PADOVA – Un altro nubifragio ha duramente colpito la provincia di Padova: è il secondo nelle ultime 48 ore e la sua violenza ha aggravato una situazione già pesantemente compromessa dal maltempo che, tra venerdì 1 e sabato 2 agosto, ha investito con forza l’intero territorio.
In città vigili del fuoco sono intervenuti per alberi caduti ad Altichiero e all’Arcella. Appena fuori, un grosso albero è stato abbattuto dal vento in via Caravaggio, ad Albignasego, centrando in pieno due auto ferme lungo la strada: fortunatamente all’interno non c’era nessuno. Altri interventi per disagi simili si registrano a Cadoneghe, dove tuttavia a risentirne è stata più che altro la viabilità.
Danni ben peggiori sono quelli segnalati in provincia dalle associazioni di categoria.
Grandine e nubifragi a Padova: bomba d’acqua e violenti temporali anche in provincia
Le conseguenze
Confagricoltura parla di mais schiacciato al suolo, vigneti danneggiati a poche settimane dalla vendemmia, ortaggi e frutta estiva devastati, con perdite stimate già ora in diverse centinaia di migliaia di euro.
«In pochi minuti dice Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova – il cielo si è trasformato in una minaccia concreta e incontrollabile. Nella giornata di venerdì, le zone più duramente colpite sono state quelle dell’Alta Padovana, in particolare i comuni di Gazzo, Grantorto, San Pietro in Gu e Piazzola sul Brenta. Una grandinata violenta, durata quasi venti minuti, ha letteralmente distrutto il mais ormai maturo, schiacciandolo al suolo. Forti danni si registrano anche per ortaggi e vigneti, in uno dei momenti più delicati della stagione produttiva. Ieri una nuova ondata di maltempo ha interessato la parte occidentale della provincia. Le campagne di Veggiano, Cervarese Santa Croce e Selvazzano Dentro sono state investite da grandinate intense e nubifragi localizzati che hanno aggravato ulteriormente il bilancio. Oltre ai gravi danni alle coltivazioni mais, grano, soia, ortaggi e vigneti si segnalano anche danneggiamenti ad automobili, serre e coperture, a testimonianza della forza distruttiva degli eventi atmosferici».
La grandine non ha lasciato scampo: i chicchi, per dimensione e intensità, hanno travolto interi appezzamenti. «Alcuni agricoltori riferisce Barbetta – si sono ritrovati in pochi minuti con un anno di lavoro distrutto. E ciò che è più grave è che questi fenomeni non sono più eccezioni, ma diventano sempre più frequenti. Ogni temporale è ormai una roulette russa per le nostre imprese. Non è solo una questione di eventi estremi, è un cambiamento strutturale che ci sta mettendo in ginocchio».
L’appello
Barbetta lancia quindi un appello alle istituzioni affinché vengano attivate con urgenza procedure straordinarie di sostegno alle imprese. «Servono interventi rapidi e flessibili – sottolinea – pensati per una realtà agricola che non è più quella di ieri. Non possiamo più trattare questi eventi come semplici emergenze: serve una visione di lungo periodo. Le nostre campagne non possono essere lasciate sole di fronte a un clima che non perdona. Se vogliamo davvero difendere il patrimonio produttivo e ambientale della nostra provincia, dobbiamo mettere l’agricoltura al centro delle politiche di adattamento climatico».
Anche Coldiretti Padova, attraverso i propri uffici territoriali, sta raccogliendo le segnalazioni, che si sommano a quelle di venerdì e non fanno che aggravare il bilancio di questa ennesima ondata di maltempo. Nel dettaglio, Coldiretti segnala che alcuni vigneti hanno riportato pesanti danni proprio a poche settimane dall’inizio della vendemmia. A questa coincidenza si aggiunge «il perdurante maltempo e le temperature che non sono affatto favorevoli per la maturazione degli acini». Di fronte a queste continue sferzate del meteo, per l’associazione di categoria resta una certezza: l’assicurazione rappresenta, anche in questo caso, una soluzione per tutelare l’attività agricola. «Assicurarsi è diventato fondamentale spiega il presidente Roberto Lorin specie negli ultimi anni, con i cambiamenti climatici di straordinaria violenza e frequenza. Una situazione contro la quale non abbiamo particolari strumenti di difesa, se non quelli derivanti dall’assicurazione delle produzioni in campo, per garantire così alle nostre imprese di continuare a lavorare».
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