L’adozione di soluzioni innovative e sostenibili gioca un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi europei di decarbonizzazione e indipendenza energetica: in questo contesto sono parecchie le realtà che cercano di contribuire attivamente alla transizione energetica italiana. In prima linea c’è AIEM, azienda consolidata nel settore delle energie rinnovabili, specializzata nella realizzazione chiavi in mano di impianti fotovoltaici utility-scale (sistemi di vasta dimensione che superano o sono equivalenti a 1 Megawatt, progettati per generare energia su larga scala).
Nel contesto della transizione energetica italiana e della necessità di decarbonizzazione dei settori industriali ad alto consumo energetico, AIEM ha avviato un ambizioso progetto in collaborazione con Poppi Ugo Euroforge, azienda attiva nello stampaggio e nell’estrusione di acciai. Un nuovo impianto fotovoltaico da 5,2 MWp da circa 20 giorni permette una significativa riduzione delle emissioni di CO₂ e una maggiore indipendenza energetica. Il progetto sito a Terre del Reno (Ferrara) è giunto a conclusione con grande soddisfazione di AIEM e del cliente che così riesce ad utilizzare energia green prodotta dall’impianto per i suoi processi produttivi industriali. I lavori sono stati conclusi a metà di luglio con l’intervento del gestore della rete elettrica nazionale che ha provveduto a collaudare l’impianto.
“Oggi ancor più di ieri va bilanciata la necessità dei nostri clienti di rimanere competitivi con l’introduzione di pratiche sostenibili. Ciò richiede un’analisi approfondita dei costi e un’attenta pianificazione degli investimenti unitamente ad una progettazione e realizzazione di tali assets con le più avanzate tecnologie presenti sul mercato; un elevato know how di AIEM può vantare un’esperienza di oltre 30 anni e al contempo garanzie per il cliente che investe i più alti standard e rating di bancabilità di tali progetti. Noi di AIEM siamo convinti che attraverso una gestione oculata e innovativa, i clienti che si affidano a noi possano continuare a crescere e a migliorare le loro performance in tutti gli ambiti ESG e di competitività a livello internazionale” ha spiegato Gianluca Miccoli, Amministratore Delegato di AIEM.
Il nuovo impianto, progettato e realizzato da AIEM, è stato installato su una superficie di oltre 9 ettari e avrà una capacità produttiva stimata di circa 9 GWh all’anno. Questa iniziativa consentirà di abbattere le emissioni di oltre 3000 tonnellate di CO₂ annue, contribuendo agli obiettivi di sostenibilità aziendale e alle strategie di decarbonizzazione dell’industria metallurgica. Dal punto di vista tecnologico, l’impianto si avvale di moduli fotovoltaici bifacciali TOPCon montati su strutture ad inseguimento monoassiale (tracker) che ottimizzano l’irraggiamento solare e garantiscono la massima efficienza energetica. Questo sistema consente un aumento della producibilità del 15-20% rispetto agli impianti fissi, migliorando il rendimento e la stabilità della fornitura energetica; inoltre è provvisto di un sistema di monitoraggio integrato in grado di esaminare i parametri fondamentali dell’impianto in tempo reale e la manutenzione ordinaria e straordinaria negli anni.
L’Italia sta vivendo una trasformazione significativa nel settore energetico, con obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni e incremento delle fonti rinnovabili. Il progetto AIEM–Poppi Ugo Euroforge S.p.A. si inserisce perfettamente in questo quadro, dimostrando come l’industria possa coniugare innovazione tecnologica e sostenibilità per mantenere la competitività sul mercato internazionale. L’integrazione di impianti fotovoltaici nelle industrie hard to abate (quei settori industriali in cui la riduzione delle emissioni di gas serra è particolarmente complessa a causa dell’alto consumo energetico e della dipendenza dai combustibili fossili) rappresenta una delle sfide più rilevanti della transizione ecologica. Queste aziende, caratterizzate da consumi elevati e processi produttivi energivori, necessitano di soluzioni avanzate per ridurre la loro impronta ambientale senza compromettere la produttività. Grazie alla competenza di AIEM e all’adozione di tecnologie all’avanguardia, il progetto non solo garantirà una riduzione dei costi energetici per Poppi Ugo Euroforge S.p.A., ma fungerà anche da modello replicabile per altre realtà industriali.
