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spesi solo 26 milioni su 200


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Agricoltura

 



ANSA

C’è il forte rischio di non riuscire a spendere, entro il termine di giugno 2026, gran parte dei 200 milioni previsti dal Pnrr per il superamento degli indegni ghetti dei lavoratori immigrati. Così il governo è intenzionato a utilizzarli come incentivi alle imprese agricole affinché realizzino loro delle strutture di accoglienza per i braccianti. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Marina Calderone, nel corso del Tavolo interministeriale contro il caporalato, che non si riuniva da più di un anno, presenti anche i colleghi Lollobrigida e Piantedosi, i rappresentanti sindacali e imprenditoriali. Si è parlato anche dei decreti attuativi del Decreto Agricoltura, dello stato di avanzamento della Banca dati degli appalti in agricoltura, dell’attuazione della condizionalità sociale della Pac, delle agevolazioni per le imprese che si iscrivono alla Rete del lavoro agricolo di qualità. Ma la preoccupazione maggiore espressa dai sindacati è quella che vadano persi, o spesi male, i fondi del Pnrr.

Lo scorso 23 luglio il Commissario straordinario per il superamento dei ghetti, Maurizio Falco, ha comunicato lo sblocco di 12 progetti, per un ammontare di circa 26 milioni, e per appena 700 persone. Molto poco e, oltretutto, si tratta di piccoli insediamenti: Castelguglielmo (Ro), Saluzzo (Cn), Pescara, Castel Volturno (Ce), Eboli (Sa), Corigliano-Rossano (Cs), Lesina, Carpino e Carapelle (Fg), Bisceglie (Bat), Brindisi, Siracusa. Mancano i grandi ghetti pugliesi dei comuni di Manfredonia (54 milioni), San Severo (27 milioni), quello calabrese di San Ferdinando, la provincia di Latina. Oltretutto uno dei 12, Lesina, ha rinunciato a 1,9 milioni per la ristrutturazione di un ostello per ospitare 30 braccianti immigrati. « La comunità è contraria», ha spiegato il sindaco Primiano Di Mauro. Già da tempo anche il Comune di Rovigo aveva rinunciato a un milione di euro per ospitare sempre 30 lavoratori in strutture pubbliche da ristrutturare. La pensano diversamente nel vicino comune di Castelguglielmo che, invece, grazie a 1,6 milioni realizzerà l’accoglienza di 50 lavoratori. Intanto lo sfruttamento certo non è calato, come dimostrano i fatti di cronaca delle ultime due settimane.

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Al Nord come al Sud. Il 15 luglio i carabinieri di Portomaggiore (Ferrara) arrestano un cittadino pakistano, un “caporale” che reclutava manodopera immigrata per le aziende agricole, spesso irregolare: 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, cinque euro l’ora, costretti a vivere in un’abitazione fatiscente, pagando 150 euro al mese. Il 18 luglio a Sabaudia in provincia di Latina un bracciante indiano sikh muore travolto da un’auto mentre si reca in bicicletta al lavoro. Il terzo dall’inizio dell’estate. E non è solo agricoltura. Il 19 luglio il gip di Milano convalida il sequestro preventivo d’urgenza di oltre 43,5 milioni di euro per frode fiscale a carico di Rhenus Logistics spa, accusata di “somministrazione illecita di manodopera” attraverso cooperative “filtro”. Il 22 luglio viene arrestato a Satriano, in provincia di Catanzaro, il titolare di un’attività commerciale al quale vengono contestati lo sfruttamento e l’estorsione ai danni dei dipendenti, impiegati per 10 ore a fronte delle 4 previste dal contratto a tempo parziale, senza versare i contributi previdenziali. Costretti a restituire una parte dello stipendio in contanti, pena il licenziamento. All’attenzione delle forze dell’ordine finiscono anche gli autolavaggi.

Un primo, a Colleferro (Roma), viene posto sotto sequestro il 23 luglio perché il gestore, egiziano, sfruttava due connazionali facendoli lavorare anche 10 ore al giorno per 6 giorni a settimana, con stipendi molto più bassi dei contratti collettivi e in violazione delle norme di sicurezza. Il 24 luglio un blitz dei carabinieri di Firenze negli autolavaggi della provincia fa emergere illegalità in 12 impianti per occupazione irregolare e lavoro insicuro. Il 26 luglio tocca al Casertano dove i carabinieri, in tre autolavaggi, scoprono 15 lavoratori in nero, alcuni dei quali “irregolari”, denunciano tre persone e comminano sanzioni per oltre 77mila euro. Infine, il 30 luglio ad Altavilla Milicia, nel Palermitano, viene sequestrata una macelleria e indagato il titolare per sfruttamento di 4 dipendenti, impiegati in nero con paghe più basse di oltre il 50% rispetto agli importi minimi previsti dai contratti nazionali e senza il riconoscimento del lavoro notturno.





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