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Trentino, in arrivo il primo data center in una miniera: «Pronto entro il 2025. Può diventare un hub europeo»


di
Matteo Sannicolò

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Il progetto «Intacture» è stato presentato alla Camera dei Deputati. Il ministro Urso: «Coniuga sostenibilità, innovazione e tecnologia»

Manca sempre meno alla realizzazione del primo Data center civile europeo all’interno di una vera e propria miniera attiva. Entro la fine del 2025 è, infatti, prevista la conclusione dei lavori per l’innovativo centro di protezione dei dati situato nelle profondità delle cave di Tassullo, in Val di Non.

«Intracture»: la creazione di un ecosistema attivo 

Parliamo del progetto «Intacture», voluto fortemente dall’amministrazione provinciale, dall’Università di Trento e da Tassullo, azienda industriale trentina operante nell’ambito dell’estrazione e della produzione di materiali per l’edilizia. Giovedì 31 luglio, i vertici dell’impresa — accompagnati dal vicepresidente della Provincia, Achille Spinelli, dal presidente della Camera di Commercio di Trento, Andrea De Zordo e da alcuni sindaci del territorio — si sono recati a Roma per illustrare lo stato di avanzamento dei lavori alla Camera dei deputati. «Questo è un progetto pilota che nasce in Trentino, ma che guarda al futuro digitale dell’Italia e dell’intera Europa», affermano Roberto Covi e Dennis Bonn, rispettivamente Ceo di Tassullo e Consigliere delegato di Trentino DataMine. Concetto sul quale insiste anche l’onorevole Alessia Ambrosi, che certifica il ruolo fondamentale che avrà la nuova struttura sotterranea: «Parliamo di una miniera nel cuore della Val di Non che diventa un vero e proprio laboratorio di idee e progetti, da cui si possono generare nuovi hub a livello europeo nell’ambito di intelligenza artificiale, cyber security e transizione energetica». A questo proposito, negli scorsi giorni Ambrosi ha avanzato alla Camera la proposta che uno dei quattro «gigafactory» (strutture richieste dalla Commissione europea per sviluppare un’intelligenza artificiale avanzata) venga realizzato in Italia. Lo sguardo in questo senso è rivolto a Tassullo: «Credo che il progetto rispecchi esattamente queste caratteristiche», spiega fiduciosa Ambrosi. La miniera attiva di Tassullo rappresenta a tutti gli effetti un ecosistema attivo a favore di imprese provenienti da settori diversi. «Un modello — spiegano Covi e Bonn — in grado di generare un efficiente sistema di economia circolare sul territorio».




















































Sostenibilità e innovazione tecnologica

Basti pensare che all’interno di queste cave trovano spazio anche 2,5 milioni di bottiglie di spumante Trento Doc, 1.500 forme di formaggio Trentingrana e oltre 40mila tonnellate di mele Melinda: prodotti la cui conservazione e maturazione sono favorite dalle ideali temperature presenti a quelle profondità (che possono arrivare fino a 270 metri). Questo sistema di interconnessione è garantito dal nuovo progetto «Tera», che trasforma la miniera in un ecosistema pulsante, dove economia circolare, innovazione tecnologica e sviluppo territoriale si integrano in modo virtuoso. «Lo straordinario progetto Tera — commenta Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy — crea un nuovo ecosistema minerario in grado di segnare la storia, riuscendo a coniugare sostenibilità, innovazione e tecnologia», si legge nel messaggio inviato dal ministro, nel quale si sofferma anche sull’importanza del futuro data center sotterraneo: «Il modello dimostra che nelle profondità del sottosuolo, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, si possono generare nuovi investimenti meritevoli anche di cofinanziamento nell’ambito del Pnrr».
Infatti, il progetto «Intacture» prevede un investimento di circa 50 milioni di euro, di cui 18,5 milioni finanziati nell’ambito del Pnrr. Questo è reso possibile dal sistema di partenariato pubblico privato che sta alla base dell’intero progetto. Grande soddisfazione anche per Achille Spinelli, vicepresidente della Provincia di Trento: «Sembrava un sogno difficile da realizzare, ma la struttura sta ultimando il suo percorso: sarà un centro di eccellenza in grado di raccogliere ed elaborare i dati, nonché un luogo di ricerca e innovazione».

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La costruzione dell’opera 

I lavori per il data center sono iniziati nella primavera dello scorso anno. Nel corso di questi mesi sono state scavate 60 mila tonnellate di roccia, a certificare quanto i lavori stiano procedono spediti. Il completamento dell’opera è previsto entro la fine del 2025, «salvo proroghe che — rassicura Bonn — per il momento non sembrano esserci».

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