Ho avuto la possibilità di intervistare Gianluca Miccoli, CEO Chief Executive Officer/Amministratore Delegato di AIEM. Di seguito domande e risposte
Come va il fotovoltaico in Italia?
Negli ultimi 12 mesi il mercato del fotovoltaico utility scale (ossia di taglia pari o superiore ad 1 MW) in Italia ha avuto diverse tendenze: nel 2024 questo segmento ha avuto un balzo del +163% YoY rispetto al 2023, mentre nella prima parte dell’anno in corso si è avuto un trend sempre in crescita, pur se più moderato del +28%. Se andassimo quindi ad analizzare il trend sarebbe in flessione YoY; questo a mio avviso dovuto alla grande attesa di aste e decreti nazionali che hanno posticipato gli investimenti in attesa di tali aste FER che però ora sembra che ci siamo davvero. Si può certamente fare meglio e di più anche nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi prefissati dall’UE per la transizione energetica. Incentivi pubblici e aste del capacity market, favoriscono i progetti merchant di grandi dimensioni, ovvero proprio le utility scale.
Può essere la soluzione del “futuro”? Rispetto ad altri Paesi europei come ci posizioniamo?
Negli ultimi 12 mesi il segmento utility scale fotovoltaico in Italia ha mostrato un andamento molto robusto. Il potenziale di crescita rimane elevato grazie a un ampio portafoglio di progetti autorizzati (~6 GW già approvati a ottobre 2024), investimenti significativi e una pipeline solida. Tuttavia, restano incertezze normative da risolvere per garantire continuità e accelerazione. Negli ultimi tempi sono stati annunciati ulteriori grandi investimenti in Italia nel settore del fotovoltaico, faccio per esempio riferimento al Gruppo Ferrovie dello Stato, oltre che proprio al nostro Gruppo che ha concluso qualche settimana fa una delle più grandi operazioni di M&A nel settore delle rinnovabili: sono stati venduti 22 progetti fotovoltaici per una potenza pari a 85MWp distribuiti in diverse regioni italiane ad una delle principali multiutility nazionale, la società AGSM AIM SpA che vede i Comuni di Verona e Vicenza come azionisti.
Sì, il fotovoltaico utility-scale è una delle soluzioni più promettenti per la transizione energetica italiana. L’Italia ha le condizioni climatiche ideali, una pipeline importante in corso e grandi investitori attivi nel settore. Tuttavia, per avvicinarsi a Germania e Spagna come leader europei, serve più certezza normativa, una spinta al permitting regionale e una integrazione efficiente con storage e rete elettrica. Se questi elementi si consolidano entro il 2026, l’Italia può diventare uno dei top 3 Paesi europei anche nel segmento utility-scale a lungo termine e sono fiducioso che come italiani, essendo un popolo ambizioso, faremo il massimo per raggiungere tale obiettivo. L’Italia nel 2024 è stata il 3° Paese europeo per nuova capacità FV installata (dietro Germania e Spagna) ma con il tasso di crescita utility-scale più veloce.
Sostenibilità ed efficienza energetica come possono davvero coesistere?
Sostenibilità ed efficienza energetica non solo possono coesistere: devono farlo per garantire una transizione energetica credibile, duratura e utile per il sistema economico e ambientale. Ma la vera sfida è farle convivere nella pratica, non solo nei documenti strategici. La sfida non è tecnologica ma di approccio: bisogna uscire dalla logica dei silos e puntare su una visione integrata.
Questa iniziativa secondo le vostre stime, consentirà di abbattere le emissioni di oltre 3000 tonnellate di CO₂ annue; può intendersi una svolta importante per l’industria metallurgica?
Sì, una riduzione di oltre 3.000 tonnellate di CO₂ all’anno è una soglia significativa, soprattutto se associata a un progetto industriale sostenibile nel settore metallurgico, uno dei comparti a più alta intensità energetica e carbonica. Questa iniziativa può rappresentare una svolta concreta ma non isolata: è un segnale importante di cambiamento, a patto che sia accompagnata da una strategia più ampia. Tale approccio industriale non è ancora così diffuso anche se negli ultimi anni sta avendo particolare diffusione proprio per via degli eventi che hanno caratterizzato il post COVID e vari conflitti internazionali che hanno messo a dura prova la tenuta e competitività del comparto industriale nazionale. Oggi vediamo e sentiamo che la vision imprenditoriale risulta più consapevole e orientata verso approcci analoghi anche se a nostro avviso andrebbero incoraggiati e facilitati gli investimenti per restare competitivi nell’export dove il tessuto industriale italiano si trova a competere a livello globale e quindi con politiche energetiche differenti.
