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Decreto Omnibus: direttive ESG al centro del percorso europeo per la sostenibilità
  • sul fronte CSRD cresce il consenso per un approccio più graduale, con una riduzione dell’ambito applicativo ritenuta proporzionata alle capacità organizzative delle imprese,
  • per quanto riguarda la CSDDD, si discute sull’equilibrio tra ambizione normativa e fattibilità, con proposte per concentrarsi sui rischi più rilevanti e armonizzare i requisiti con quelli già previsti dalla CSRD.
  • Fonte: https://www.pexels.com/

    Anche il Parlamento europeo ha presentato proposte di modifica attraverso il comitato ECON, tra cui:

    1. allineamento delle soglie di applicazione delle due direttive a 3.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato
    2. razionalizzazione degli obblighi sui piani di transizione climatica
    3. limiti al numero di dati obbligatori ESRS, per contenere il carico amministrativo

    Verso un’attuazione equilibrata e condivisa

    L’attenzione delle istituzioni è oggi rivolta a garantire un’attuazione delle direttive che sia ambiziosa ma proporzionata, in grado di coniugare:

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    • trasparenza e responsabilità sociale
    • sostenibilità economica e riduzione degli oneri amministrativi
    • chiarezza normativa per le imprese e gli investitori

    Il percorso resta articolato: l’Ombudsman europeo ha recentemente avviato un’indagine sui processi di preparazione della proposta Omnibus, e la BCE ha segnalato l’importanza di non ridurre l’efficacia delle normative ESG nel contesto della gestione dei rischi finanziari e della competitività del mercato unico.

    Conclusioni

    Il Decreto Omnibus 2024 si inserisce in un contesto normativo europeo in evoluzione, contribuendo a definire tempi e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.

    Per le imprese italiane si apre una fase importante: comprendere gli obblighi in arrivo e cogliere le opportunità di investimento e sviluppo sostenibile diventa essenziale per affrontare con consapevolezza le sfide del mercato e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.




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    ***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

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  • estensione graduale degli obblighi di reportistica ESG anche a medie imprese non quotate
  • adozione degli standard europei ESRS, con una prima esenzione temporanea per imprese sotto i 750 dipendenti su alcuni indicatori (es. Scope 3, biodiversità, forza lavoro nella supply chain)
  • verifica obbligatoria da parte di soggetti terzi indipendenti delle informazioni ESG, da includere nella Relazione sulla gestione o in documenti separati
  • Meccanismo “Stop the Clock”: proroga per favorire l’adeguamento

    In linea con le raccomandazioni del Consiglio UE, il Decreto introduce il meccanismo “Stop the Clock”, che prevede:

    • Rinvio di due anni per l’applicazione degli obblighi ESG per grandi imprese e PMI quotate
    • Rinvio di un anno per la piena entrata in vigore della Direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive).

    L’obiettivo è offrire un periodo di adattamento utile alle imprese, senza rinunciare ai principi di sostenibilità e responsabilità sociale fissati a livello europeo.

    Stop the Clock
    Fonte: www.pexels.com

    Contesto europeo: un confronto tecnico in corso

    Nel frattempo, il dibattito a livello UE prosegue.

    Durante la riunione del COREPER II del 23 maggio, i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno discusso vari aspetti applicativi delle direttive:

    • sul fronte CSRD cresce il consenso per un approccio più graduale, con una riduzione dell’ambito applicativo ritenuta proporzionata alle capacità organizzative delle imprese,
    • per quanto riguarda la CSDDD, si discute sull’equilibrio tra ambizione normativa e fattibilità, con proposte per concentrarsi sui rischi più rilevanti e armonizzare i requisiti con quelli già previsti dalla CSRD.
    Parlamento Europeo
    Fonte: https://www.pexels.com/

    Anche il Parlamento europeo ha presentato proposte di modifica attraverso il comitato ECON, tra cui:

    1. allineamento delle soglie di applicazione delle due direttive a 3.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato
    2. razionalizzazione degli obblighi sui piani di transizione climatica
    3. limiti al numero di dati obbligatori ESRS, per contenere il carico amministrativo

    Verso un’attuazione equilibrata e condivisa

    L’attenzione delle istituzioni è oggi rivolta a garantire un’attuazione delle direttive che sia ambiziosa ma proporzionata, in grado di coniugare:

    • trasparenza e responsabilità sociale
    • sostenibilità economica e riduzione degli oneri amministrativi
    • chiarezza normativa per le imprese e gli investitori

    Il percorso resta articolato: l’Ombudsman europeo ha recentemente avviato un’indagine sui processi di preparazione della proposta Omnibus, e la BCE ha segnalato l’importanza di non ridurre l’efficacia delle normative ESG nel contesto della gestione dei rischi finanziari e della competitività del mercato unico.

    Conclusioni

    Il Decreto Omnibus 2024 si inserisce in un contesto normativo europeo in evoluzione, contribuendo a definire tempi e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.

