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Occupazione nel vastese e settore produttivo, i dazi preoccupano i sindacati – Il Nuovo Online


Da ieri molte aziende del vastese hanno chiuso per ferie  Per centinaia di lavoratori resta l’incognita del futuro. A parere dei sindacati l’accordo sui dazi al 15% rappresenta senza dubbio un ulteriore macigno per l’economia del territorio.

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Un ampio servizio sull’argomento lo ha pubblicato ieri la collega del Centro Paola Calvano.

“Pur tenendo presente – ha dichiarato  Franco Spina della Cgil Chieti “della piccola riduzione prevista per l’automotive, settore a cui sono legati i colossi del Vastese, il 15 % contribuisce alla ulteriore decrescita del settore e perdita di competitività già presenti per le mancate scelte di investimenti e programmazione nel settore. I dazi complicano ancor di più la crisi e mettono definitivamente a rischio centinaia di posti di lavoro. Ritenere una vittoria l’aver stabilito il 15%di dazi, e’ pura follia. L’effetto combinato tra dazi e svalutazione del dollaro, comporta per le nostre imprese un + 30%. Senza contare che le nostre aziende hanno bisogno principalmente di energia e l’accordo raggiunto con gli Stati Uniti prevede l’acquisto di gas ad un prezzo maggiore che significherà ulteriore costo di produzione. Noi rischiamo di dover assistere solo ad una politica di ammortizzatori sociali e ( in alcuni casi) di incentivi all’esodo. Strumenti che rappresentano plasticamente una crisi profonda che attraversiamo. Prima ne prendono atto tutto gli attori e prima si potrà provare a invertire la rotta”.

Non è certo più ottimista Marco Laviano, segretario provinciale della Fim Cisl .

” Restare aggrappati al passato in attesa che qualcuno riveda i piani europei rappresenta un passo indietro verso lo sviluppo industriale. Denso resta una delle più grandi realtà produttive della nostra regione . Oggi ha bisogno di essere supportata, come FIM CISL crediamo nel lavoro degli attuali dirigenti ma serve avere chiarezza sul futuro, serve un confronto sincero su quelle che sono le missioni produttive per i prossimi anni. Gli ammortizzatori sociali non sono eterni ed il mercato asiatico ed americano ci stringono nella morsa della competizione. Il 2025 registra una netta flessione ma la grande preoccupazione è che per il prossimo anno non ci siano prospettive di ricrescita industriale. Il programma Green deal europeo continua a non dare nessuna forma di garanzia né alle grandi multinazionali italiane ed europee, ne tantomeno ai migliaia di lavoratori metalmeccanici che vedono i propri salari essere fortemente aggrediti da un massivo utilizzo di ammortizzatori sociali, e da una evidente perdita del potere di acquisto. In Abruzzo così come in Molise la maggior parte delle imprese orbitano intorno a Stellantis, ed aziende fornitrici di componentistica come la Denso soffrono le scelte industriali del gruppo”.

Preoccupato anche Emilio Di Cola, segretario Filtcem.
” Non ci sono solo dazi ma anche impegni come quello di comprare il gas e a investire 600 miliardi di dollari negli Usa che vuol dire delocalizzare le produzioni, la preoccupazione più in generale è che pezzi di produzioni potrebbero essere delocalizzate altrove. Da non sottovalutare un ulteriore balzo in avanti dei costi energetici”.

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per le imprese

 



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