Soluzioni sostenibili possono garantire anche più stabilità finanziaria?
Sì, le soluzioni sostenibili possono garantire maggiore stabilità finanziaria, a condizione che siano ben progettate e integrate nel modello di business. Anzi, oggi la sostenibilità è diventata uno dei fattori principali di riduzione del rischio a lungo termine, sia per investitori che per aziende operative, proprio come ha interpretato il progetto il nostro Cliente che ha fin da subito creduto in noi e forte di tale convinzione ha voluto investire con finanza propria per la realizzazione di questo asset che gli garantisce una stabilizzazione e minore esposizione alle fluttuazioni dei prezzi energetici. Ovviamente questi impianti possono avere anche ulteriori fini e scopi; ad esempio penso a quelli commerciali nei confronti dei rispettivi clienti per cui lavorano e alla possibilità di poter garantire anche alle aziende energivore la propria supply chain di tipo sostenibile. La sostenibilità è sempre più driver di domanda: le aziende “green” vendono meglio, attraggono clienti, talenti ed evitano boicottaggi o pressioni reputazionali. In settori regolati o B2B, la compliance ESG è ormai un criterio di selezione fornitore. Le aziende sostenibili sono meno dipendenti da materie prime fossili e più adattabili a shock di mercato (es. prezzi gas, carbon tax).
Aziende caratterizzate da consumi elevati e processi produttivi energivori, necessitano di soluzioni avanzate per ridurre la loro impronta ambientale senza compromettere la produttività. Quanto lavoro c’è dietro ogni piccolo accorgimento?
C’è molto più lavoro di quanto sembri dietro ogni “piccolo accorgimento” in un’azienda energivora: ogni intervento richiede analisi tecnica, economica, operativa e spesso un cambio culturale profondo. Ma è proprio l’insieme di questi “piccoli accorgimenti” ben orchestrati a fare la differenza tra un’impresa che subisce la transizione e una che la guida. Si tratta soprattutto un cambio di mentalità verso la gestione dell’energia come leva strategica. Le scelte fatte di concerto con il Cliente, sono state soprattutto tecniche, ovvero, la potenza di picco dell’impianto studiata in funzione delle curve orarie dei consumi dei processi produttivi, l’impianto realizzato con sistemi ad inseguimento monoassiale cd. “tracker” che massimizzano la resa e la producibilità dell’asset oltre che moduli fotovoltaici di ultima generazione e bifacciali che migliorano ulteriormente il rendimento dell’impianto a vantaggio del rientro economico dell’investimento e maggiore produttività a parità di potenza installata. Da questo punto di vista, Poppi Forging Gruop SpA è stata lungimirante nell’accogliere i nostri consigli tecnologici forti dell’esperienza e know how nel settore partendo fin dalle prime fase, ovvero quella dell’engineering. Non in ultimo, in ordine di importanza, è fondamentale per la fase di operation dell’asset affidarsi a società esperte nell’O&M e asset management di tali impianti che manutentano e gestiscono tali asset facendo si che l’impianto sia sempre pienamente produttivo e operativo per evitare quindi interventi straordinari o limitandone gli stessi al minimo. Nel nostro gruppo industriale possiamo vantare la presenza di una società leader nel settore O&M, OEMpv SRL che ad oggi gestisce sull’intero territorio nazionale, circa 400MW di asset analoghi per un numero importante di Clienti. Possiamo quindi affermare che l’impianto realizzato lo lasciamo in “buone mani” e a personale esperto che saprà prendersene cura con dedizione e professionalità.
Il progetto prevede inoltre un sistema di monitoraggio avanzato per l’analisi in tempo reale dei parametri operativi e la manutenzione predittiva. In che modo lo rendete possibile?
