Ricavi aggregati per 900 milioni di euro, 78 milioni di ebitda (+83% rispetto ai risultati del 2023) e una filiera che va dalla tecnologia industriale all’urbanistica avanzata. Nel 2024 Polifin, la holding della famiglia Bosatelli guidata dal presidente Fabio Bosatelli e dal ceo Paolo Cervini, dimostra di essere una piattaforma sinergica capace di generare valore per territori e persone.
Tre sono le aree di business del gruppo: Gewiss, società industriale, Costim, che opera nel settore dello sviluppo immobiliare e delle costruzioni, insieme alle sue controllate Impresa Percassi, Gualini ed Elmet e i progetti definiti «captive». Su tutti, il distretto ChorusLife Bergamo, inaugurato a novembre dello scorso anno, e altri cantieri a cui la holding partecipa in equity.
«Fino al 2024 ogni realtà prendeva decisioni operative in completa autonomia, senza un’interlocuzione sinergica predefinita», spiega il ceo Paolo Cervini. «Se da un lato Gewiss dal 2020 si è inserita subito in un percorso virtuoso superando i 110 milioni di ebitda e triplicando il suo enterprise value, dall’altro Costim, le sue controllate e i progetti captive arrivavano da un periodo di gestione meno strutturata e meno strategica». È per questo motivo che nella primavera dello scorso anno la holding ha deciso di iniziare a scrivere un nuovo capitolo della propria storia e Fabio Bosatelli ha chiesto a Paolo Cervini di prendere le redini anche di Costim.
Per assecondare il percorso di crescita del comparto immobiliare di Polifin è stato necessario ricapitalizzare Costim (la holding ha investito 75 milioni nel 2023 e 41 milioni nel 2024) e procedere a svalutazioni per 65 milioni che hanno pesato sull’utile. Impresa Percassi, attiva nelle costruzioni, ha ridotto il disavanzo operativo rispetto al 2023 da -22 milioni a -8 milioni, Gualini, specializzata nelle facciate bespoke, è tornata alla marginalità operativa con un ebitda positivo di 2,5 milioni. Mentre Elmet, che si occupa di manutenzione e realizzazioni impiantistiche e che ha riportato anche nell’anno precedente risultati positivi in bilancio, è stata riposizionata dal punto di vista industriale ed è stata spostata sotto il cappello di Gewiss.
I progetti captive e il principio del M.in.d.s.
Punta di diamante dei progetti captive è ChorusLife Bergamo, in cui «la famiglia Bosatelli ha investito 500 milioni per restituire alla città, secondo la visione del Cavaliere del Lavoro Domenico Bosatelli, un luogo di incontro tra generazioni, innovativo e sostenibile», racconta Cervini. Costruito su un ex spazio industriale, comprende hotel, residenze per affitto breve e a lungo termine, più di 40 aree retail, piazze, un’arena tecnologica da sette mila posti e dal prossimo autunno, per festeggiare il primo compleanno della struttura, aprirà anche una spa, la più grande d’Europa in un centro cittadino. Ma ci sono altri tre progetti su cui Polifin sta lavorando.
A Linate porta avanti un progetto di riqualificazione urbana, Chorus Life Linate, su un terreno demaniale dove il gruppo andrà a realizzare nei prossimi due anni 32 mila metri quadri di uffici multi-utilizzo e un hotel. Non un modello built to rent come quello di Bergamo, ma un’area sulla quale Polifin avrà la gestione fino al 2043, con un ritorno annuale dell’investimento predefinito.
Anche a Pietra Ligure è in corso un progetto di rigenerazione urbana per costruire residenze e appartamenti fronte mare: una marina su un terreno demaniale per 90 anni e altri servizi come hotel e spa. Ultimo progetto in corso è il recupero del porto di Trieste che non è ancora in fase esecutiva. Il progetto è stato disegnato interamente da Costim ma l’assegnazione alle imprese che dovranno realizzarlo, attraverso una gara, avverrà entro l’inizio del 2026. Si tratta di un investimento da 600 milioni.
«Il presidente Fabio Bosatelli ha voluto dare al gruppo Polifin una visione ben chiara fin da subito: rendere armonica la fotografia della holding creando un file rouge tra tutte le sue società controllate secondo il principio dall’acronimo M.in.d.s., manageriale, internazionale, digitale e sostenibile», afferma Cervini. E precisa: «Fin dall’inizio, come dichiarato anche dal presidente, abbiamo creduto in un modello di impresa fondato sull’autonomia operativa delle controllate, unite però da un’identità culturale comune e da una visione condivisa del futuro». (riproduzione riservata)
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