Sta entrando nel vivo il dibattito sulla sperimentazione delle “scuole aperte” negli istituti superiori di primo grado (le cosiddette scuole medie). Attraverso l’avviso pubblico per la promozione del successo formativo e il contrasto alle povertà educative, approvato dalla giunta, la Regione Emilia-Romagna ha lanciato un piano articolato per sostenere studenti e famiglie nelle scelte formative, prevenire la dispersione scolastica e rafforzare la rete educativa locale mettendo a disposizione complessivamente 4,5 milioni di fondi europei (misura FSE+ 2021-2027).
L’intervento prevede due grandi direttrici di azione. La prima direttrice, finanziata con 2 milioni di euro, avvia appunto la sperimentazione delle “scuole aperte” all’interno delle scuole secondarie di primo grado promuovendo la realizzazione di attività educative, sportive e culturali in orario extracurriculare. L’obiettivo è trasformare gli edifici scolastici in veri spazi di comunità, dove si promuovono la socializzazione, la partecipazione e l’inclusione e coinvolgere le istituzioni scolastiche secondarie di primo grado, statali o paritarie, anche in forma associata con altri soggetti del territorio (associazioni culturali, sportive, enti locali, cooperative sociali).
La seconda, sostenuta da 2,5 milioni di euro, mira a rafforzare su base territoriale una rete coordinata di presìdi dedicati all’orientamento scolastico e formativo per i ragazzi dagli 11 ai 19 anni. Si tratta di spazi stabili, uno per provincia su tutto il territorio regionale, gestiti dagli Enti locali, accessibili e integrati con scuole, enti di formazione, università e servizi per l’impiego, in grado di offrire ascolto, consulenza e accompagnamento personalizzato a studenti, famiglie e insegnanti. Il finanziamento, destinato agli Enti Locali – anche in forma associata – è così ripartito: 503.398 euro per la Città metropolitana di Bologna 391.480,00 per Modena, 315.614 per Reggio Emilia, 260.020 Parma, 175.290 per Piacenza, 187.120 euro per Ferrara, 225.000 per Ravenna, 232.940 per Forlì-Cesena, 209.138 per Rimini.
«L’educazione non si esaurisce tra i banchi: deve diventare una vera e propria infrastruttura sociale- spiega Isabella Conti, assessora a Welfare, Terzo settore, Politiche per l’infanzia e Scuola -. Con questo bando vogliamo offrire ai nostri territori un’opportunità nuova. Rendere gli spazi scolastici accessibili anche oltre l’orario canonico significa dare, a ragazze e ragazzi, gli strumenti e i luoghi per esprimersi, coltivare passioni e talenti, costruire legami significativi. È una risposta culturale e sociale, non solo organizzativa: aprire le scuole significa aprire possibilità, diritti, orizzonti in linea con la migliore tradizione della nostra terra».
«In questo tempo di grandi cambiamenti – aggiunge Conti – serve una presenza capillare, riconoscibile e stabile che sappia intercettare i bisogni e accompagnare i percorsi formativi anche nei momenti di difficoltà. Per questo prevediamo anche presìdi stabili e accessibili sul territorio, dedicati all’orientamento, dove studenti, famiglie e insegnanti possano trovare ascolto, consulenza e accompagnamento personalizzato. Si tratta di un grande lavoro di rete tra istituzioni scolastiche, enti di formazione, università famiglie, enti locali e Terzo settore con l‘obiettivo di garantire a tutti l’accesso a servizi qualificati e personalizzati, che aiutino a fare scelte informate, solide, coerenti. Con questo avviso rafforziamo la capacità dei territori di costruire risposte concrete e di accompagnare i nostri giovani in un percorso di autonomia e dignità».
La scadenza per la presentazione delle domande è fissata per le ore 12 dell’8 ottobre 2025. I progetti selezionati partiranno nei mesi successivi, con il coinvolgimento attivo di scuole, enti di formazione, amministrazioni locali e realtà del terzo settore.
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