Integrare un sistema di monitoraggio avanzato e manutenzione predittiva in un progetto fotovoltaico industriale non è un’aggiunta marginale: è ciò che trasforma l’impianto da semplice generatore ad asset intelligente e strategico. Rendere possibile questo tipo di architettura richiede interazione continua tra hardware, software e analisi dei dati. Ecco come viene realizzato in modo pratico: sensori e dispositivi intelligenti in campo, piattaforma di supervisione centralizzata, manutenzione predittiva con AI/ML (machine learning), interfaccia cloud e accesso da remoto. Inoltre la control room monitora costantemente i dati provenienti dall’impianto segnalando tempestivamente eventuali anomalie e malfunzionamenti e laddove verifichiamo tali segnali, ci attiviamo prontamente sia da remoto che sul campo attraverso delle squadre di tecnici interni che operano direttamente sul guasto, ripristinando prontamente l’impianto nel suo stato di piena operatività. Oggigiorno la tecnologia e l’AI ci aiutano molto a prevenire e predire questi sistemi che sono complessi, ma un numero di sensori intelligenti in grado di comunicare attivamente e passivamente anche da remoto ci permettono di rendere pienamente efficiente l’asset e quindi la piena disponibilità per il Cliente finale.
Prossimi progetti?
Per il futuro abbiamo diverse novità ma soprattutto voglia di crescere ancora, con questo intendo che stiamo già avviando altri progetti per un totale di circa 16 nuove proposte per la realizzazione di asset di produzione di energia green; questi saranno distribuiti tra il Centro e il Nord Italia per divenire operativi nei prossimi 12 mesi. Questi nuovi progetti genereranno circa 140GWh/anno di energia prodotta con circa 32.000 Ton/anno di CO₂ evitata, senza contare l’energia prodotta e la riduzione di CO₂ evitate dai progetti in fase di conclusione da parte di AIEM. Questi progetti sono estremamente eterogeni, andiamo dai classici impianti fotovoltaici ad inseguimento solare, passando per impianti agrovoltaici anche di tipo avanzati dove viene garantita la continuità agricola sul sito anche con l’impianto in fase operativa attraverso coltivazioni autoctone garantendo e preservando la vocazione agricola delle singole aree dove interveniamo. Il nostro futuro lo stiamo immaginando e costruendo attraverso delle partnership con i nostri Clienti di medio/lungo periodo, proprio perché chi investe nella transizione energetica ha necessità di avere certezze e garanzie sul piano di investimento e quindi cerca di creare degli accordi di lungo periodo con EPC come noi. Infine a breve avvieremo un ulteriore progetto agrovoltaico avanzato in regione Veneto di grandi dimensioni e di interesse su scala nazionale, ma potrò svelare ulteriori dettagli fra qualche mese, preferisco non anticipare altro, ma sarà una bellissima sfida e milestone per i piani di transizione energetica per l’Italia.
Quali valori ispirano il vostro modo di lavorare, dentro e fuori il cantiere?
Il nostro modo di lavorare, sia in ufficio che in cantiere, è guidato da tre valori fondamentali: responsabilità, competenza e collaborazione. Responsabilità verso l’ambiente, perché ogni impianto che realizziamo è un pezzo di futuro pulito. Verso i Clienti, perché sappiamo che ci affidano la transizione energetica della loro impresa. E verso le persone che lavorano con noi, che devono tornare a casa ogni giorno in sicurezza, valorizzate e motivate. Competenza, perché l’ingegneria impiantistica non è solo un mestiere tecnico: è precisione, innovazione, attenzione continua ai dettagli, alla qualità e all’evoluzione del settore. Per noi “essere EPC” (Engineering, Procurement and Construction) significa garantire affidabilità dal progetto al commissioning. Infine, collaborazione: ogni impianto fotovoltaico è un’opera collettiva. Serve ascolto, comunicazione, rispetto dei ruoli e capacità di lavorare insieme, anche sotto pressione. Costruire energia pulita significa costruire anche relazioni forti e durature, all’interno del team e con i nostri partner.
Parlaci meglio dell’operazione AGSM AIM che hai citato prima.
L’operazione conclusa tra il nostro Gruppo e una società del Gruppo AGSM AIM SpA rappresenta un passaggio rilevante all’interno di una collaborazione più ampia già avviata nell’ambito della transizione energetica. Il portafoglio oggetto dell’accordo è eterogeneo sia per tecnologia che per localizzazione: comprende impianti a terra, soluzioni agrovoltaiche – anche avanzate – e progetti dedicati alle Comunità Energetiche Rinnovabili. Con AGSM AIM abbiamo già una relazione consolidata: è un cliente strategico e un partner con cui stiamo sviluppando diversi progetti, inclusi impianti già in costruzione in Veneto e altri in partenza in regioni come Emilia-Romagna, Umbria e Lazio.
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