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Dazi, Parma all’11° posto tra le 20 province italiane piu’ esposte sui mercati usa –



Se da una parte l’accordo sui dazi tra Unione Europea e USA ha parzialmente schiarito il clima di incertezza di questi ultimi mesi dall’altra, è chiaro che tutto questo non sarà un passaggio indolore per le imprese considerando che quello statunitense è il secondo mercato mondiale , dopo la Germania, per l’export made in Italy con un valore di 66,8 miliardi di euro.

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Lo ha rimarcato il Presidente nazionale di Confartigianato Marco Granelli secondo cui “ora è assolutamente necessario che l’UE si sforzi di sostenere politiche industriali volte all’incremento della competitività delle aziende e delle economie comunitarie”. In Emilia Romagna e dunque nel parmense – dove il tessuto imprenditoriale-artigianale è da sempre il comune denominatore più solido dell’economia locale e volano dello sviluppo dal dopoguerra ad oggi , la preoccupazione sale proporzionalmente ai settori interessati dal provvedimento penalizzante.

“E se per l’agroalimentare sussiste tutt’ora l’incertezza sulla reale quantificazione della percentuale definitiva che verrà applicata sui prodotti destinati al mercato a stelle e strisce – sottolinea il Presidente di Confartigianato Imprese Parma Enrico Bricca – per quanto concerne la filiera della moda e quello della meccanica avanzata a supporto delle attività della Motor Valley l’allarme è diffuso e tangibile tra gli operatori del settore che operano nel nostro territorio”.

 

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Questo cambiamento “epocale” genera incertezza destinata a pesare inevitabilmente anche sui trend prestazionali del 2025 : nei primi mesi dell’anno infatti – secondo il Centro Studi di Confartigianato 34° Report congiunturale presentato dal direttore di Confartigianato Imprese Parma Massimiliano Crapa- l’export manifatturiero verso gli USA ha segnato una flessione del 2,7% in Emilia-Romagna : “ nel dettaglio dei settori di MPI – i comparti di alimentare, moda, legno e arredo, prodotti in metallo e altre manifatture (che comprendono Strumenti e forniture mediche e dentistiche) in cui le micro e piccole imprese determinano oltre il 60% dell’occupazione – l’export nel 2025 (ultimi 12 mesi a marzo) vale 1.636 milioni di euro in Emilia-Romagna, pari allo 0,9% del PIL, rientrando tra le 8 regioni con un grado di esposizione superiore alla media nel mercato USA nei settori di MPI”.

Tra i settori di MPI oltre metà dell’export emiliano-romagnolo verso gli USA è di alimentare (il 52,9%), a cui segue il comparto moda (21,5%). Nel primo trimestre 2025 la crescita dell’11,1% è data dal trend positivo dell’alimentare (+14,0%) e della moda (+28,5%), tiene l’export delle altre manifatture (+12,6%), che comprendono Strumenti e forniture mediche e dentistiche, mentre cala l’export dei prodotti in metallo (-20,3%). “ Tra le prime 20 province italiane più esposte sui mercati statunitensi nei settori di MPI – conclude il presidente Bricca- Parma si posiziona all’undicesimo con 336 milioni pari al 1,7% del PIL, con un maggiore export per alimentare (94,2% dell’export di MPI), in crescita del 14,4% nel I trimestre, mentre al diciannovesimo posto troviamo Modena con 409 milioni pari al 1,3% del PIL, con un maggiore export per alimentare (68%), in crescita del 5,1%, e l’export di altre manifatture, prevalentemente Strumenti e forniture mediche e dentistiche (18,7%), in calo del 15,6%.



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