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Il 31 luglio 2025, il Senato della Repubblica ha dato il via libera, con 97 voti favorevoli, 66 contrari e un’astensione, al disegno di legge di conversione del Decreto legge n. 95/2025, meglio noto come “Decreto Economia” o “Decreto Omnibus”.
Il Governo ha scelto di porre la questione di fiducia, consolidando così il testo senza ulteriori modifiche in Aula. Con l’approvazione del Senato, il provvedimento ha ora intrapreso il suo ultimo tratto parlamentare: passa infatti all’esame della Camera dei Deputati, dove sarà discusso a partire dal 4 agosto, con l’obiettivo di completarne la conversione entro il 7 agosto, prima della sospensione estiva dei lavori parlamentari. Il termine ultimo per la conversione resta fissato al 29 agosto 2025.
Il Decreto Economia 2025 si conferma come uno dei più rilevanti provvedimenti di carattere trasversale dell’anno: un intervento ampio, multisettoriale e strategico, che spazia da misure di stimolo all’economia reale, al rafforzamento del welfare, fino al sostegno alla cultura, all’innovazione e alla coesione sociale. La sua approvazione definitiva è considerata importante per garantire risorse operative e stabilità a numerosi comparti strategici per il Paese.
Struttura del Decreto Economia
Il Decreto Economia 2025 si presenta come un vero e proprio provvedimento omnibus, in quanto raccoglie in un unico testo misure urgenti e variegate, provenienti da diversi ministeri. Esso si snoda in 21 articoli suddivisi in tre capi, ciascuno dedicato a un ambito strategico dell’intervento pubblico.
Il Capo I è incentrato su misure di carattere infrastrutturale e sociale. Vengono rifinanziati progetti per infrastrutture considerate strategiche, si stanziano risorse per l’edilizia penitenziaria e per il potenziamento della protezione civile regionale, senza dimenticare interventi urgenti in materia di assistenza sociale e cura, in risposta ai bisogni più immediati dei territori e delle fasce vulnerabili della popolazione.
Il Capo II guarda al mondo produttivo, prevedendo una serie di misure per sostenere le imprese e le attività economiche. Si va dagli incentivi fiscali alle agevolazioni per le aree svantaggiate, fino a strumenti finalizzati a migliorare la liquidità delle PMI e a rafforzarne la competitività nel medio-lungo termine.
Infine, il Capo III è dedicato agli enti territoriali e contiene importanti disposizioni di carattere finanziario. Tra le novità, si segnala la possibilità di utilizzare il Fondo Opere Indifferibili anche per interventi non più coperti dal PNRR, a condizione che gli appalti siano stati aggiudicati entro il 31 dicembre 2025. Al tempo stesso, viene prevista la revoca dei contributi per quei progetti che non rispettano le tempistiche e i requisiti procedurali fissati dal decreto.
Vediamo, ora, nel dettaglio le principali novità che sono state introdotte nel testo durante l’iter parlamentare, attraverso emendamenti che ne hanno ampliato e rafforzato la portata.
Fiscalità e semplificazioni tributarie
In linea con l’obiettivo di rendere il sistema fiscale più semplice e attrattivo per i grandi capitali, il Decreto Economia introduce alcune importanti novità sul fronte delle agevolazioni tributarie, rivolte sia ai contribuenti ordinari che a soggetti ad alta capacità contributiva.
Flat tax per nuovi residenti con grandi patrimoni
Tra gli interventi più significativi, spiccano le modifiche al regime della flat tax per i nuovi residenti – i cosiddetti paperoni – introdotto per attrarre persone fisiche con grandi patrimoni in Italia. Gli emendamenti approvati prevedono una maggiore flessibilità nei termini di pagamento: viene consentito infatti il versamento in forma rateizzata, oppure attraverso il meccanismo del ravvedimento operoso, entro cinque giorni dalla scadenza ordinaria.
L’obiettivo è duplice: da un lato rendere il regime più accessibile e aderente alle reali possibilità del contribuente, dall’altro incentivare il rispetto spontaneo degli obblighi fiscali, senza compromettere l’efficacia della misura.
Concordato preventivo biennale 2018-2022: 5 giorni di tolleranza per i pagamenti
Sempre in ottica di semplificazione, il decreto interviene anche sul concordato preventivo biennale (CPB) – il nuovo strumento che consente a imprese e professionisti di concordare anticipatamente con l’Agenzia delle Entrate il reddito su cui pagare le imposte per due anni.
Una modifica al comma 8 dell’articolo 2-quater del DL n. 113/2024 introduce una tolleranza di cinque giorni per i versamenti dovuti, sia in unica soluzione che come prima rata. La norma stabilisce che:
- «È considerato tempestivo il pagamento, in unica soluzione o della prima rata o unica rata degli importi dovuti, effettuato entro i cinque giorni successivi alla scadenza prevista, purché il pagamento sia comunque eseguito anteriormente alla notifica degli atti di cui al comma 9».
