In relazione ad alcune note diffuse dalla stampa, il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico, lavoro, famiglia, università e ricerca Achille Spinelli ribadisce gli obiettivi principali della proposta di revisione dell’ICEF, che è quella di riportare l’indicatore a uno strumento di misurazione che garantisca maggiore equità, semplificazione, chiarezza e trasparenza, oltre ad aggiornare i parametri di riferimento.
“Le istanze presentate dalle sigle sindacali e da ACLI erano già state prese in considerazione nelle ultime riunioni del Comitato tecnico di esperti ICEF del luglio scorso, ai quali erano presenti gli stessi proponenti. In quel contesto era stata esaminata approfonditamente la proposta di rimodulazione e reintroduzione delle deduzioni forfettarie. Era stato quindi presentato un approfondimento curato da FBK-IRVAPP – l’Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche – sulle deduzioni per le spese di produzione dei redditi e lavoro femminile, confrontando lo stato attuale con lo scenario di riforma e con un ulteriore scenario che modifichi, rispetto a quest’ultimo, solo la modalità di calcolo delle spese di produzione del reddito delle lavoratrici donne”, spiega Spinelli.
“Messi a confronto i tre scenari in termini di calcolo delle deduzioni, si è dimostrato concretamente che la riforma migliora l’equità tra le famiglie, pur aumentando in alcuni casi il valore ICEF, sia rispetto all’ICEF attuale, sia alla proposta avanzata dai sindacati. L’analisi del sindacati, sostanzialmente, non tiene conto della logica di fondo e della logica del processo, che non è volto a danneggiare le famiglie ma a ripristinare una valutazione più corretta. Le variabili specifiche delle condizioni dei componenti del nucleo sono da valutare nell’erogazione delle prestazioni e non nella misurazione della “ricchezza” delle famiglie. Appare singolare che i sindacati propendano per l’applicazione di deduzioni arbitrarie, piuttosto che basate sull’effettivo ammontare del reddito. Le simulazioni condotte, di fatto, smentiscono le legittime preoccupazioni dei sindacati in ordine alla tutela del lavoro femminile ed al lavoro di entrambe i genitori: vengono invece valorizzate all’interno della disciplina con il raddoppio della percentuale e del tetto massimo di deduzione per lavoro”, continua l’assessore.
“Per valorizzare veramente il lavoro femminile è necessario che tale valutazione sia effettuata al livello di erogazione dei benefici che prevedono tale incentivazione e non di misurazione del livello della condizione economica. È quindi necessario procedere a una valutazione approfondita nelle domande e nelle misure adottate, ad esempio considerando correttivi specifici volti a riconoscere e sostenere la condizione della donna lavoratrice. L’attuale complessità raggiunta dall’ICEF e la difficoltà ad una corretta governance, visto il cumulo di deduzioni in alcuni ambiti, è tale da ritenere iniquo l’attuale indicatore. Per quanto riguarda la riforma dell’AUP e dell’indicatore Povertà, queste entreranno comunque in vigore a partire da giugno 2026 e le modifiche, rispetto all’attuale configurazione degli aspetti caratterizzanti l’indicatore, sono minime. Per contro, l’esclusione dell’Assegno Unico Universale (AUU) dal calcolo del reddito (nessun cumulo) costituisce un significativo vantaggio per le famiglie (156€ mensili in media per figlio in provincia di Trento), soprattutto per quelle numerose, le quali sono ulteriormente tutelate dai coefficienti previsti nella scala di equivalenza. Tali considerazioni sono anche emerse nel recente incontro del vicepresidente con le rappresentanti del Forum provinciale delle famiglie. Altrettanto nessuna modifica investe la condizione di disabilità, che continua ad avere le necessarie e giuste tutele: verrà infatti introdotto il prossimo anno uno specifico indicatore per la disabilità e la non autosufficienza. Confermo in ogni caso la massima disponibilità a momenti di confronto in itinere; ribadisco altresì la volontà della Giunta di ridurre al minimo gli effetti per i nuclei. Inoltre, come ho confermato sia in sede di Comitato ICEF, sia con il Forum, sia con le rappresentanze sindacali, la revisione verrà applicata in modo graduale, accompagnando le strutture della PAT in modo tale da garantire in prima applicazione una sostanziale assenza di impatti sulle politiche. Il tutto sarà inoltre attentamente monitorato anche con il prezioso aiuto di IRVAPP”, conclude Spinelli.
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