La Camera approva il decreto Università: 160 milioni di euro per gli enti di ricerca, stabilizzazioni CNR, nuove forme contrattuali e misure per il Sud. Ma secondo le opposizioni e le associazioni le risorse sono inesistenti.
Ieri l’Aula della Camera ha approvato in via definitiva il decreto-legge “recante disposizioni urgenti in materia di università e ricerca, istruzione e salute”, con 149 voti favorevoli, 91 contrari e 3 astenuti.
STANZIAMENTI PER IL CNR
Tra le misure più rilevanti, è stato confermato uno stanziamento pluriennale per il potenziamento degli enti di ricerca vigilati dal MUR, con 160 milioni di euro previsti per il triennio 2025-2027: una dotazione riconosciuta per sbloccare, in teoria, l’annosa questione della stabilizzazione dei precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che su 12.000 ne conta quasi un terzo in condizioni di precariato.
Secondo il ministero, ora il CNR avrà a disposizione risorse specifiche per 9 milioni nel 2025, 12,5 nel 2026 e 10,5 nel 2027.
NUOVE FORME CONTRATTUALI
Accanto a questa misura, il decreto introduce nuove figure contrattuali, come i ricercatori a tempo determinato, i post-doc e i professori aggiunti, con l’obiettivo di allineare l’università italiana agli standard internazionali e favorire la mobilità accademica.
RIFORMA O PRECARIATO LUNGO?
Le associazioni di categoria e i sindacati (FLC-Cgil, ADI, UDU) hanno però sollevato dubbi circa il rischio di cementare un “precariato di lungo corso” nel quale, secondo le stime più recenti, soltanto il 10% dei “preruolo” vedrebbe reali prospettive di stabilizzazione prima di quindici anni di carriera.
MISURE PER IL SUD
Un capitolo importante riguarda le risorse destinate al Sud, con 150 milioni di euro del Piano “Ricerca Sud 2021-2027” volte a potenziare gli ecosistemi dell’innovazione nelle regioni meridionali. L’intento del Governo è quello di creare ponti tra atenei, imprese e istituzioni locali, trattenendo competenze e nuovi talenti in territori tradizionalmente svantaggiati.
LA SCUOLA: PROROGA PER GLI USR ED ESTENSIONE INAIL
Il decreto prevede misure anche per il comparto scolastico, prorogando fino al 31 ottobre 2025 gli incarichi dei direttori degli Uffici scolastici regionali per garantire continuità amministrativa e prevedendo l’avvio di procedure concorsuali semplificate per l’assunzione di nuovo personale a tempo indeterminato.
E conferma l’estensione della copertura INAIL contro infortuni e malattie professionali a tutti i soggetti coinvolti nel sistema dell’istruzione – studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo, consentendo di bandire concorsi straordinari per rafforzare gli organici nelle scuole, con lo scopo di migliorare la qualità dell’insegnamento e ridurre la precarietà tra i docenti.
GOVERNO E GOVERNANCE
Prorogato il mandato dei vertici del Consiglio Universitario Nazionale fino al 31 dicembre 2025 in vista della riforma e disposto l’incremento delle risorse per il personale di diretta collaborazione del ministro, “per far fronte alle molteplici e accresciute esigenze, anche in relazione agli obiettivi previsti del Pnrr, connesse alla realizzazione degli indirizzi strategici del ministro”.
ALTRE MISURE
Il decreto contiene infine disposizioni minori, come lo stanziamento di un milione di euro per l’Opera nazionale Montessori nel 2025 e la conferma della validità dei titoli di laurea per gli educatori nei servizi per l’infanzia immatricolati entro l’a.a. 2018/2019.
OPPOSIZIONI E SINDACATI: RISORSE FITTIZIE
L’opposizione – il Pd nello specifico – ha motivato il suo voto contrario rimarcando l’assenza di un piano straordinario di reclutamento e la mancanza di nuovi stanziamenti oltre quelli già programmati. Più in generale, l’accusa si concentra sulla mancanza di una visione strategica e su un’immissione di nuove risorse soltanto apparente, poiché il bilancio complessivo del sostegno all’università sarebbe comunque negativo.
Tesi, questa, sostenuta anche dal sindacato Flc-Cgil, che da settimane accusa il ministero di un “gioco contabile”.
PRECARI CNR: FONDI VINCOLATI AD ALTRO, NON CI SARANNO STABILIZZAZIONI
Secondo i Precari Uniti del Cnr i fondi destinati alle stabilizzazioni sono “vincolati ad altri scopi – programmi e infrastrutture – e, soprattutto, sono distribuiti su soli tre anni. Questo li rende inutilizzabili per assunzioni stabili a tempo indeterminato. Ad oggi, gli unici fondi realmente destinati alle stabilizzazioni sono frutto di un emendamento delle opposizioni alla legge di bilancio: risorse che permetteranno appena 170 stabilizzazioni, a fronte di circa 4.000 precari presenti nell’ente”.
ADI: NIENTE DI NUOVO, IL DECRETO NON AFFRONTA CRISI STRUTTURALE
Mentre l’Associazione dottorandi e dottori di ricerca in Italia (Adi) evidenzia ritardo nella pubblicazione dei decreti attuativi per i dottorati e gli incarichi di ricerca, su cui pendono ricorsi e perfino una procedura d’infrazione europea per violazione del diritto comunitario.
Se da un lato il provvedimento introduce qualche apertura sulle borse post-lauream – con l’esenzione IRPEF-IRAP sulle assegnazioni prima del 7 giugno 2024 – dall’altro lascia in sospeso molte domande circa i rinnovi, i criteri di ripartizione delle risorse e il futuro regime fiscale per le borse conferite in seguito.
LA DIFESA DI BERNINI
La ministra Anna Maria Bernini s’è difesa in aula: “non è vero che la ricerca è sottofinanziata”. Le università italiane avrebbero, a suo dire, un avanzo cumulato di oltre un miliardo e il decreto sarebbe la dimostrazione della centralità della scienza per la competitività del Paese.
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