ROMA – Il disegno di legge Coltivaitalia, presentato una settimana fa dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, è una risposta concreta alle difficoltà che il mondo agricolo italiano sta affrontando.
Un pacchetto di interventi da oltre un miliardo di euro che, pur destinato principalmente alle aziende agricole, rappresenta indirettamente una risorsa anche per le imprese agromeccaniche.
Il comparto agromeccanico sta attraversando una fase critica, con una perdita media di fatturato stimata intorno al 15%. Una crisi che affonda le radici nella riduzione della produzione lorda vendibile (PLV) agricola, in particolare nel comparto cerealicolo, determinata da eventi climatici estremi, insufficienza di risorse irrigue e aumento dei costi energetici.
“Quando il campo rende poco, anche il contoterzista è costretto a ridurre le proprie richieste economiche. Le prospettive non appaiono migliori per i prossimi mesi, a causa del protrarsi delle tensioni geopolitiche, delle nuove barriere commerciali imposte da partner strategici come gli Stati Uniti e delle scelte della Commissione europea sulla Politica Agricola Comune e sul bilancio comunitario, che sollevano più di una perplessità”, dichiara Aproniano Tassinari, presidente di UNCAI.
“L’annuncio del ministro Lollobrigida è una boccata d’ossigeno”, prosegue il presidente di UNCAI. “Ora serve che il Parlamento dia seguito all’iniziativa del Governo con un iter rapido e risolutivo: ogni ritardo rischia di vanificare l’effetto positivo che questi fondi potrebbero generare”.
Il DDL Coltivaitalia si pone obiettivi ambiziosi ma concreti: rafforzare la sovranità alimentare nazionale, ridurre la dipendenza dalle importazioni, sostenere la zootecnia, facilitare l’accesso al credito per i giovani, contrastare lo spopolamento delle aree rurali, promuovere la ricerca agricola e modernizzare la macchina amministrativa.
In questo contesto, UNCAI sottolinea il valore strategico della proposta di legge per l’istituzione dell’Albo nazionale degli agromeccanici professionali, pienamente coerente con gli obiettivi del DDL Coltivaitalia. La misura punta a riconoscere formalmente la professionalità del settore e prevede, al contempo, incentivi per le aziende agricole che si affidano a servizi agromeccanici conto terzi qualificati ed efficienti. Una proposta che merita attenzione da parte delle istituzioni, proprio perché si inserisce nel solco tracciato dal disegno di legge.
“Agricoltura moderna significa anche dotarsi di una rete professionale agromeccanica in grado di portare efficienza e innovazione nei campi”, afferma Tassinari. “E con il DDL Coltivaitalia si incoraggia un’agricoltura non di sussistenza, ma di sviluppo: agricoltori e contoterzisti devono essere messi nella condizione di costruire insieme comunità rurali che non chiedono solo di sopravvivere, ma vogliono prosperare”.
Rafforzare l’indipendenza alimentare del Paese, favorire l’occupazione giovanile in ambito agricolo, rivitalizzare le aree rurali e investire su tecnologia e innovazione non sono pilastri di una strategia che deve tenere insieme tutte le componenti del sistema agricolo. In Italia, ma soprattutto in Europa, c’è bisogno di una sussidiarietà autentica, che valorizzi il ruolo di ogni categoria professionale.
“Le politiche pubbliche devono operare per favorire sempre una logica di cooperazione e integrazione, mettendo in campo tutte le forze disponibili per ottenere il miglior risultato possibile. In questo contesto, le imprese agromeccaniche non sono un elemento accessorio, ma una leva strategica per l’efficienza, la sostenibilità e l’innovazione dell’intera filiera. Alleati indispensabili per un’agricoltura che guarda al futuro senza perdere il contatto con le esigenze concrete dei territori”, conclude Tassinari.
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