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Taranto, prima bozza per la decarbonizzazione. Accordo sui tre forni elettrici, le parti si aggiornano al 12 agosto


di
Cesare Bechis

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Il sindaco Piero Bitetti, che ha revocato le sue dimissioni e ha partecipato al vertice in ministero, chiede di poter fare un passaggio in Consiglio comunale

Colpo di scena nella vicenda ex Ilva di Taranto. Dopo essersi dimesso la sera di lunedì 28 luglio per «inagibilità politica» e al termine di una giornata dedicata all’ascolto della galassia ambientalista e finita tra urla e minacce ad opera di una frangia oltranzista, il sindaco di Taranto Piero Bitetti fa marcia indietro. Comunicata la decisione, il primo cittadino si è messo in viaggio per Roma, per raggiungere il ministero delle Imprese e del Made in Italy per partecipare all’incontro con il ministro Adolfo Urso per decidere il futuro dell’acciaieria. 
Durante il viaggio il sindaco ha chiarito in un video quale sarà la posizione del Comune di Taranto. «Dirò al ministro che l’accordo così com’è strutturato non ci soddisfa e non lo firmerò come hanno già detto anche i rappresentanti degli altri enti locali, Provincia, Comune di Statte e Regione che ringrazio per la vicinanza dimostratami». Bitetti ha aggiunto che presenterà al ministro «un piano che consente di abbattere drasticamente il livello di inquinamento e che ci porterà alla decarbonizzazione e quindi all’eliminazione dell’area a caldo. Questo è l’impegno che abbiamo preso con i tarantini ed è ciò che va fatto. Chiederò al ministro di aggiornare la riunione per valutare altre proposte». 
Ha poi puntualizzato che la città non accetterà più «scelte calate dall’alto che umiliano Taranto rendendola zona di sacrificio». Ha replicato anche a quanti affermano che il sindaco può chiudere la fabbrica spiegando che agli enti locali sono assegnate altre funzioni e respinto il linguaggio delle «intimidazioni col quale non si costruisce nulla di buono». Ha infine reso noto che ha sporto denuncia contro ignoti per i fatti «incresciosi» di lunedì sera mentre ha sottolineato che a Taranto esiste anche «una maggioranza che non grida ma che vota e dal sindaco si aspetta molto. All’appello di queste forze sane non potevo rimanere indifferente. La mia presenza a Roma è un segno inequivocabile che sono più convinto e motivato di prima».

Il rinvio al 12 agosto, accordo sui tre forni elettrici

Al tavolo per la definizione dell’accordo di programma sull’ex Ilva le parti, secondo quanto si apprende, sono al lavoro su un verbale che recepisca il condiviso impegno alla piena decarbonizzazione del sito di Taranto. Questo è ciò che emerge chiaramente – riferiscono le stesse fonti – da tutte le proposte sul tavolo, al fine di consentire già a partire da domani l’aggiornamento della gara. Tutti gli altri aspetti saranno approfonditi in un ulteriore incontro che potrebbe essere il 12 agosto. Il sindaco di Taranto ha chiesto di poter fare un passaggio dal Consiglio comunale prima di assumere una posizione formale, spiegano le fonti. Richiesta che oggi ha rinnovato. Rispetto alle due proposte sul tavolo il sindaco oggi avrebbe riproposto una terza via: tre forni elettrici e un Dri. Sui tre forni, quindi, c’è una condivisione da parte di tutti.





















































Via libera a 200 milioni per assicurare la continuità produttiva

Intanto, arrivano i 200 milioni di euro per assicurare la continuità produttiva e la sicurezza degli stabilimenti dell’ex Ilva. Con il via libera definitivo, alla Camera, al decreto per il sostegno ai comparti produttivi si stanziano le risorse funzionali alla manutenzione, al ripristino e all’adeguamento degli impianti, nonché a garantirne gli adeguati standard di sicurezza. I fondi, che saranno erogati con decreto interministeriale, potranno essere utilizzati direttamente da Ilva in amministrazione straordinaria o trasferiti ad Acciaierie d’Italia in a.s, su richiesta dei commissari. 
Guardando in particolare allo stabilimento di Taranto, viene anche modificata la disciplina per la realizzazione di impianti per la produzione di preridotto, eliminando i riferimenti al Pnrr ed alla produzione del preridotto attraverso l’idrogeno – ormai non più necessari a seguito del passaggio delle risorse per la realizzazione dell’impianto dal Pnrr al Fondo per lo sviluppo e la coesione – e prevedendo che la società costituita per la gestione dell’impianto possa procedere alla realizzazione ed alla gestione attraverso una partnership con un socio privato scelto tramite una gara a «doppio oggetto». 
Agli investimenti superiori a 50 milioni di euro localizzati all’interno delle aree industriali ex Ilva, o all’esterno se funzionali all’attività dello stabilimento, vengono estese le procedure accelerate per i programmi di investimento di interesse strategico nazionale. Sempre per garantire il settore siderurgico, ma in Toscana, arrivano anche, introdotte nel corso dell’iter parlamentare, nuove regole per agevolare l’accesso al credito per gli operatori economici intenzionati a insediare attività produttive nell’area del polo di Piombino, classificato sito di interesse nazionale per quantità e qualità dei rifiuti e per lo stato di crisi industriale complessa. 

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31 luglio 2025 ( modifica il 31 luglio 2025 | 19:09)

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