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Dazi, Borse globali a picco. Trump conferma il 15% all’Ue. Per Svizzera e Canada maxi tariffe


Roma, 2 agosto 2025 – Donald Trump spariglia di nuovo le carte e affossa i mercati. È vero che conferma, con partenza il 7 agosto, la tariffa del 15% per l’Ue (e non era così scontato), sia pure con qualche aggiustamento e senza le esenzioni ipotizzate, ma colpisce con forza Paesi come il Canada (35%), la Svizzera (39%) e il Sudafrica (30%). E il risultato è che le Borse europee e Wall Street, spaventate dagli effetti dei dazi sull’economia e dai deludenti dati macro americani, chiudono in forte ribasso: Parigi cede il 2,91%, Francoforte il 2,65%, Londra lo 0,70%, Milano -2,55%, con il Dow Jones che registra una perdita dell’1,19%. E un costo, solo per il Vecchio Continente, di 269 miliardi di capitalizzazione. Mentre l’euro scende sotto la soglia di 1,14 sul dollaro, ai minimi da inizio anno. Una situazione che spinge il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a chiedere alla Bce di tagliare i tassi, “fino a arrivare a zero come durante il Covid”.

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Europa

“I nuovi dazi statunitensi riflettono i primi risultati dell’accordo Ue-Usa, in particolare il tetto massimo del 15% sui dazi all-inclusive. Questo rafforza la stabilità delle imprese europee e la fiducia nell’economia transatlantica”. A spiegarlo, dopo la conferma notturna di Trump con uno specifico ordine esecutivo, è il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, che insiste: “Gli esportatori dell’Ue beneficiano ora di una posizione più competitiva. Il lavoro continua”. In realtà, l’ordine esecutivo degli Usa, non attua gli altri elementi dell’accordo Ue-Usa: in particolare l’impegno a ridurre le tariffe statunitensi sulle automobili e sui componenti automobilistici a un tasso massimo del 15%, né prevede il trattamento specifico concordato per alcuni prodotti strategici, come gli aerei. E, allo stesso modo, restano tutte da negoziare le esenzioni ipotizzate nei giorni scorsi. Per le merci già in transito o immagazzinate per il consumo prima del 7 agosto, però, si applicherà la aliquota tariffaria precedente (10% + aliquota della Nazione più favorita) fino al 5 ottobre 2025.

Trump conferma il 15% all’Europa. Per Svizzera e Canada maxi tariffe. .

I nodi aperti

Al di là della tariffa base del 15% il negoziato tra Ue e Usa è apertissimo su alcuni nodi cruciali. Il testo congiunto Ue-Usa rischia di slittare a dopo l’estate, le esenzioni sui prodotti strategici ancora non hanno una forma, le auto restano gravate da un dazio del 27,5%. Senza passi avanti agostani, al rientro a settembre, la presidente della Commissione potrebbe trovarsi assediata. Diverse cancellerie europee, chi più platealmente chi meno, non hanno digerito l’intesa di Turnberry. Parigi ha già più volte reiterato la propria insoddisfazione. Friedrich Merz, pressato dai malumori dell’industria teutonica, è tornato a manifestare le proprie perplessità affermando che “occorre continuare a negoziare i dettagli, cosa che non è stata fatta nel fine settimana”. E non manca chi contesta l’aderenza dell’intesa – asimmetrica – alle norme del Wto.

I nuovi super-dazi

La nuova ondata di misure va da un minimo dal 10% ad un massimo del 41%, contro la Siria. Confermato anche quello per il Giappone, al 15%, e la Gran Bretagna al 10%. Penalizzato, invece, il Canada con un aumento dal 25% al 35%, “in risposta alla continua inazione e alle ritorsioni di Ottawa”. Punita anche la Svizzera con una tariffa più alta di quella dichiarata il 2 aprile, al 39%. Il Brasile è ancora dato al 10%, ma un precedente ordine firmato da Trump nel pomeriggio di giovedì ha aggiunto un ulteriore dazio del 40% su alcune merci per punire il presidente Lula, in risposta al processo all’ex presidente, Jair Bolsonaro. Oltre alle nuove tariffe stabilite per ciascun Paese, l’ordine esecutivo di Trump stabilisce anche un dazio del 40% su qualsiasi merce che la U.S. Customs and Border Protection determini essere stata “trasbordata” per evitare misure più elevate altrove. Ciò avviene principalmente quando merci prodotte in Cina vengono spedite in un altro Paese e riconfezionate.

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