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Bando turismo, l’attestazione bancaria rischia di rovinare tutto


La banca non deve fare il commercialista, né il garante. Deve solo confermare che sa. E poterlo fare in sicurezza. Sul bando “Sicilia Turismo 2025” , finanziato per 135 milioni di Euro con il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) 2021–2027, c’è il nodo che riguarda l’attestazione bancaria.

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La questione è stata sollevata da Franz Cannizzo, responsabile nazionale del turismo di Sviluppo Mezzogiorno, l’associazione che coopta gli imprenditori e i docenti universitari di tutte le regioni del Sud:
“Chiediamo all’assessorato regionale al Turismo di modificare urgentemente il modello di attestazione bancaria per evitare criticità legali, ritardi nelle domande e difficoltà nel rapporto banca-impresa”.

Secondo Cannizzo, il modello attualmente in uso, denominato “Lettera di Credenziali”, presenta criticità giuridiche e operative che potrebbero:

dissuadere le banche dal rilasciare l’attestazione;

esporre gli istituti di credito a responsabilità non previste;

ritardare o invalidare numerose domande di contributo. A tal proposito le premesse vi sono tutte poiché numerosi istituti di credito hanno già consultato i loro uffici legali, frenando o bloccando l’iter di rilascio;

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compromettere l’accesso al finanziamento da parte delle imprese più meritevoli.

Secondo Cannizzo, le criticità del modello attuale sono:
Terminologia fuorviante: “Lettera di Credenziali

Il termine non esiste nel lessico bancario e può essere interpretato come una forma di garanzia o avallo, esponendo la banca a rischi legali ingiustificati.

Assenza di basi oggettive per l’attestazione

Il modello non richiede che la banca abbia effettivamente analizzato il progetto, i bilanci o la capacità finanziaria dell’impresa. Si così di trasformare un documento tecnico in una rischiando mera formalità, priva di valore reale.

Ambiguità sul ruolo della banca

Frasi come “VISTA la proposta progettuale” e “ATTESTA la capacità economica e finanziaria” possono essere interpretate come un avallo del merito del progetto, con conseguenze in caso di fallimento dell’iniziativa.

Mancanza di tutela per le nuove imprese

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Le startup del turismo, spesso senza bilanci pluriennali, non trovano nel modello attuale uno spazio adeguato per dimostrare la propria sostenibilità attraverso piani di investimento, versamenti soci o proiezioni di cassa.

Rischio di contenzioso

In caso di crisi aziendale successiva, l’attestazione potrebbe essere utilizzata come prova di una “certificazione” di solvibilità, esponendo la banca a richieste di risarcimento danni.

“Per evitare che queste criticità blocchino il flusso delle domande e generino tensione tra imprese, banche e pubblica amministrazione – sottolinea Franz Cannizzo – proponiamo di adottare un modello di attestazione riformulato, chiaro, neutro e conforme al diritto bancario. Un modello che elimini termini ambigui come “credenziali”; distingua tra imprese storiche e nuove attività, valorizzando il progetto imprenditoriale; chiarisca che l’attestazione non è una garanzia né un avallo; protegga la banca da responsabilità non previste; mantenga il valore istruttorio del documento per la Regione”.



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