Dopo l’annuncio dell’accordo tra il Presidente USA Donald Trump e la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen sull’imposizione di dazi del 15% su alcune categorie di prodotti europei, crescono le preoccupazioni nel sistema produttivo umbro. Abbiamo raccolto le voci di chi rappresenta le imprese cooperative di Confcooperative in comparti strategici del territorio. Un confronto con Carlo Di Somma, Presidente Regionale di Confcooperative Umbria, con Massimo Sepiacci, Presidente di Confcooperative-Fedagripesca Umbria e Umbriatop Wines, Roberto Buono, Direttore Commerciale della Cooperativa Trafocoop e Lorenzo Mariani, Segretario regionale di Confcooperative Umbria.
Presidente Di Somma, qual è la posizione di Confcooperative sull’accordo tra USA e UE? L’accordo raggiunto evita il peggio: si scongiura una guerra commerciale che avrebbe avuto effetti devastanti per molte delle nostre imprese. Tuttavia, non possiamo dirci tranquilli. I dazi al 15%, sebbene inferiori rispetto alle minacce iniziali del 50% e del 30%, rappresentano comunque un fardello significativo. Molte imprese, già provate da crisi e difficoltà strutturali, non avranno le risorse per sostenere nuovi costi. Il rischio è quello di vedere interi comparti perdere competitività. Come ha giustamente ricordato il Presidente Nazionale Gardini, l’Europa deve smetterla di rincorrere e iniziare a guidare. Serve una politica commerciale europea che tuteli gli interessi delle imprese e dei territori. L’Europa non può restare spettatrice passiva di fronte a decisioni unilaterali che minano la tenuta economica di settori strategici come il vino, l’agroalimentare e la manifattura. Servono strumenti concreti per difendere il lavoro e il valore delle nostre cooperative. Gardini ha parlato di ‘reazione intelligente’ e ha ragione: non servono muscoli, ma visione, negoziato e sostegno alle filiere più esposte.
Presidente Massimo Sepiacci, come valuta l’accordo dal punto di vista del comparto agroalimentare umbro cooperativo e non?
Anche se non si conoscono ancora i dettagli definitivi, quello conosciuto va a stabilizzare la situazione ma non è sicuramente il migliore degli accordi per le nostre imprese. Temo possa avere un impatto grave sulla competitività delle filiere agroalimentari, in particolare sul vino umbro. Le nostre cooperative stanno affrontando già oggi margini ridotti e instabilità nei mercati internazionali. L’aumento delle tariffe doganali, unito alla svalutazione del dollaro, rischia di compromettere definitivamente la posizione dei nostri prodotti negli Stati Uniti.
Direttore Roberto Buono, qual è l’impatto sulla vostra cooperativa Trafocoop che esporta, su scala globale, oltre l’80% della propria produzione?
Il comparto degli apparecchi elettrici, in cui operiamo, ha generato nel 2024 esportazioni verso gli Stati Uniti per circa 4 miliardi di dollari. A marzo i dazi erano al 3%, oggi siamo al 15%. È un incremento di cinque volte, a cui si somma l’apprezzamento dell’Euro sul dollaro di oltre il 10% nel primo semestre del 2025. Questo doppio effetto rende i nostri prodotti meno competitivi. Fortunatamente, è stata evitata l’ipotesi delle quote, che avrebbe scatenato una durissima concorrenza interna fra imprese europee. Ma la domanda vera è: chi pagherà questo aumento? Dipende dal potere contrattuale: alcune imprese, probabilmente le più numerose, saranno costrette ad assorbire i costi, sacrificando i profitti, mentre una piccola parte riuscirà a scaricarli sui consumatori americani.
Dottor Buono, quali misure suggerireste a livello europeo e nazionale per affrontare questa fase?
L’Europa deve rispondere con decisione, firmando nuovi trattati di libero scambio con partner alternativi agli Stati Uniti. A livello nazionale, chiediamo di supportare le PMI nei processi di internazionalizzazione verso mercati nuovi e diversificati. Non chiediamo sussidi o compensazioni per le perdite negli USA, ma politiche industriali coerenti e strumenti di supporto concreti.
Segretario Regionale Lorenzo Mariani, quale posizione assume Confcooperative Umbria?
Condividiamo pienamente l’analisi del Presidente Gardini. L’impatto economico dei dazi e della svalutazione del dollaro rischia di essere devastante per intere filiere, anche in Umbria. Il Governo Meloni deve destinare risorse straordinarie per i comparti più esposti, in particolare agroalimentare, manifattura ed export tecnologico. Al contempo, chiediamo che la Commissione UE ritiri la proposta di taglio al bilancio agricolo: non è coerente con l’impegno a favore dell’agroalimentare espresso a inizio legislatura. Il settore cooperativo è pronto a fare la sua parte, ma ha bisogno di un contesto favorevole per continuare a generare occupazione, coesione e qualità.”
Mariani, ritiene che vadano adottate misure istituzionali di supporto a livello regionale?
“Accogliamo con favore e con senso di responsabilità la tempestiva convocazione del Tavolo Regionale del Vino da parte dell’Assessore all’Agricoltura Simona Meloni. È un segnale politico e istituzionale importante verso uno dei comparti più colpiti dalla guerra dei Dazi e attualmente in grave difficoltà. Auspichiamo che venga attivato al più presto anche un Tavolo di confronto regionale per l’intero comparto produttivo industriale e artigianale da parte dell’Assessore allo Sviluppo Economico Francesco De Rebotti. È necessario fare squadra e mettere in campo strumenti adeguati nazionali e regionali a tutela della nostra economia reale.
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