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    Per le imprese italiane si apre una fase importante: comprendere gli obblighi in arrivo e cogliere le opportunità di investimento e sviluppo sostenibile diventa essenziale per affrontare con consapevolezza le sfide del mercato e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.




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  • CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive – 2022/2464)
  • CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – 2024/1760)
  • Entrambe le direttive costituiscono pilastri dell’agenda verde dell’Unione Europea, con l’obiettivo di promuovere trasparenza, responsabilità aziendale e gestione sostenibile delle Aziende.

    Obblighi ESG: verso una rendicontazione più estesa e armonizzata

    Tra le principali misure previste:

    • estensione graduale degli obblighi di reportistica ESG anche a medie imprese non quotate
    • adozione degli standard europei ESRS, con una prima esenzione temporanea per imprese sotto i 750 dipendenti su alcuni indicatori (es. Scope 3, biodiversità, forza lavoro nella supply chain)
    • verifica obbligatoria da parte di soggetti terzi indipendenti delle informazioni ESG, da includere nella Relazione sulla gestione o in documenti separati

    Meccanismo “Stop the Clock”: proroga per favorire l’adeguamento

    In linea con le raccomandazioni del Consiglio UE, il Decreto introduce il meccanismo “Stop the Clock”, che prevede:

    • Rinvio di due anni per l’applicazione degli obblighi ESG per grandi imprese e PMI quotate
    • Rinvio di un anno per la piena entrata in vigore della Direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive).

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    Nel frattempo, il dibattito a livello UE prosegue.

    Durante la riunione del COREPER II del 23 maggio, i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno discusso vari aspetti applicativi delle direttive:

    • sul fronte CSRD cresce il consenso per un approccio più graduale, con una riduzione dell’ambito applicativo ritenuta proporzionata alle capacità organizzative delle imprese,
    • per quanto riguarda la CSDDD, si discute sull’equilibrio tra ambizione normativa e fattibilità, con proposte per concentrarsi sui rischi più rilevanti e armonizzare i requisiti con quelli già previsti dalla CSRD.
    Parlamento Europeo
    Fonte: https://www.pexels.com/

    Anche il Parlamento europeo ha presentato proposte di modifica attraverso il comitato ECON, tra cui:

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    Decreto Omnibus: direttive ESG al centro del percorso europeo per la sostenibilità

    Il Decreto Omnibus 2024, approvato definitivamente a ottobre e aggiornato con le modifiche ESG nell’aprile 2025, rappresenta un passaggio strategico nel recepimento delle normative europee sulla sostenibilità.

    Il provvedimento introduce importanti novità legate alle direttive:

    • CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive – 2022/2464)
    • CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – 2024/1760)

    Entrambe le direttive costituiscono pilastri dell’agenda verde dell’Unione Europea, con l’obiettivo di promuovere trasparenza, responsabilità aziendale e gestione sostenibile delle Aziende.

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    • adozione degli standard europei ESRS, con una prima esenzione temporanea per imprese sotto i 750 dipendenti su alcuni indicatori (es. Scope 3, biodiversità, forza lavoro nella supply chain)
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    • Rinvio di due anni per l’applicazione degli obblighi ESG per grandi imprese e PMI quotate
    • Rinvio di un anno per la piena entrata in vigore della Direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive).

    L’obiettivo è offrire un periodo di adattamento utile alle imprese, senza rinunciare ai principi di sostenibilità e responsabilità sociale fissati a livello europeo.

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    Nel frattempo, il dibattito a livello UE prosegue.

    Durante la riunione del COREPER II del 23 maggio, i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno discusso vari aspetti applicativi delle direttive:

    • sul fronte CSRD cresce il consenso per un approccio più graduale, con una riduzione dell’ambito applicativo ritenuta proporzionata alle capacità organizzative delle imprese,
    • per quanto riguarda la CSDDD, si discute sull’equilibrio tra ambizione normativa e fattibilità, con proposte per concentrarsi sui rischi più rilevanti e armonizzare i requisiti con quelli già previsti dalla CSRD.
    Parlamento Europeo
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    Anche il Parlamento europeo ha presentato proposte di modifica attraverso il comitato ECON, tra cui:

    1. allineamento delle soglie di applicazione delle due direttive a 3.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato
    2. razionalizzazione degli obblighi sui piani di transizione climatica
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    L’attenzione delle istituzioni è oggi rivolta a garantire un’attuazione delle direttive che sia ambiziosa ma proporzionata, in grado di coniugare:

    • trasparenza e responsabilità sociale
    • sostenibilità economica e riduzione degli oneri amministrativi
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    Il percorso resta articolato: l’Ombudsman europeo ha recentemente avviato un’indagine sui processi di preparazione della proposta Omnibus, e la BCE ha segnalato l’importanza di non ridurre l’efficacia delle normative ESG nel contesto della gestione dei rischi finanziari e della competitività del mercato unico.

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    Il Decreto Omnibus 2024 si inserisce in un contesto normativo europeo in evoluzione, contribuendo a definire tempi e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.

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