sul fronte CSRD cresce il consenso per un approccio più graduale, con una riduzione dell’ambito applicativo ritenuta proporzionata alle capacità organizzative delle imprese,
per quanto riguarda la CSDDD, si discute sull’equilibrio tra ambizione normativa e fattibilità, con proposte per concentrarsi sui rischi più rilevanti e armonizzare i requisiti con quelli già previsti dalla CSRD.
Fonte: https://www.pexels.com/
Anche il Parlamento europeo ha presentato proposte di modifica attraverso il comitato ECON, tra cui:
allineamento delle soglie di applicazione delle due direttive a 3.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato
razionalizzazione degli obblighi sui piani di transizione climatica
limiti al numero di dati obbligatori ESRS, per contenere il carico amministrativo
Verso un’attuazione equilibrata e condivisa
L’attenzione delle istituzioni è oggi rivolta a garantire un’attuazione delle direttive che sia ambiziosa ma proporzionata, in grado di coniugare:
Opportunità uniche acquisto in asta
ribassi fino al 70%
trasparenza e responsabilità sociale
sostenibilità economica e riduzione degli oneri amministrativi
chiarezza normativa per le imprese e gli investitori
Il percorso resta articolato: l’Ombudsman europeo ha recentemente avviato un’indagine sui processi di preparazione della proposta Omnibus, e la BCE ha segnalato l’importanza di non ridurre l’efficacia delle normative ESG nel contesto della gestione dei rischi finanziari e della competitività del mercato unico.
Conclusioni
Il Decreto Omnibus 2024 si inserisce in un contesto normativo europeo in evoluzione, contribuendo a definire tempi e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.
Per le imprese italiane si apre una fase importante: comprendere gli obblighi in arrivo e cogliere le opportunità di investimento e sviluppo sostenibile diventa essenziale per affrontare con consapevolezza le sfide del mercato e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.
estensione graduale degli obblighi di reportistica ESGanche a medie imprese non quotate
adozione degli standard europei ESRS, con una prima esenzione temporanea per imprese sotto i 750 dipendenti su alcuni indicatori (es. Scope 3, biodiversità, forza lavoro nella supply chain)
verifica obbligatoria da parte di soggetti terzi indipendenti delle informazioni ESG, da includere nella Relazione sulla gestione o in documenti separati
Meccanismo “Stop the Clock”: proroga per favorire l’adeguamento
In linea con le raccomandazioni del Consiglio UE, il Decreto introduce il meccanismo “Stop the Clock”, che prevede:
Rinvio di due anni per l’applicazione degli obblighi ESG per grandi imprese e PMI quotate
Rinvio di un anno per la piena entrata in vigore della Direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive).
L’obiettivo è offrire un periodo di adattamento utile alle imprese, senza rinunciare ai principi di sostenibilità e responsabilità sociale fissati a livello europeo.
Nel frattempo, il dibattito a livello UE prosegue.
Durante la riunione del COREPER II del 23 maggio, i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno discusso vari aspetti applicativi delle direttive:
sul fronte CSRD cresce il consenso per un approccio più graduale, con una riduzione dell’ambito applicativo ritenuta proporzionata alle capacità organizzative delle imprese,
per quanto riguarda la CSDDD, si discute sull’equilibrio tra ambizione normativa e fattibilità, con proposte per concentrarsi sui rischi più rilevanti e armonizzare i requisiti con quelli già previsti dalla CSRD.
Fonte: https://www.pexels.com/
Anche il Parlamento europeo ha presentato proposte di modifica attraverso il comitato ECON, tra cui:
allineamento delle soglie di applicazione delle due direttive a 3.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato
razionalizzazione degli obblighi sui piani di transizione climatica
limiti al numero di dati obbligatori ESRS, per contenere il carico amministrativo
Verso un’attuazione equilibrata e condivisa
L’attenzione delle istituzioni è oggi rivolta a garantire un’attuazione delle direttive che sia ambiziosa ma proporzionata, in grado di coniugare:
trasparenza e responsabilità sociale
sostenibilità economica e riduzione degli oneri amministrativi
chiarezza normativa per le imprese e gli investitori
Il percorso resta articolato: l’Ombudsman europeo ha recentemente avviato un’indagine sui processi di preparazione della proposta Omnibus, e la BCE ha segnalato l’importanza di non ridurre l’efficacia delle normative ESG nel contesto della gestione dei rischi finanziari e della competitività del mercato unico.
Conclusioni
Il Decreto Omnibus 2024 si inserisce in un contesto normativo europeo in evoluzione, contribuendo a definire tempi e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.
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Per le imprese italiane si apre una fase importante: comprendere gli obblighi in arrivo e cogliere le opportunità di investimento e sviluppo sostenibile diventa essenziale per affrontare con consapevolezza le sfide del mercato e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.
CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – 2024/1760)
Entrambe le direttive costituiscono pilastri dell’agenda verde dell’Unione Europea, con l’obiettivo di promuovere trasparenza, responsabilità aziendale e gestione sostenibile delle Aziende.
Obblighi ESG: verso una rendicontazione più estesa e armonizzata
Tra le principali misure previste:
estensione graduale degli obblighi di reportistica ESGanche a medie imprese non quotate
adozione degli standard europei ESRS, con una prima esenzione temporanea per imprese sotto i 750 dipendenti su alcuni indicatori (es. Scope 3, biodiversità, forza lavoro nella supply chain)
verifica obbligatoria da parte di soggetti terzi indipendenti delle informazioni ESG, da includere nella Relazione sulla gestione o in documenti separati
Meccanismo “Stop the Clock”: proroga per favorire l’adeguamento
In linea con le raccomandazioni del Consiglio UE, il Decreto introduce il meccanismo “Stop the Clock”, che prevede:
Rinvio di due anni per l’applicazione degli obblighi ESG per grandi imprese e PMI quotate
Rinvio di un anno per la piena entrata in vigore della Direttiva CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive).
L’obiettivo è offrire un periodo di adattamento utile alle imprese, senza rinunciare ai principi di sostenibilità e responsabilità sociale fissati a livello europeo.
Nel frattempo, il dibattito a livello UE prosegue.
Durante la riunione del COREPER II del 23 maggio, i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno discusso vari aspetti applicativi delle direttive:
sul fronte CSRD cresce il consenso per un approccio più graduale, con una riduzione dell’ambito applicativo ritenuta proporzionata alle capacità organizzative delle imprese,
per quanto riguarda la CSDDD, si discute sull’equilibrio tra ambizione normativa e fattibilità, con proposte per concentrarsi sui rischi più rilevanti e armonizzare i requisiti con quelli già previsti dalla CSRD.
Fonte: https://www.pexels.com/
Anche il Parlamento europeo ha presentato proposte di modifica attraverso il comitato ECON, tra cui:
allineamento delle soglie di applicazione delle due direttive a 3.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato
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limiti al numero di dati obbligatori ESRS, per contenere il carico amministrativo
Verso un’attuazione equilibrata e condivisa
L’attenzione delle istituzioni è oggi rivolta a garantire un’attuazione delle direttive che sia ambiziosa ma proporzionata, in grado di coniugare:
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chiarezza normativa per le imprese e gli investitori
Il percorso resta articolato: l’Ombudsman europeo ha recentemente avviato un’indagine sui processi di preparazione della proposta Omnibus, e la BCE ha segnalato l’importanza di non ridurre l’efficacia delle normative ESG nel contesto della gestione dei rischi finanziari e della competitività del mercato unico.
Conclusioni
Il Decreto Omnibus 2024 si inserisce in un contesto normativo europeo in evoluzione, contribuendo a definire tempi e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.
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l’occasione giusta per il tuo investimento.
Per le imprese italiane si apre una fase importante: comprendere gli obblighi in arrivo e cogliere le opportunità di investimento e sviluppo sostenibile diventa essenziale per affrontare con consapevolezza le sfide del mercato e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.
Il Decreto Omnibus 2024, approvato definitivamente a ottobre e aggiornato con le modifiche ESG nell’aprile 2025, rappresenta un passaggio strategico nel recepimento delle normative europee sulla sostenibilità.
Il provvedimento introduce importanti novità legate alle direttive:
CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive – 2024/1760)
Entrambe le direttive costituiscono pilastri dell’agenda verde dell’Unione Europea, con l’obiettivo di promuovere trasparenza, responsabilità aziendale e gestione sostenibile delle Aziende.
Obblighi ESG: verso una rendicontazione più estesa e armonizzata
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In linea con le raccomandazioni del Consiglio UE, il Decreto introduce il meccanismo “Stop the Clock”, che prevede:
Rinvio di due anni per l’applicazione degli obblighi ESG per grandi imprese e PMI quotate
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Nel frattempo, il dibattito a livello UE prosegue.
Durante la riunione del COREPER II del 23 maggio, i rappresentanti permanenti degli Stati membri hanno discusso vari aspetti applicativi delle direttive:
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per quanto riguarda la CSDDD, si discute sull’equilibrio tra ambizione normativa e fattibilità, con proposte per concentrarsi sui rischi più rilevanti e armonizzare i requisiti con quelli già previsti dalla CSRD.
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Anche il Parlamento europeo ha presentato proposte di modifica attraverso il comitato ECON, tra cui:
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Il Decreto Omnibus 2024 si inserisce in un contesto normativo europeo in evoluzione, contribuendo a definire tempi e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.
Per le imprese italiane si apre una fase importante: comprendere gli obblighi in arrivo e cogliere le opportunità di investimento e sviluppo sostenibile diventa essenziale per affrontare con consapevolezza le sfide del mercato e modalità per un’attuazione efficace delle politiche ESG.