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IA Generativa: dal 2 Agosto scattano gli obblighi in Europa. Ecco cosa devono sapere CEO e aziende


di Renato Reggiani – Consulente A.I. applicata al business, real estate e comunicazione strategica | Universinet Magazine

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L’Unione Europea ha compiuto un passo decisivo nella regolazione dell’intelligenza artificiale generativa. Dal 2 agosto 2025 entrano ufficialmente in vigore alcuni obblighi previsti dal nuovo Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale (AI Act), segnando una svolta epocale nel rapporto tra tecnologia, impresa e responsabilità giuridica.

Si tratta del primo impianto normativo al mondo che disciplina in modo organico lo sviluppo, la distribuzione e l’utilizzo dell’IA, con particolare attenzione ai modelli generativi di uso generale (GpAI) come GPT-4, LLaMA, Claude, Mistral e altri.

Cosa cambia dal 2 agosto 2025

I modelli GpAI sono quelli capaci di generare testo, immagini, codice o altri contenuti a partire da prompt generici. Il regolamento introduce obblighi differenziati a seconda del livello di rischio del modello.

Obblighi generali per tutti i fornitori di modelli GpAI

  • Redazione di una documentazione tecnica dettagliata.
  • Pubblicazione di un riepilogo chiaro dei dati utilizzati per l’addestramento.
  • Adozione di una policy aziendale sul rispetto del diritto d’autore.

Obblighi aggiuntivi per modelli ad alto rischio (“sistemici”)

I modelli che superano la soglia di 1025 FLOP o che generano un impatto rilevante sui diritti fondamentali e sulla sicurezza devono adempiere ad obblighi supplementari:

  • Notifica del modello alla Commissione Europea.
  • Analisi e mitigazione dei rischi associati al modello.
  • Implementazione di misure avanzate di cybersicurezza.
  • Segnalazione obbligatoria di eventuali incidenti o malfunzionamenti significativi.

L’obiettivo dell’UE è garantire trasparenza, affidabilità e tracciabilità nello sviluppo e nell’uso dell’intelligenza artificiale.

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Perché ogni CEO dovrebbe interessarsene

Il cambiamento normativo non riguarda solo fornitori e sviluppatori. Coinvolge direttamente tutte le aziende che integrano l’IA nei propri processi: marketing, risorse umane, customer service, innovazione di prodotto.

Un CEO oggi deve porsi le seguenti domande:

  • La mia azienda sta usando strumenti di intelligenza artificiale generativa?
  • Conosciamo l’origine dei modelli impiegati e il loro livello di rischio?
  • Abbiamo documentazione tecnica e policy aggiornate sulla loro adozione?
  • Siamo in grado di dimostrare trasparenza e conformità in caso di audit o controversie?

L’era dell’adozione “silenziosa” dell’IA è finita. È il tempo della AI Governance.

Quattro azioni immediate per le imprese

Per affrontare il cambiamento normativo in modo strategico, ogni organizzazione dovrebbe attivare almeno quattro misure concrete:

  1. Effettuare un audit interno su tutti i sistemi e strumenti basati su AI attualmente utilizzati.
  2. Mappare le fonti dati impiegate dai modelli e verificarne la compatibilità con la normativa sul copyright.
  3. Costituire un team interfunzionale per la gestione dell’AI (comprendente IT, compliance, legale, comunicazione).
  4. Valutare l’adesione volontaria al Codice di Condotta GpAI, riconosciuto dalla Commissione Europea, per ridurre oneri e incertezze legali.

IA e vantaggio competitivo: non solo compliance

Chi si adegua oggi, domani sarà in vantaggio. La conformità all’AI Act diventerà un criterio rilevante in:

  • gare pubbliche e bandi europei, dove trasparenza e affidabilità saranno premianti;
  • rapporti B2B con grandi partner internazionali, che richiederanno requisiti ESG e compliance documentata;
  • reputazione aziendale presso investitori, clienti e talenti in cerca di imprese responsabili.

Cosa è già vietato dal 2 febbraio 2025

Alcuni sistemi di IA sono già stati messi fuori legge:

  • Sistemi di social scoring, ossia classificazione delle persone in base al comportamento o al profilo socioeconomico.
  • Riconoscimento biometrico in tempo reale e da remoto in spazi pubblici.
  • Sistemi manipolativi nei confronti di soggetti vulnerabili, come giocattoli vocali che inducono a comportamenti pericolosi nei bambini.

L’Unione Europea non blocca l’innovazione, ma chiede che l’IA sia usata in modo etico, trasparente e sicuro.

Conclusione

“L’intelligenza artificiale non è più una novità da sperimentare. È una tecnologia da governare con responsabilità. Le aziende che la adotteranno in modo consapevole e trasparente saranno le vere protagoniste del prossimo decennio.”

È il momento di decidere: governare il cambiamento o subirlo.

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Fonti ufficiali e approfondimenti

Autore: Renato Reggiani
Consulente AI applicata al business, real estate e comunicazione strategica
Founder Biodesign ItaliaUniversinet.it
📧 reggiani@biopic.it | LinkedIn



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