Questa disposizione risponde all’esigenza di evitare la decadenza dal regime per ritardi minimi e non intenzionali, salvaguardando l’affidabilità del patto tra contribuente e amministrazione fiscale. Si tratta di un segnale di maggiore tolleranza amministrativa e di attenzione alle reali dinamiche operative delle imprese.
Payback sanitario: sospensioni, detrazioni e garanzie per le imprese
Tra gli interventi più rilevanti del decreto figura la riformulazione del meccanismo di payback sanitario, tema da anni al centro di controversie tra Stato e imprese fornitrici di dispositivi medici. Il nuovo impianto normativo si articola su tre direttrici principali.
Anzitutto, viene prevista la sospensione fino al 31 dicembre 2025 dei termini di prescrizione relativi ai recuperi e l’inibizione di nuove azioni esecutive, nonché il blocco di quelle già in corso. In secondo luogo, le PMI coinvolte potranno accedere a finanziamenti garantiti dal Fondo costituito presso Mediocredito Centrale, previa valutazione del merito creditizio.
Infine, per le imprese che hanno già versato più del 25% degli importi dovuti, viene riconosciuta una detrazione fiscale pari all’eccedenza rispetto a tale soglia. Questa misura intende superare lo stallo giuridico e operativo che ha caratterizzato il settore, offrendo al contempo tutela finanziaria alle imprese e continuità operativa al Servizio Sanitario Nazionale.
Bonus sociali per famiglie e genitori
Sul fronte del sostegno alle famiglie, il Decreto Economia introduce il “Bonus mamme 2025”, un’integrazione al reddito per le lavoratrici con almeno due figli. Il beneficio consiste in 40 euro al mese, per un totale di 480 euro annui, non soggetti a imposizione fiscale né contributiva.
Possono accedervi sia lavoratrici dipendenti che autonome, a condizione che abbiano un reddito annuo non superiore a 40.000 euro. Il bonus verrà erogato in un’unica soluzione nel mese di dicembre e prevede un vincolo rafforzato per le famiglie con più di due figli.
Accanto al Bonus mamme, il decreto prevede anche ulteriori misure a carattere sociale, a conferma di un orientamento volto a rafforzare l’equità e l’inclusione. Tra queste, figura il bonus nido, destinato a sostenere le famiglie con figli piccoli attraverso il parziale rimborso delle rette per i servizi di prima infanzia. Inoltre, viene disposta una proroga del Superbonus 110% per gli interventi edilizi realizzati in aree colpite da eventi sismici, consentendo a cittadini e imprese di completare i lavori già avviati con maggior serenità.
IVA agevolata per le opere d’arte
Inoltre, il decreto legge n. 95/2025 modifica l’aliquota IVA applicabile alla vendita e importazione di opere d’arte, oggetti da collezione, francobolli e monete antiche. L’aliquota scende dal 22% al 5%, una delle più basse in Europa.
L’obiettivo è rilanciare la competitività del mercato dell’arte italiano, incentivando sia la domanda interna che l’attrattività per collezionisti e investitori esteri. La misura si inserisce in un più ampio disegno di valorizzazione del patrimonio culturale e di rafforzamento del sistema creativo nazionale, riconoscendone il potenziale economico oltre che identitario.
Start-up e investimenti innovativi: vincolo minimo dal 2025
Il Decreto Economia introduce anche una misura di respiro strategico volta a sostenere l’ecosistema dell’innovazione e delle imprese emergenti. A partire dal 2025, almeno il 3% degli investimenti dei fondi dovrà essere destinato a start-up e PMI innovative, promuovendo una riallocazione strutturale dei capitali verso realtà ad alto potenziale tecnologico e di crescita.
Questa percentuale, che per ora rappresenta un vincolo minimo, diventerà obbligatoria in via definitiva dal 2027, sancendo così un orientamento stabile della finanza verso l’innovazione. In parallelo, si amplia la definizione di “investimento qualificato”, includendo anche impegni vincolanti e non solo operazioni già perfezionate.
L’intervento ha lo scopo di agevolare l’accesso ai capitali per le giovani imprese, favorendo il rinnovamento del tessuto produttivo nazionale, la digitalizzazione e la transizione ecologica. Una leva che guarda al futuro, ma che punta a generare effetti già nel breve periodo.
Turismo: incentivi per lo staff housing e proroghe amministrative
Nel comparto del turismo, il Decreto Economia introduce misure finalizzate a migliorare le condizioni lavorative e abitative degli operatori del settore, con l’obiettivo di rafforzarne l’attrattività e la competitività, soprattutto nelle località a forte vocazione stagionale.
