ZES Unica al 4.0, la spinta per gli investimenti
L’ammodernamento strutturale e tecnologico è un pilastro fondamentale per la competitività. Diverse iniziative mirano a sostenere le imprese che scelgono di investire nel proprio futuro, con un occhio di riguardo per la sostenibilità e la digitalizzazione.
Una delle misure più rilevanti in questo ambito è il bando Investimenti Sostenibili 4.0, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Con una dotazione di 300 milioni di euro, questo strumento è congegnato per accompagnare le micro, piccole e medie imprese del Sud nella duplice transizione, ecologica e digitale. I programmi di investimento, compresi tra 750mila e 5 milioni di euro, devono integrare tecnologie abilitanti come intelligenza artificiale, internet of things o blockchain per migliorare la sostenibilità dei processi produttivi e favorire il risparmio energetico. L’agevolazione è particolarmente cospicua, coprendo fino al 75% delle spese ammissibili attraverso un mix di contributo a fondo perduto (35% in conto impianti) e finanziamento agevolato (40%).
Parallelamente, un ruolo centrale è giocato dal Credito d’Imposta ZES Unica. Questo beneficio fiscale, riconosciuto per l’acquisizione di beni strumentali nuovi fino al 2026, ha subito una recente e significativa evoluzione. Con il DM 17 maggio 2024 è stata introdotta una svolta di notevole portata: l’agevolazione è stata estesa anche agli immobili strumentali usati. Questa apertura supera le precedenti interpretazioni più restrittive dell’Agenzia delle Entrate e dischiude nuove possibilità per le aziende, che ora possono considerare anche l’acquisto di strutture preesistenti per i loro piani di espansione, a patto che l’operazione si configuri come “investimento iniziale” secondo la normativa comunitaria.
A completare il quadro degli aiuti agli investimenti interviene la Nuova Sabatini Capitalizzazione. Sebbene sia una misura nazionale, essa riserva un trattamento di favore per le imprese meridionali. L’intervento potenzia infatti il classico contributo della Nuova Sabatini per le PMI che, a fronte di un aumento di capitale sociale, realizzano investimenti in beni 4.0, soluzioni green o che sono localizzati nelle regioni del Sud. Per queste realtà, il contributo viene calcolato su tassi d’interesse convenzionali più elevati (5% per micro e piccole imprese, 3,575% per le medie), rafforzandone la struttura patrimoniale e la capacità di investimento.
Decontribuzione e bonus, tutte le strade per assumere
Accanto al potenziamento strutturale, la crescita di un’azienda passa inevitabilmente attraverso le persone. Anche su questo fronte, le opportunità per le imprese di Puglia, Basilicata, Molise e Campania sono numerose e diversificate.
La misura di più ampio respiro è senza dubbio la Decontribuzione Sud 2025, riattivata con la Legge di Bilancio per ridurre il costo del lavoro. Si tratta di un esonero parziale sui contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per le assunzioni a tempo indeterminato. Il suo funzionamento è a scalare: per il 2025 lo sgravio è del 25% (fino a 145 euro mensili), per poi ridursi progressivamente negli anni successivi. È cruciale, tuttavia, prestare attenzione alla fondamentale clausola di non cumulabilità: questa agevolazione non può coesistere con altri bonus assunzione come il “bonus giovani” o il “bonus donne”, imponendo all’imprenditore una scelta strategica ponderata.
All’interno della cornice della ZES Unica si colloca un’altra agevolazione mirata: il Bonus Assunzioni per Over 35. Questo strumento è pensato specificamente per le piccole imprese (fino a 10 dipendenti) che, tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025, assumono a tempo indeterminato persone con almeno 35 anni di età e in stato di disoccupazione da almeno 24 mesi. L’incentivo è potente: un esonero contributivo totale (100%) per 24 mesi, con un tetto massimo di 650 euro mensili per lavoratore.
Infine, la Regione Campania si distingue per un’iniziativa territoriale di grande impatto. Con un fondo da 50 milioni di euro, offre contributi diretti per le assunzioni di lavoratori disoccupati residenti sul territorio regionale. Gli importi sono significativi: fino a 15.000 euro per un contratto a tempo indeterminato full-time e fino a 6.000 euro per contratti a termine di almeno 12 mesi o di apprendistato. Sono previste anche maggiorazioni per l’assunzione di donne o persone con disabilità. L’accesso a questo beneficio avviene tramite un meccanismo a sportello articolato in tre distinte finestre temporali tra il 2025 e il 2026.
La ZES Unica: non solo fondi, ma una nuova architettura
Molte di queste misure traggono forza e coerenza dalla nuova Zona Economica Speciale Unica per il Mezzogiorno, attiva dal 1° gennaio 2024. Più che un singolo incentivo, la ZES Unica va intesa come un’architettura istituzionale progettata per rendere il Sud un territorio più fertile per gli affari. Il suo principale vantaggio risiede nell’introduzione di un’autorizzazione unica, che snellisce drasticamente i tempi e la complessità burocratica per l’avvio di nuove attività produttive, fungendo da catalizzatore per gli investimenti e il consolidamento delle imprese esistenti.
Ad oggi le imprese di Puglia, Basilicata, Molise e Campania dispongono quindi di un arsenale di strumenti di sostegno robusto e poliedrico. Dalla spinta verso l’innovazione tecnologica e sostenibile all’abbattimento del cuneo fiscale, le opportunità sono concrete. La chiave del successo risiede in una pianificazione strategica attenta, capace di valutare ogni misura non solo per il suo valore intrinseco, ma anche per la sua compatibilità con gli altri strumenti e la sua aderenza agli obiettivi di sviluppo a lungo termine della propria azienda.
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