Il settore tessile tunisino si prepara a una nuova fase di crescita, con ricadute significative anche per le quasi mille imprese italiane attive nel Paese nordafricano. La Commissione europea ha infatti adottato, lo scorso 24 luglio, una decisione che introduce deroghe alle regole di origine per i prodotti tessili trasformati in Tunisia e destinati all’esportazione verso l’Unione europea. La misura, accolta con favore dalla Federazione tunisina del tessile e dell’abbigliamento (Ftth), viene definita “strategica” per la competitività delle aziende tunisine e si applicherà fino al 31 dicembre 2029, con effetto retroattivo a partire dal 22 gennaio 2025. Le deroghe riguardano una gamma di prodotti – tra cui t-shirt, pantaloni e abiti – che potranno accedere al mercato europeo beneficiando dell’esenzione dai dazi doganali, pur non rispettando integralmente le regole di origine previste dagli accordi ordinari. Per le imprese italiane del settore, molte delle quali operano direttamente in Tunisia, si tratta di un vantaggio competitivo concreto. I prodotti confezionati nel Paese potranno entrare nell’Ue a condizioni agevolate, rendendo le filiere più snelle e convenienti, sia in termini di costi che di tempi di consegna.
Il comparto tessile riveste un ruolo centrale nell’economia tunisina. Secondo il ministero dell’Industria, delle Miniere e dell’Energia, rappresenta il 29 per cento dell’occupazione industriale, con oltre 150 mila lavoratori impiegati in circa 1.400 imprese – il 31 per cento del totale delle industrie nazionali. Le esportazioni del settore hanno raggiunto nel 2024 un valore di quasi nove miliardi di dinari (circa tre miliardi di euro), contribuendo per il 16 per cento al totale delle esportazioni industriali del Paese, con un tasso di copertura pari al 127 per cento. La Tunisia si conferma, inoltre, il nono fornitore di abbigliamento dell’Ue. L’87 per cento dell’export tessile tunisino è diretto verso il mercato europeo, con una quota rilevante assorbita dall’Italia. Le nuove deroghe permetteranno alle imprese italiane di rafforzare ulteriormente la propria presenza produttiva nel Paese, consolidando una cooperazione industriale che ha conosciuto un’accelerazione negli ultimi anni.
Un ulteriore impulso è arrivato con l’accordo siglato nell’aprile 2024 tra la Banca centrale tunisina (Bct) e la Cassa depositi e prestiti (Cdp), che ha messo a disposizione una linea di credito italiana da 55 milioni di euro a sostegno delle piccole e medie imprese tunisine, incluse quelle attive nel tessile. I fondi possono essere utilizzati per l’acquisto di macchinari e attrezzature, servizi di assistenza tecnica e ristrutturazioni finanziarie. Le condizioni applicate – tassi agevolati del 2,5 per cento in euro e del 6,5 per cento in dinari – mirano a rafforzare la capacità produttiva e l’accesso al credito, con modalità flessibili e tempi di rimborso adattabili alle necessità aziendali.
Questi fondi sono destinati a favorire gli investimenti e la crescita economica in Tunisia, e le PMI tunisine, comprese quelle specializzate nel tessile, possono utilizzarli per l’acquisto di nuovi macchinari e attrezzature, servizi legati alle attrezzature (dalla manutenzione all’assistenza tecnica, garantendo il funzionamento ottimale degli impianti), e per la ristrutturazione finanziaria, un sostegno per le imprese in difficoltà, grazie alla possibilità di rinegoziare i debiti e accedere a prestiti partecipativi. La linea di credito italiana offre condizioni particolarmente vantaggiose: un tasso annuo limitato al 2,5 per cento per i prestiti in euro e al 6,5 per cento per quelli in dinari tunisini, con termini di rimborso studiati per venire incontro alle esigenze delle imprese, garantendo un maggiore margine di manovra. La decisione della Commissione europea, combinata con il rafforzamento del partenariato finanziario e industriale tra Italia e Tunisia, consolida ulteriormente il ruolo del Paese nordafricano come piattaforma strategica per l’industria tessile italiana nel Mediterraneo.
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