Tra gli interventi più significativi figura l’introduzione di incentivi per lo staff housing, ovvero per la realizzazione o messa a disposizione di alloggi destinati ai lavoratori stagionali. Una misura che risponde alla carenza strutturale di soluzioni abitative per il personale impiegato nei servizi turistici, particolarmente sentita in alcune aree del Sud e nelle isole.
Il decreto prevede anche una serie di proroghe amministrative, tra cui quella relativa alla scadenza per l’aggiornamento catastale delle strutture ricettive all’aperto, offrendo maggiore flessibilità e tempo agli operatori per adeguarsi alle nuove normative tecniche e urbanistiche.
Editoria e librerie: raddoppiano i fondi, sostegno alla cultura di prossimità
Tra le novità più apprezzate sul piano culturale, il Decreto Economia prevede un raddoppio della dotazione finanziaria per biblioteche ed editoria. Il fondo passa infatti da 24,8 a 54,8 milioni di euro per il 2025, con un incremento di 30 milioni rispetto a quanto previsto inizialmente dal Decreto Cultura.
Le risorse aggiuntive sono destinate a sostenere la filiera dell’editoria libraria, inclusa quella digitale, con particolare attenzione alle librerie indipendenti, a quelle con una lunga tradizione storica e alle librerie di prossimità. L’obiettivo è rafforzare la rete culturale nei territori, promuovere l’accesso alla lettura e valorizzare l’identità culturale locale, anche nelle aree periferiche.
Agricoltura: fondi per innovazione e sostegno alle filiere
Anche il settore agricolo beneficia di nuovi stanziamenti: il Decreto Economia prevede infatti 47 milioni di euro per sostenere progetti di innovazione nel comparto primario. L’intento è favorire la transizione tecnologica e digitale delle imprese agricole, migliorandone l’efficienza e la sostenibilità.
Accanto a queste risorse, vengono assegnati 5 milioni di euro alla filiera suinicola, particolarmente colpita negli ultimi anni da restrizioni sanitarie e perdite economiche. Gli aiuti sono finalizzati a mantenere la capacità produttiva e tutelare un comparto fondamentale per l’agroalimentare italiano.
Terzo Settore: più fondi e nuove garanzie
Inoltre, il decreto interviene anche a favore del Terzo Settore, con un incremento di 10 milioni di euro per il finanziamento di progetti sociali e comunitari. Particolare attenzione è rivolta agli enti religiosi e agli enti non iscritti al Registro delle imprese (Rea), che potranno ora accedere alla sezione speciale del Fondo di garanzia per le PMI.
L’estensione della garanzia pubblica a soggetti del non profit rappresenta un passo concreto per facilitare l’accesso al credito, sostenere iniziative sociali diffuse sul territorio e promuovere l’economia civile e solidale.
Cripto-attività e antiriciclaggio: nuove regole in arrivo
Il Decreto Economia introduce importanti novità in materia di cripto-attività e contrasto al riciclaggio, aggiornando la normativa nazionale agli standard europei.
Il testo rafforza i poteri del Comitato di sicurezza finanziaria e amplia la definizione di Paesi terzi ad alto rischio, intensificando i controlli su operazioni potenzialmente opache.
Per i fornitori di servizi crypto vengono introdotti nuovi obblighi autorizzativi e informativi, in linea con il regolamento europeo MiCAR. Gli operatori già attivi in Italia potranno continuare a operare in regime transitorio fino a giugno 2026, a condizione che presentino domanda di autorizzazione entro il 30 dicembre 2025.
Altri interventi strategici e misure rinviate
Tra le misure contenute nel Decreto Economia trovano spazio anche alcuni interventi mirati di carattere infrastrutturale, urbano e abitativo. Tra questi, spicca la proroga al 2033 della società “Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026”, che garantirà la continuità operativa per la realizzazione delle opere legate alle Olimpiadi invernali. Viene inoltre istituito un Fondo per la rigenerazione urbana da 80 milioni di euro, volto a promuovere interventi di riqualificazione nei centri urbani. Cresce anche il Fondo di garanzia per la prima casa, che ottiene un finanziamento aggiuntivo di 30 milioni.
Sul piano economico, si interviene anche su temi specifici:
- per i pagamenti elettronici, viene chiarito che la norma sui tempi di accredito riguarda le carte di pagamento e i soggetti già previsti dalla legge sulla crescita;
- vengono destinate nuove risorse per l’internazionalizzazione delle imprese che operano o investono in India, fino a un massimo di 200 milioni di euro, con estensione anche a start-up e PMI del Sud.
Non mancano, infine, alcuni rinvii: è il caso della tanto discussa sugar tax, la tassa sulle bevande zuccherate, la cui entrata in vigore è slittata al 1° gennaio 2026. La misura, inizialmente prevista per luglio 2025, si applicherà a prodotti come succhi, bibite edulcorate e acque zuccherate, ma è stata rinviata per consentire ulteriori approfondimenti e un graduale adeguamento del mercato.
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