“Siamo di fronte a una situazione gravissima: l’aeroporto Verdi, rimasto in attività in questi ultimi anni solo grazie al costante impegno dell’Unione parmense degli industriali, rischia concretamente la chiusura. E anche il silenzio, l’immobilismo e l’assenza delle istituzioni locali e regionali hanno avuto un ruolo determinante in questa delicata situazione”.
Così Pietro Vignali, capogruppo in Consiglio comunale della lista Vignali Sindaco, commenta la notizia del mancato aumento di capitale da parte del socio di maggioranza di Sogeap, che compromette la continuità operativa dello scalo parmigiano.
“Le istituzioni – attacca Vignali – hanno perso troppo tempo. Paghiamo anni di immobilismo da parte del Comune. Due anni fa, solo grazie ai voti del mio gruppo consiliare, é stato possibile salvare il piano di sviluppo aeroportuale, visto che la maggioranza del sindaco non aveva i numeri per approvarlo. Ma da allora non è stato fatto nulla. Nessun passo avanti. Nessun coordinamento. Nessuna visione”.
“Già trent’anni fa – prosegue – a causa del Pd, Parma perse l’Alta Velocità, regalata a Reggio Emilia. Una scelta che ha avuto conseguenze pesantissime per il nostro sistema economico, per cittadini e imprese. Ora stiamo rischiando di perdere un altro treno, un’altra occasione storica”.
Ma Vignali non risparmia critiche nemmeno alla Regione:
“Anche la Regione Emilia-Romagna ha le sue responsabilità. I progetti annunciati da De Pascale per il rilancio degli aeroporti minori rischiano di arrivare tardi, come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati. È da mesi che lo dico: in queste situazioni serve tempestività. E De Pascale, incapace di svincolarsi dalle pressioni bolognesi, avrebbe dovuto agire subito, non aspettare (forse) l’autunno per una legge che salvi gli aeroporti minori, a partire proprio da Parma”.
Infine, Vignali torna sul ruolo passivo del Comune: “Oltre a non aver mai svolto un vero ruolo di regia istituzionale per tutelare l’aeroporto, l’amministrazione comunale non ha neanche fatto nulla per far uscire il Verdi – e con esso le Fiere – dall’isolamento infrastrutturale in cui si trovano. Manca una visione strategica per lo sviluppo del territorio. E ora rischiamo di pagare un prezzo altissimo per questa miopia amministrativa. Ricordo bene che il prima atto della mia amministrazione fu proprio un aumento di capitale di 6milioni per l’aeroporto e successivamente il rifacimento dell’aerostazione e soprattutto l’istituzione di voli con quelle capitali europee che sono proprio mancati in questi ultimi anni e di cui Parma avrebbe tanto bisogno”.
“Il nostro territorio merita di più. Merita infrastrutture, collegamenti, investimenti. Non può essere lasciato in balia degli eventi. Occorre che tutte le forze istituzionali si sveglino prima che sia troppo tardi. Ma il tempo ormai stringe”.
Alleanza Verdi e Sinistra
“Con l’aeroporto di Parma siamo ormai ai titoli di coda, ma il finale era scritto da tempo. Una società di gestione che in 30 anni non ha mai avuto un bilancio strutturalmente in attivo bruciando oltre 100 milioni di euro come può continuare ad andare avanti? So.Ge.A.P. è stata mantenuta artificialmente in vita dapprima da una banca, la Meinl Bank, a cui la Banca Centrale Europea ha ritirato nel 2019 la licenza bancaria per ripetute violazioni delle norme antiriciclaggio e contro il finanziamento a gruppi terroristici e poi dall’Unione Parmense Industriali che, inseguendo la provinciale grandeur della piccola capitale, si è dovuta indebitare dopo aver svuotato le riserve del più antico giornale d’Italia”. Così in una nota Alleanza Verdi e sinistra. “La realtà è che un aeroporto ubicato a 110 chilometri da Linate e a 90 da Bologna, privo di introiti dai servizi a terra e men che meno dalle compagnie aeree che anzi vogliono essere pagate, non sta in piedi perché non ha mercato. E a certificarlo, oltre alle perdite, è il movimento dei passeggeri che negli ultimi dieci anni è stato costantemente sotto i 200.000 con un ritorno per la comunità e il territorio di Parma pressoché nullo. Ma si sa che a Parma la visione di insieme per le infrastrutture strategiche, al di là dei frammentati e preponderanti interessi privati, è merce totalmente assente: lo testimoniano l’inutile e impattante moncone autostradale della Ti-Bre; il ritardo pluridecennale sul raddoppio della ferrovia Parma-La Spezia;l’assenza di collegamenti di treni ad alta velocità per Roma e Milano. Risultati che sono in gran parte da ascrivere agli stessi che hanno voluto mantenere in vita a tutti i costi l’aeroporto così come realizzare 10 chilometri di autostrada che finiscono nei campi”.
“Abbiamo letto del pellegrinaggio e della questua in Regione dei soci industriali in cerca di aiuti e sostegni all’interno del piano aeroportuale regionale. Siamo di fronte ad un accanimento terapeutico finalizzato solo a salvare la faccia di chi ha bruciatoinutilmente decine di milioni di euro. Come Alleanza Verdi e Sinistra, ci appelliamo al presidente De Pascale affinché non vengano sprecate ulteriori risorse pubbliche per investimenti insensati, come la fallimentare conversione a cargo, o a supporto della gestione corrente. Chiediamo invece al socio storico Unione Parmense Industriali che, in caso di liquidazione della società come ventilato nel proprio comunicato, si assuma le proprie responsabilità fino in fondo e si impegni a ricollocare il personale di So.Ge.A.P. Le ricadute di una scelta sbagliata reiterata nel tempo non possono essere pagate dai lavoratori che in tutti questi anni hanno garantito l’operatività dell’aeroporto”.
Civiltà parmigiana
Un anno fa “il Sindaco Guerra parlava con convinzione di una strategia vincente per Parma, fondata su tre pilastri: stadio, fermata TAV e aeroporto. Nello stesso periodo, il Presidente della Regione Emilia-Romagna, De Pascale, annunciava con forza un piano aeroportuale regionale che avrebbe alleggerito il traffico dello scalo di Bologna, ormai saturo, trasferendo parte dei voli verso gli aeroporti minori. In questa visione, il “Giuseppe Verdi” di Parma era indicato come infrastruttura strategica”.
Oggi, di quella strategia e di quegli impegni “non resta traccia”. Lo dice Maria Federica Ubaldi – Capogruppo Civiltà Parmigiana. “Nonostante le dichiarazioni pubbliche e le promesse, l’aeroporto di Parma rischia la chiusura: un epilogo amaro, che rappresenta l’ennesimo segnale di arretramento per una città che aveva faticosamente conquistato un ruolo di rilievo. Questo non è il momento delle polemiche, ma quello della responsabilità. Tutti i soggetti coinvolti – istituzioni, forze politiche e attori economici – devono assumersi l’onere di agire subito, affinché l’aeroporto possa proseguire la sua attività all’interno di un piano serio, credibile e sostenibile di rilancio”.
È anche “il momento di un cambio di passo da parte di chi governa Parma. L’immobilismo e il silenzio non sono più tollerabili. Serve trasparenza, visione e capacità decisionale. A quasi due anni dall’approvazione del Piano di Sviluppo Aeroportuale – votato con senso di responsabilità da Civiltà Parmigiana e dalle opposizioni, nonostante l’assenza di parte della maggioranza – dobbiamo constatare con amarezza che nulla è stato fatto. Quel piano, pur approvato, è rimasto lettera morta”.
Per questo “chiediamo la convocazione urgente di una Commissione consiliare dedicata, aperta e trasparente. Il Sindaco Guerra chiarisca pubblicamente ai cittadini e ai consiglieri che li rappresentano cosa sta realmente accadendo, quale sia stato l’impegno concreto della pubblica amministrazione per evitare questa situazione, e perché, a fronte di tante dichiarazioni e piani annunciati, non si sia riusciti a dare avvio a un progetto strategico per la città”.
Il futuro dell’aeroporto “Giuseppe Verdi” è oggi “appeso ad un filo. Parma non può permettersi un’altra occasione persa”.
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